Il premio Flaiano 2025 per la narrativa under 35 è stato assegnato a Nicola H. Cosentino per il romanzo “C’è molta speranza “, pubblicato da Guanda. Questo riconoscimento arriva dopo il clamoroso secondo posto ottenuto dall’autore nel 2023 con un altro suo libro, “Le tracce fantasma”. La cerimonia, tenutasi all’Aurum di Pescara, ha visto la partecipazione di altre due finaliste, così come la consegna di premi speciali, confermando l’importanza della kermesse culturale nel panorama letterario italiano. Vediamo come si è svolta la serata e cosa racconta quest’opera che ha conquistato giuria e pubblico.
La cerimonia del premio flaiano 2025 a pescara
Il 2025 ha segnato per Pescara il ritorno del premio Flaiano con una cerimonia che ha richiamato personalità del mondo della cultura e della letteratura. L’evento si è aperto con la consegna del premio speciale per la cultura a Roberto Vecchioni, nota figura della musica e della letteratura italiana. In seguito si sono susseguiti premi dedicati all’italianità, organizzati in collaborazione con gli istituti italiani di cultura all’estero.
La serata si è poi concentrata sui riconoscimenti letterari principali: tra questi, il premio Flaiano per la narrativa under 35, rivolto ai giovani autori, e quello over 35, assegnato a Mario Desiati per il romanzo “Malbianco”. La giuria tecnica, affiancata da cento lettori, ha fornito voti che hanno premiato la capacità di raccontare storie capaci di intercettare il presente e i mutamenti sociali nelle opere finaliste e vincitrici.
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I maggiori protagonisti della serata
Nicola H. Cosentino, dunque, si è imposto tra gli autori più promettenti della nuova generazione, distaccando concorrenti come Francesco Aloia e Antonio Galetta. Il suo libro è stato scelto sia dalla giuria di esperti, sia dal pubblico, segno di una sintonia che pochi titoli riescono a creare oggi.
Chi è nicola h. cosentino, autore di successo
Nicola H. Cosentino nasce a Cosenza, ma vive a Milano, dove ha svolto buona parte del lavoro che gli ha valso l’attenzione nel mondo letterario. Ha 34 anni e si è formato in ambito politico e culturale, con una laurea in Scienze politiche e relazioni internazionali. Allargare i propri orizzonti lo ha portato a conseguire un dottorato di ricerca con studi sociologici e culturali svolti tra Londra e Coimbra.
Non è alla prima esperienza: nel 2018 si è già distinto vincendo il premio Brancati giovani con “Vita e morte delle aragoste”, che ha ricevuto consensi per la sua scrittura rigorosa e per la capacità di coniugare riflessioni personali a un discorso più ampio sulla società. Con “C’è molta speranza “ arriva al suo quarto romanzo, confermando un percorso che intreccia narrazione e studio del presente.
Doppio ruolo tra critica e scrittura
Oltre alla letteratura, Cosentino collabora come critico letterario, una doppia veste che lo avvicina al materiale narrativo da più punti di vista, contribuendo alla complessità dei suoi libri e alla profondità dei temi trattati.
Il contenuto e il valore di “c’è molta speranza “
Il romanzo di Nicola H. Cosentino si presenta come un’opera attraversata da più registri narrativi: mescola elementi del personal essay, dell’inchiesta e del pamphlet. Non è solo un’autobiografia o un racconto intimo, ma un’indagine sui desideri e sulle aspettative che spingono ogni individuo.
La domanda che muove il libro, posta quasi come un’inchiesta: “Cosa desidera più di tutto il tuo cuore?” diventa una lente per osservare chi siamo oggi. Attraverso racconti e riflessioni, Cosentino esplora i desideri di diverse persone, tracciando una mappa delle speranze collettive.
Un’indagine profonda e collettiva
Questo percorso non si limita alla superficie ma scava nei sentimenti profondi, facendo emergere tensioni e aspirazioni che spesso rimangono nascoste. Intrecciando le storie degli altri con la propria esperienza, l’autore riesce a mostrare come i sogni individuali rivelino, in realtà, dinamiche sociali molto ampie.
Il libro invita a guardare dentro di noi e all’intorno, riconoscendo che il desiderio è una chiave per comprendere non solo la singola esistenza, ma anche la società che ci circonda. In questo senso, il testo diventa uno specchio che riflette una realtà complessa e in trasformazione.