La procura di Pavia ha riaperto le indagini sul dna legato a un caso controverso, basandosi su dati già raccolti e procedendo con nuove analisi statistiche. Senza poter contare sul materiale originale, i periti hanno però trovato risultati che confermano con precisione l’origine del dna. La questione riguarda una valutazione di probabilità tutt’altro che marginale, che punta direttamente ad Andrea Sempio come soggetto a cui il profilo genetico appartiene.
Gli esperti della procura tornano sui dati forensi del caso di pavia
Gli specialisti incaricati dalla procura hanno deciso di rivedere i risultati ottenuti durante i primi esami sul dna che si riferisce al caso aperto a Pavia. Non disponendo più del campione originario, la mancanza del materiale ha imposto a questi periti di lavorare esclusivamente sui dati raccolti in precedenza. Per affrontare l’indagine, sono stati utilizzati strumenti tecnici aggiornati e software specifici per l’analisi statistica del dna, tra cui Y-Str Mixture Calculation, un programma all’avanguardia per la valutazione delle tracce genetiche maschili.
Questi strumenti hanno reso possibile una stima più precisa della probabilità che il dna in questione appartenga ad Andrea Sempio piuttosto che a un soggetto non identificato. I risultati si sono tradotti in un margine di probabilità che varia da 476 a 2.153 volte superiore a favore di Sempio, un dato significativo che rafforza l’ipotesi della sua attribuzione al dna analizzato. I periti sottolineano, però, i limiti dell’indagine dovuti proprio all’assenza del materiale originale, elemento fondamentale per la certezza assoluta su qualsivoglia contaminazione dei campioni.
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Le difficoltà derivanti dall’assenza del campione originale
La mancanza del materiale biologico originale rappresenta un ostacolo importante nella verifica di tracce di dna. Nel caso di Pavia, questo fattore ha costretto i periti a basarsi strettamente su ciò che era già stato archiviato e documentato durante le procedure iniziali. Senza poter riesaminare direttamente le tracce fisiche, gli esperti hanno dovuto considerare la possibilità che contaminazioni o errori avvenuti nella fase di raccolta o conservazione possano aver influito sul risultato.
Carlo Previderé e Pierangela Grignani, che vantano competenze specifiche in casi di dna complessi come quello di Yara Gambirasio, hanno messo in evidenza quanto sia difficile negare completamente la possibilità di contaminazione senza avere il campione originale. La chiarezza investigativa richiede sempre un punto di partenza fisico solido e integro, assente in questa fase, e ciò limita la certezza degli accertamenti pur mantenendo una precisa indicazione statistica.
L’appuntamento del 17 giugno per i nuovi accertamenti su dati esistenti
Il 17 giugno si aprirà una nuova fase di analisi, sempre a Pavia, dove i periti dovranno lavorare esclusivamente su dati già raccolti in passato. Questa attività mira a confermare e approfondire le probabilità di appartenenza del dna ad Andrea Sempio seguendo le nuove linee di indagine aperte dalla procura. Non sarà possibile reintervenire sui campioni fisici ma sarà un passaggio rilevante per rafforzare la validità dei risultati ottenuti.
Focus sulle tecniche e obiettivi delle nuove verifiche
Durante questa tornata di verifiche, gli esperti si concentreranno sulle informazioni fornite dai programmi statistici applicati e sulle varie simulazioni possibili per escludere o confermare ipotesi alternative. L’obiettivo è mettere a fuoco la certezza dei risultati attraverso il confronto e il riutilizzo sistematico dei dati originari. Questi nuovi accertamenti potrebbero rappresentare un passo importante nel procedimento di Pavia, anche se non eliminano i dubbi legati alle condizioni del materiale originario.