La tragica scomparsa di Omar Bassi, un giovane di 23 anni originario di Bollate, ha scosso la comunità locale e sollevato importanti interrogativi sulla sicurezza nelle discoteche. Il ragazzo, il cui destino è stato segnato da una violenta aggressione da parte del personale di sicurezza di un locale, è deceduto a causa di un’emorragia cerebrale che si è manifestata alcune settimane dopo l’incidente. L’episodio avvenuto in una discoteca di Origgio, in provincia di Varese, ha acceso i riflettori sulla necessità di un controllo più rigoroso delle dinamiche di sicurezza nei luoghi di intrattenimento.
La festa di compleanno e l’aggressione
I fatti alla discoteca di Origgio
Omar Bassi era presente alla festa di compleanno di suo cugino il 20 luglio, una serata che si doveva concludere con gioia e festeggiamenti, ma che si è tramutata in un incubo. Durante la serata, un litigio tra due ragazzi a un tavolo adiacente ha attirato l’attenzione del personale di sicurezza della discoteca. Secondo quanto riportato, l’intervento degli uomini della sicurezza sarebbe stato caratterizzato da un’eccessiva brutalità. I buttafuori hanno aggredito indistintamente gli ospiti, colpendo anche il fratello minore di Omar. In un gesto di protezione, il giovane ha deciso di intervenire e ha sferrato un pugno a uno dei buttafuori.
Le conseguenze sono state devastanti. Gli uomini della sicurezza, in un numero di cinque, hanno reagito con violenza sproporzionata, riducendo Omar a un bersaglio impotente, mentre altri occupavano la scena per tenere lontani i familiari e gli amici. La testimonianza della cugina di Omar, pubblicata sul quotidiano La Prealpina, ha reso palpabile la ferocia dell’aggressione. Un confronto impari che ha portato a una violenza inaccettabile all’interno di un luogo che dovrebbe garantire divertimento e sicurezza.
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Il dimissioni dall’ospedale e la tragica diagnosi
Le conseguenze dell’aggressione
Subito dopo l’aggressione, i genitori di Omar lo hanno portato all’ospedale Sacco di Milano per ricevere assistenza. Tuttavia, la loro attesa, durata due ore, si è conclusa con il ritorno a casa, senza una valutazione accurata dei traumi subiti. Solo in un secondo momento, Omar è stato visitato in un altro ospedale milanese, dove i medici hanno diagnosticato contusioni multiple al viso, ferite alla mucosa orale e un trauma cranico. La prognosi iniziale stabilita era di tre giorni, e a Omar è stato prescritto paracetamolo.
Questi eventi sollevano interrogativi sulla prontezza e sull’accuratezza del trattamento ricevuto. La cugina del giovane ha denunciato come i medici non abbiano considerato la gravità delle condizioni di Omar, dimettendolo con codice verde e sottovalutando i segni preoccupanti di un possibile trauma cranico.
La morte e le indagini avviate
Le ultime ore di Omar e le conseguenze tragiche
Il 5 agosto, mentre si trovava in Calabria, Omar ha avuto un malore improvviso mentre si trovava in doccia. I genitori, trovandolo a terra, non hanno perso tempo e hanno chiamato il numero di emergenza 118. Dopo il trasporto all’ospedale Riuniti, una TAC ha rivelato la tragica verità: Omar era in stato di morte cerebrale. Questo inatteso colpo del destino ha portato la famiglia a denunciare non solo l’aggressione subita in discoteca, ma anche quella che considerano una negligenza medica da parte del secondo ospedale. La cugina ha dichiarato che, se non fosse stato per l’aggressione e per un’accurata valutazione medica, Omar sarebbe ancora vivo.
L’ufficio del pubblico ministero ha già avviato indagini sull’accaduto, e il corpo di Omar sarà sottoposto ad autopsia per chiarire le cause della morte. La Procura di Busto Arsizio è stata coinvolta nello scrutinio di questo caso altamente sensibile, che non solo tocca il rispetto della vita umana, ma solleva anche questioni etiche riguardo alla sicurezza pubblica e alla responsabilità delle strutture ricreative. La comunità si stringe attorno alla famiglia di Omar Bassi in un momento di dolore incommensurabile, sperando che la verità venga a galla e che giustizia venga fatta.