Nuova nave oceanografica ispra pronta a esplorare i mari fino a 4mila metri di profondità contro i cambiamenti climatici

Nuova nave oceanografica ispra pronta a esplorare i mari fino a 4mila metri di profondità contro i cambiamenti climatici

La nuova nave oceanografica dell’Ispra, finanziata dal Pnrr e costruita da Mariotti di Genova, entrerà in servizio nel 2027 per studiare e proteggere i mari italiani fino a 4.000 metri di profondità.
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Il ministero dell’Ambiente presenta una nuova nave oceanografica all’avanguardia, finanziata dal PNRR e operativa dal 2027, per studiare e tutelare i mari italiani fino a 4.000 metri di profondità, supportando la ricerca scientifica e la salvaguardia ambientale. - Gaeta.it

La tutela dei mari italiani avanza con un progetto importante presentato alla Camera. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha illustrato la nuova nave oceanografica dell’Ispra, strumento chiave per studiare l’ambiente marino, monitorare i cambiamenti climatici e intervenire sulle aree più delicate. L’imbarcazione, che entrerà in servizio nel 2027, viene realizzata con fondi del Pnrr e integra tecnologie avanzate per esplorazioni in acque profonde fino a 4mila metri.

La sfida ambientale e il ruolo della nave oceanografica

Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha sottolineato durante il convegno alla Camera l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico partendo dalla conoscenza approfondita del mare. Ha evidenziato che il mare va considerato non solo come una risorsa economica ma anche come un patrimonio da proteggere attraverso studi continui. La sua tutela richiede di comprendere i cambiamenti in atto e le materie critiche da esplorare, per intervenire efficacemente. In questa ottica, la nuova nave rappresenta uno strumento indispensabile per raccogliere dati scientifici su biodiversità, geologia e impatti ambientali nel Mediterraneo e oltre, contribuendo a definire le strategie di salvaguardia del patrimonio marino italiano.

L’intervento di Pichetto Fratin si inserisce nel contesto più ampio dei piani del governo per la sicurezza energetica e ambientale. Il mare, con le sue profonde risorse, esercita un ruolo cruciale ed è necessario dotarsi di mezzi tecnologici che permettano di esplorare le aree più inaccessibili e di intervenire anche sulle infrastrutture sottomarine. La nave, infatti, potrà aiutare a prevenire rischi ambientali e supportare studi fondamentali per l’equilibrio degli ecosistemi marini.

Caratteristiche tecniche della nave e tecnologie avanzate per la ricerca

La nuova nave oceanografica Ispra, presentata con il suo rendering ufficiale, sarà lunga 69,5 metri e avrà una stazza lorda di 2.600 tonnellate. La sua costruzione è affidata al cantiere Mariotti di Genova che si occuperà dell’allestimento in modo da integrare strumenti di ultima generazione. A bordo saranno presenti 34 posti destinati a tecnici, ricercatori e personale dell’equipaggio. L’autonomia della nave supera le 6.000 miglia nautiche, permettendo missioni di lunga durata senza necessità di frequenti soste nei porti.

Fra le tecnologie che rendono questa imbarcazione all’avanguardia spiccano il Rov e l’Auv . Il Rov è un robot telecomandato della dimensione di un’automobile che si muove mediante eliche e resta collegato con un cavo di controllo alla nave. Ha bracci robotici capaci di raccogliere campioni e strumenti per ricognizioni dettagliate. Il piccolo veicolo sottomarino, simile a un siluro lungo sei metri, viene trasportato dal Rov per rilevazioni visive e radar, con autonomia fino a otto ore operando a profondità di 3.000 metri.

Queste tecnologie consentono di studiare ambienti marini estremi, effettuare rilievi biologici e geologici, e intervenire su infrastrutture delicate poste sul fondale, aumentando la sicurezza e la conoscenza del territorio sommerso. L’adozione di questi sistemi facilita ricerche che prima richiedevano impegni e risorse più estese, migliorando la rapidità di risposta e l’efficacia degli studi.

Investimenti e tempistiche del progetto

Il budget complessivo per la realizzazione di questa nave oceanografica si aggira intorno ai 400 milioni di euro, finanziato tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza . Del totale, circa 108 milioni sono destinati alla costruzione vera e propria, affidata a Mariotti di Genova con il compito di garantire la qualità delle tecnologie e delle attrezzature. Questo investimento rappresenta una delle componenti più significative delle attività italiane per la ricerca marina, allineata con gli obiettivi di crescita sostenibile e attenzione ambientale.

La consegna e l’entrata in servizio della nave sono previste per il 2027. Questo timing permette di completare non solo la costruzione ma anche le fasi di test e collaudo necessarie per garantire la sicurezza e l’efficienza delle apparecchiature. Il progetto, anticipato dal Sole 24 ore, si inserisce in una strategia nazionale ed europea che punta a rafforzare le capacità di osservazione marina e a utilizzare dati scientifici per prendere decisioni più informate sui fenomeni climatici e sui rischi ambientali.

Il controllo e la gestione delle risorse marine diventano una priorità, soprattutto in un momento di crisi climatica globale come quello attuale. Dotarsi di strumentazioni adeguate consente di monitorare cambiamenti sostanziali negli ecosistemi e di intervenire tempestivamente sulle problematiche più complesse. La nuova nave, dunque, porterà l’Italia a un livello avanzato nel campo della ricerca oceanografica.

Impatto atteso sulla ricerca e la tutela dei mari

L’utilizzo di questa nave oceanografica sosterrà programmi di ricerca nazionali e internazionali concentrati sul Mediterraneo e oltre. Accogliendo a bordo gruppi di scienziati da diversi settori, l’imbarcazione offrirà l’opportunità di approfondire la comprensione della biodiversità, delle dinamiche geologiche e delle conseguenze dei cambiamenti climatici sui mari italiani.

La capacità di spingersi fino a 4.000 metri di profondità permette indagini in aree prima poco accessibili. Questo contribuirà a individuare fenomeni come deformazioni sottomarine o alterazioni ecosistemiche, e a raccogliere dati essenziali sulle risorse marine. In questo modo sarà più facile pianificare programmi di salvaguardia e di intervento, oltre a valutare l’impatto di infrastrutture già presenti o in costruzione.

La nave garantirà spazio e strumenti per monitoraggi ambientali prolungati, compresi campionamenti di acqua, flora e fauna. Le analisi condotte potranno definire scenari evolutivi e facilitare l’adozione di misure protettive. Questa attività si collega a un impegno più ampio rivolto alla sicurezza ecosistemica e all’uso sostenibile dei mari, temi al centro delle politiche ambientali italiane ed europee.

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