Nuova indagine sul delitto di Garlasco: prelievi di dna su persone non indagate per chiarire i fatti del 13 agosto 2007

Nuova indagine sul delitto di Garlasco: prelievi di dna su persone non indagate per chiarire i fatti del 13 agosto 2007

La procura di Pavia amplia le analisi del dna su testimoni e persone legate a indagati per identificare nuove tracce nel delitto di Garlasco avvenuto il 13 agosto 2007 in via Pascoli.
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La procura di Pavia riapre le indagini sul delitto di Garlasco ampliando le analisi del DNA su nuovi soggetti per identificare tracce biologiche ancora sconosciute e chiarire la dinamica della notte del 13 agosto 2007. - Gaeta.it

Il delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007, torna all’attenzione della giustizia con una nuova inchiesta che allarga il campo delle analisi genetiche. Dopo anni di indagini e processi, la procura di Pavia ha ordinato prelievi di dna su persone che non risultano indagate, per cercare di ricostruire in modo più preciso chi fosse presente nella villetta di via Pascoli quella sera. L’obiettivo è confrontare le tracce biologiche raccolte sul luogo del delitto con nuovi campioni, per provare a identificare profili ancora sconosciuti.

Ampliamento delle analisi genetiche su testimoni e persone legate agli indagati

Il gip Daniela Garlaschelli ha autorizzato il prelievo di dna su alcune persone coinvolte indirettamente nella vicenda, tra cui le gemelle Cappa, cugine di Chiara Poggi, e Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi. A questi si aggiungono Mattia Capra, Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti, che hanno legami con Andrea Sempio, l’unico indagato al momento in questa fase dell’inchiesta. Lo scopo è ottenere nuovi materiali da confrontare con tracce biologiche già esaminate in passato.

Questa strategia punta a verificare l’eventuale presenza di altri soggetti all’interno della villetta la notte del delitto. Le tracce di sangue sul tappetino del bagno, il dna sotto le unghie di Chiara e le impronte sui cartoni della pizza rappresentano elementi chiave che finora non hanno ancora offerto risposte definitive. Il prelievo sui nuovi soggetti potrà chiarire se alcune geneticamente corrispondano a chi ha lasciato quelle tracce.

Confronto tra vecchie e nuove tracce biologiche raccolte sul luogo del delitto

Le indagini hanno raccolto negli anni una quantità di tracce biologiche diverse, spesso difficili da associare con certezza a un solo individuo. Sul tappetino del bagno gli esperti hanno rilevato sangue che potrebbe offrire informazioni sul primo momento della tragedia. Sotto le unghie di Chiara è stato rinvenuto dna appartenente a una persona che ancora non ha un’identità certa. Anche le impronte sui cartoni della pizza rappresentano una chiave per capire i movimenti dei presenti.

Adesso queste tracce verranno messe a confronto con il dna prelevato nelle ultime ore. L’esame genetico permetterà di verificare se si può collegare qualche profilo nuovo a quelle tracce, escludendo o includendo persone che finora non erano state considerate. Questo lavoro di incrocio potrà aiutare a riscrivere i passaggi della serata, facendo emergere aspetti finora rimasti nell’ombra.

Reazioni e posizioni dagli avvocati delle parti coinvolte

Il legale di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, ha definito l’apertura di nuove verifiche un segnale positivo per la trasparenza e l’imparzialità dell’indagine. Questa scelta rappresenta un tentativo di approfondimento senza pregiudizi, così da esaminare ogni possibile pista e ricostruire la verità. L’avvocato Tizzoni, che assiste la famiglia Poggi, ha confermato che rimane un profilo genetico ancora da identificare, confermando la necessità di proseguire nelle verifiche.

Le posizioni riflettono una fase delicata della vicenda giudiziaria, con l’obiettivo di recuperare informazioni che possano fugare dubbi e consolidare certezze. L’attenzione resta alta proprio perché nuovi elementi biologici potrebbero cambiare la direzione delle indagini e orientare la strategia giudiziaria nei mesi a venire.

Tempistiche previste per le analisi e prossimi appuntamenti in tribunale

Le attività di raccolta e confronto del dna inizieranno a partire dal 17 giugno e saranno portate avanti per circa tre mesi. Questo periodo servirà agli esperti per effettuare tutte le analisi necessarie e per valutare con attenzione i risultati emersi. La complessità degli esami richiede tempo e precisione, per evitare errori o risultati parziali.

Il prossimo importante appuntamento in tribunale è fissato per il 24 ottobre, quando verranno presentati i primi esiti dell’indagine e si discuteranno eventuali sviluppi processuali. Questa scadenza segnerà un momento decisivo nella gestione del procedimento, che resta aperto e sotto osservazione a distanza di quasi vent’anni dall’omicidio.

L’inchiesta continua, dunque, cercando di riunire tutti i pezzi del puzzle per fare luce su ciò che effettivamente accadde quella notte nella villetta di via Pascoli a Garlasco.

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