Nicola lodi condannato a 7 mesi per lo sgombero del campo nomadi di via delle bonifiche a Ferrara

Nicola lodi condannato a 7 mesi per lo sgombero del campo nomadi di via delle bonifiche a Ferrara

Nicola Lodi condannato a sette mesi per lo sgombero del campo nomadi in via delle bonifiche a Ferrara, mentre Marco Sortini assolto; il sindaco Alan Fabbri e la Lega sostengono l’operazione controversa.
Nicola Lodi Condannato A 7 Mes Nicola Lodi Condannato A 7 Mes
Nicola Lodi, ex vicesindaco di Ferrara, è stato condannato a sette mesi per il deposito illecito di rifiuti durante lo sgombero del campo nomadi di via delle bonifiche nel 2019, mentre altri reati sono stati prescritti o assolti. - Gaeta.it

L’ex vicesindaco di Ferrara, Nicola Lodi, è stato condannato a sette mesi di carcere per la vicenda dello sgombero del campo nomadi in via delle bonifiche, avvenuto il 2 ottobre 2019. L’intervento, che aveva suscitato molte polemiche, era stato realizzato con una ruspa in quella che è passata alla cronaca come una vera e propria “russina show”. La sentenza è arrivata dopo un processo che ha affrontato diverse contestazioni legali, alcune delle quali si sono concluse con prescrizioni o assoluzioni.

Dettagli della sentenza e reati contestati

Nicola Lodi è stato giudicato responsabile di deposito non autorizzato di rifiuti pericolosi e non, legati alla demolizione delle casette del campo nomadi. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, i rifiuti derivavano dalle attività di abbattimento effettuate durante lo sgombero. Un altro capo d’imputazione riguardava l’usurpazione di pubbliche funzioni, perché l’ex vicesindaco avrebbe bypassato il dirigente del settore opere pubbliche, organizzando autonomamente un cantiere mai formalizzato.

La posizione della giudice onoraria anna maria totaro

La giudice onoraria Anna Maria Totaro ha dichiarato invece estinto per prescrizione il reato relativo alla mancata osservanza delle norme sulla sicurezza sul lavoro: durante lo sgombero infatti, la zona era aperta, con la ruspa in movimento e l’accesso esteso anche alla stampa, circostanza che aveva già sollevato critiche e preoccupazioni. Questa parte del procedimento si è chiusa senza condanne, dato il tempo trascorso.

Reazioni della difesa e dell’imputato

L’avvocato Carlo Bergamasco, difensore di Lodi, ha sottolineato come la condanna sia arrivata per motivi differenti dall’istanza iniziale, quella legata alla ruspa. Bergamasco ha annunciato di voler esaminare le motivazioni della sentenza per presentare appello. Questo passaggio sarà importante per definire i prossimi movimenti legali.

Nicola Lodi ha commentato pubblicamente il verdetto definendolo “un attacco di natura politica, mascherato da questioni ambientali e burocratiche”. Ha ribadito di condividere la decisione di procedere allo sgombero, affermando che “rifarei la stessa operazione anche domani mattina”, a conferma della sua posizione sulla necessità dell’intervento.

Posizione del sindaco e reazioni politiche

Il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, si è schierato a sostegno di Lodi, dichiarandosi orgoglioso per l’operazione che ha definito un “intervento fondamentale per la sicurezza e l’ordine pubblico”. Fabbri appartiene alla Lega, partito che ha espresso un giudizio positivo sull’azione dell’ex vicesindaco, ribadendo come quest’ultimo abbia agito per tutelare legalità e dignità nei confronti di una situazione delicata come quella del campo nomadi in via delle bonifiche.

La vicenda ha quindi un chiaro risvolto politico, che si riflette nel sostegno fornito da alcune forze mentre altre hanno criticato metodi e modalità dello sgombero. Questa sentenza rappresenta un punto di svolta all’interno di una vicenda che aveva già diviso l’opinione pubblica ferrarese.

Posizione dell’azienda fornitrice della ruspa e assoluzione

Marco Sortini, titolare dell’azienda che aveva messo a disposizione la ruspa utilizzata durante lo sgombero, è stato assolto da ogni accusa nel processo. È emerso con chiarezza che Sortini non ha avuto un coinvolgimento diretto nelle decisioni e nella gestione dello sgombero stesso. Questa assoluzione ha escluso responsabilità a carico della ditta, limitando le contestazioni al singolo ex amministratore.

La netta distinzione tra i ruoli in questa vicenda è stata fondamentale per chiarire i confini di responsabilità, soprattutto rispetto agli aspetti tecnici e operativi del cantiere occasionale allestito senza supervisione formale.

L’intera vicenda, con le condanne e le assoluzioni, rimette in primo piano il tema della gestione dei campi nomadi in città e le reazioni politiche e sociali a interventi di questo tipo. Sul caso di Ferrara, le discussioni legali e politiche continuano ad avere eco anche a distanza di diversi anni.

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