La situazione della Tirso, la fabbrica tessile specializzata in materiali ad alta tecnologia come il kevlar a Muggia , fa segnare nuovi sviluppi. L’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, ha annunciato un’offerta fresca per il sito produttivo, ma fonti interne parlano di altre realtà pronte a manifestare interesse per l’azienda. Il destino dei circa 160 dipendenti resta incerto, mentre il tavolo ministeriale convocato a Roma promette di chiarire la vicenda nei prossimi giorni.
La tirso di muggia e il contesto della crisi produttiva
La Tirso opera da anni a Muggia con una specializzazione in tessuti tecnici come il kevlar, molto richiesti in settori come la sicurezza e l’industria militare. Nonostante il valore strategico di questa produzione, la fabbrica ha attraversato un periodo di forti difficoltà economiche e distributive, sfociato in una crisi che mette in discussione la continuità produttiva e occupazionale. La crisi ha coinvolto direttamente 160 lavoratori, che vedono il loro futuro legato a sviluppi che si sono fatti sempre più incerti negli ultimi mesi.
L’azienda aveva attirato interesse da parte di Roncadin, gruppo friulano con note esperienze nella gestione industriale, ma quel progetto sembrava arenarsi dopo una fase di negoziazione iniziale. Il rischio di chiusura dello stabilimento pesava già da tempo, alimentando tensioni e aspettative tra i dipendenti e nella comunità locale. La produzione di tecnopolimeri e materiali di protezione richiede un sostegno continuo e partnership solide, ed è proprio questo che manca alla Tirso in questa fase.
Leggi anche:
Le nuove offerte e l’attesa del tavolo ministeriale a roma
L’assessore Alessia Rosolen ha confermato pubblicamente la presenza di un nuovo interlocutore interessato a rilevare la Tirso, una notizia che è accolta con cautela dai sindacati e dai lavoratori. Non è però il solo soggetto a essersi fatto avanti: altre imprese, forse meno note ma motivati a investire nel settore tessile tecnologico, avrebbero manifestato interesse. Questo scenario rende più complessa ma anche più vivace la trattativa, che dovrà trovare una soluzione entro tempi stretti.
A Roma è stato fissato un incontro ministeriale martedì prossimo per discutere la crisi del sito muggiano. Al tavolo sarà valutato lo stato dell’arte, le offerte giunte finora e la possibilità di un accordo che eviti la perdita dei posti di lavoro. L’intervento del governo è atteso come decisivo, soprattutto per garantire un supporto coordinato fra il mondo economico e quello istituzionale. Non mancheranno richieste di sostegni mirati o incentivi specifici per favorire il rilancio dello stabilimento.
I lavoratori in assemblea e il clima di attesa a muggia
I 160 operai della Tirso si sono riuniti ieri in assemblea, un momento di confronto teso ma necessario. I lavoratori hanno manifestato la necessità di risposte concrete e hanno espresso una cauta speranza che la nuova offerta e il tavolo ministeriale portino a un esito positivo. Lo stato d’ansia e di incertezza si percepisce chiaramente, anche alla luce dell’esperienza del passato recente, quando il precedente interesse di Roncadin sfumò, lasciando la vertenza pendente.
L’assemblea ha rappresentato una fase di mobilitazione e dialogo tra le sigle sindacali e il personale, con la volontà di monitorare passo dopo passo ogni sviluppo. Il territorio di Muggia segue con attenzione la vicenda, consapevole che la perdita di un impianto così specifico può avere ripercussioni economiche e sociali importanti. La combinazione di un prodotto tecnologico e di una manodopera specializzata rende la fabbrica un punto cruciale per l’area e la regione Friuli Venezia Giulia in generale.
Nei prossimi giorni, dunque, la partita sulla Tirso entrerà nel vivo. Si attendono, intanto, aggiornamenti ufficiali dal ministero e dai soggetti coinvolti, mentre i lavoratori restano pronti a sostenere ogni passaggio necessario per mantenere attivo il sito produttivo.