La linea ferroviaria che collega paternò a randazzo offre un percorso di circa un’ora e mezza, attraversando un territorio dove la natura e la storia si intrecciano attraverso piccoli centri agricoli e scenari naturali unici. Questo tratto si distingue per i suoi paesaggi che mutano dalle aree rurali fino ai pendii dell’Etna, regalando viste che riflettono la complessità geologica e culturale della zona.
paesini agricoli e gallerie nel primo tratto da paternò a bronte
La tratta parte da paternò, un centro di modeste dimensioni noto per l’attività agricola, e prosegue verso adrano, altro borgo a vocazione rurale. Questi villaggi rappresentano l’anima agricola della zona, con coltivazioni che vanno a costituire il tessuto economico locale. La ferrovia si addentra in un territorio discreto, con fermate che fermano il treno solo nei centri più piccoli e isolati. Tra paternò e bronte, il treno si muove attraverso diverse gallerie, che tagliano le colline creando un ritmo alternato di luci e ombre ai viaggiatori. Questi passaggi sotterranei nascondono la natura intatta circostante che, appena il treno riemerge, si mostra in tutta la sua freschezza, tra campi aperti e coltivazioni tradizionali.
I borghi di paternò e adrano mantengono ancora un’atmosfera d’altri tempi, con strade strette e scorci legati a una vita rurale che non ha subito profonde trasformazioni negli ultimi decenni. Il paesaggio accompagna il viaggio in treno dove ogni fermata sembra scandire la quiete di una zona lontana dal caos cittadino. In questa prima parte, la natura mostra la sua semplicità, ma si prepara a cambiare in modo significativo man mano che il convoglio avanza verso bronte.
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I pistacchieti e i fichi d’india: un contrasto tra natura e ambiente vulcanico
Superato bronte, la natura assume un carattere più particolare. Questo tratto è noto per ospitare distese di pistacchieti che, specialmente durante la fioritura, dipingono il territorio con tonalità che vanno dal rosa tenue al verde acceso. Il pistacchio di bronte è un prodotto conosciuto a livello internazionale; la sua presenza lungo la ferrovia offre uno spettacolo vegetale e un richiamo alla tradizione locale che ruota attorno a questa coltivazione pregiata.
Intorno alla ferrovia, i fichi d’india si diffondono abbondanti, quasi ovunque, mettendo in risalto un paesaggio che si confronta con il suolo vulcanico. Le piante di fichi d’india sembrano resistere all’ambiente difficile, segnato dal caldo terreno lavico, creando un elemento di verde brillante nel paesaggio bruno e grigio della zona. Questo contrasto rende la vista dal finestrino particolarmente interessante, mostrando come la vita riesca a insistere in ambienti apparentemente ostili.
Il percorso attraversa ancora centri minori come maletto e gurrida, dove la presenza umana si fa sentire in modo più sporadico. Qui, la ferrovia disegna una linea che si inserisce senza invadere troppo il suggestivo contesto naturale, un equilibrio che parla di una convivenza tra infrastrutture e ambiente conservato.
l’altitudine e la presenza imponente del monte etna
Arrivando a rocce calanna, il treno raggiunge la quota più alta lungo questa tratta, a 967 metri sul livello del mare. Qui, la natura mostra un volto più aspro e selvaggio. L’aria si fa più fresca, e i panorami si aprono sulla montagna che regna sovrana sulla zona: il monte etna. La montagna, con i suoi 3333 metri, si erge maestosa e vigila sul passaggio della littorina.
L’Etna è conosciuto per la sua attività vulcanica continua che modella costantemente il territorio circostante. Quando erutta, il vulcano regala spettacoli di colate di lava che disegnano nuove forme sulle pendici e creano sfumature cromatiche uniche. Questi eventi sono seguiti con attenzione dalle comunità locali e attirano studiosi e turisti interessati al fenomeno naturale. Il treno che attraversa questa zona fa sentire la presenza viva del vulcano, in un paesaggio che racconta sia la rilassatezza di villaggi storici, sia la forza della natura.
La combinazione tra coltivazioni alimentate dalla ricchezza del suolo vulcanico e il paesaggio selvaggio dell’altopiano rende questa ferrovia un percorso che unisce storia, natura e geologia in un solo viaggio, una realtà che pochi altri territori possono offrire in modo così nitido.