Nuova governance e incertezze sui porti, dal presidente di assagenti un monito sulla riforma in corso

Nuova governance e incertezze sui porti, dal presidente di assagenti un monito sulla riforma in corso

La governance portuale italiana è al centro del dibattito a Genova, con Assagenti e Gianluca Croce che evidenziano ritardi, incertezze infrastrutturali e la necessità di tempi certi per sostenere traffici e investimenti.
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L’articolo evidenzia le criticità e le lentezze nella riforma della governance portuale italiana, sottolineando l’urgenza di tempi certi e ruoli chiari per migliorare infrastrutture, efficienza e competitività dei porti nazionali. - Gaeta.it

Le questioni legate alla riforma della governance portuale restano al centro del dibattito in Italia, con diverse istituzioni e soggetti coinvolti a vario titolo. A Genova, durante l’assemblea di Assagenti, il presidente Gianluca Croce ha sottolineato come la situazione nei porti stia vivendo una fase di avanzamento lento e carica di dubbi, con rischi concreti per i traffici mercantili e la logistica nazionale.

La lentezza verso una nuova governance portuale

Gianluca Croce ha descritto la situazione attuale dei porti come una marcia faticosa verso l’adozione di una nuova governance, necessaria per rispondere alle esigenze moderne del traffico marittimo. Secondo il presidente di Assagenti, la riforma appare appesantita da troppe interferenze. Tra i protagonisti in campo, non mancano soggetti che, pur non avendo competenze ufficiali, provano a proporre soluzioni e modifiche. Ciò rischia di confondere il quadro, rallentare i processi e ostacolare una chiara definizione delle responsabilità.

L’obiettivo dichiarato sarebbe invece quello di mettere ordine in un sistema complesso, che collega vari enti di controllo, operatori portuali e imprese di navigazione. Questa riorganizzazione si impone per tenere il passo dell’economia globale, che richiede strategie più snelle e servizi più puntuali. Eppure, la strada da percorrere sembra ancora lunga, tra attese e attacchi trasversali.

Mancanza di certezze sui tempi delle opere infrastrutturali

Un tema centrale dell’intervento di Croce riguarda i cronoprogrammi delle opere infrastrutturali, presentati in vari contesti ma ancora poco affidabili sotto il profilo dei tempi. Il presidente di Assagenti ha evidenziato come queste tempistiche siano fondamentali, non solo per la realizzazione fisica degli interventi ma per l’intera catena logistica. Dalla programmazione delle rotte marittime alle operazioni portuali, tutto dipende dal rispetto di scadenze credibili.

Nel discorso emerso a Palazzo San Giorgio, a Genova, è chiaro che l’incertezza sulle opere rischia di bloccare investimenti e di frenare la capacità dei porti italiani di attrarre più traffico. Gli armatori, in particolare, hanno bisogno di certezze per pianificare le loro attività e scegliere le rotte migliori. Senza una roadmap definitiva, si moltiplicano i rischi di inefficienze e perdite economiche.

L’accelerazione richiesta dalla politica e dal mondo economico

Il monito di Assagenti offre un messaggio diretto alle istituzioni e alla politica: il tempo a disposizione per una risposta efficace è poco. Gianluca Croce ha ricordato come l’orologio dell’economia e della logistica non segua più i ritmi di un tempo. La velocità con cui si svolgono i commerci internazionali impone scelte tempestive e organizzazioni rapide.

I porti italiani, con la loro posizione strategica nel Mediterraneo, giocano un ruolo cruciale per l’export e l’import, ma questo ruolo si può consolidare solo se la gestione e la programmazione migliorano concretamente. Le sfide sono legate anche alle richieste degli operatori privati, che attendono segnali chiari prima di scommettere su nuove rotte o strutture. La politica deve farsi carico di queste esigenze, assicurando che le progettualità abbiano tempi certi e verificabili.

La prospettiva futura della governance portuale

Il dialogo sulla governance portuale è aperto e coinvolge diversi attori che puntano a trovare un modello più efficiente per il sistema portuale nazionale. Tuttavia, il percorso appare irto di ostacoli burocratici e di contrasti fra soggetti con interessi diversi. Assagenti richiede che si definiscano con precisione ruoli e responsabilità, evitando che chi non ha mandato specifico intervenga nei processi decisionali.

Sul piano pratico, la riforma dovrà garantire che le infrastrutture siano realizzate in tempi congrui. Solo così si potrà costruire un sistema portuale capace di rispondere alle nuove sfide dei traffici globali. Anche i servizi per gli armatori devono migliorare, offrendo stabilità e affidabilità necessari per programmare operazioni di successo.

L’assemblea di Assagenti segnala dunque la necessità di un cambio di passo, evitando ulteriori slittamenti e indecisioni. La governance portuale italiana dovrà dimostrare di saper stare al passo con i bisogni concreti di chi ogni giorno lavora e fa business sulle rotte marittime.

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