Nel carcere di castrogno a teramo due fermati con sei cellulari e caricabatterie nascosti

Nel carcere di castrogno a teramo due fermati con sei cellulari e caricabatterie nascosti

Al carcere di Castrogno, Teramo, due persone fermate per aver introdotto sei smartphone vietati; il sindacato Sappe denuncia carenza di personale e sovraffollamento che compromettono la sicurezza.
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Al carcere di Castrogno (Teramo) due persone sono state fermate per aver introdotto illegalmente sei telefoni cellulari con caricabatterie, episodio che ha evidenziato problemi di sovraffollamento e carenza di personale, denunciati dal sindacato della polizia penitenziaria. - Gaeta.it

Al carcere di Castrogno, Teramo, due persone sono state fermate dopo aver gettato all’interno dell’intercinta sei telefoni cellulari con i rispettivi caricabatterie. La vicenda ha richiamato l’attenzione dei sindacati della polizia penitenziaria che denunciano la cronica carenza di personale nella struttura. Questo episodio si inserisce in un contesto segnato da sovraffollamento e difficoltà organizzative.

I fatti avvenuti nel carcere di castrogno

La scoperta è avvenuta nel cortile interno del carcere di Castrogno, nel pomeriggio del 2025. Due detenuti, sottoposti a fermo di polizia giudiziaria, hanno cercato di introdurre dei pacchetti oltre la recinzione che delimitava la zona riservata agli agenti. Le guardie penitenziarie, presenti nella zona, si sono accorte del gesto e sono intervenute rapidamente. Nel controllo dei pacchetti sono stati trovati sei smartphone accompagnati da altrettanti caricabatterie, strumenti vietati all’interno delle mura del carcere.

Il fermo dei due soggetti è scattato immediatamente. L’accaduto è stato segnalato alle autorità competenti. Le indagini proseguono per stabilire se il materiale fosse destinato all’uso personale o a scopi illeciti più complessi. L’episodio ha evidenziato una criticità nelle procedure di accesso e nei controlli esterni che non sempre riescono ad impedire il passaggio di oggetti proibiti.

La denuncia del sindacato autonomo polizia penitenziaria

Il sindacato Sappe ha commentato l’episodio sottolineando due elementi. Il primo riguarda la professionalità del personale penitenziario che non si è fatto sorprendere nonostante le difficoltà. Il secondo è il richiamo alla problematica del personale insufficiente che grava sul sistema carcerario nazionale, forse accentuato in strutture come quella di Castrogno. Giuseppe Pallini, segretario provinciale del Sappe, ha espresso soddisfazione per l’operato degli agenti, ma ha ribadito l’urgenza di un aumento degli organici.

Il sindacato segnala anche un problema diffuso di sovraffollamento nelle carceri italiane. Questa situazione rende più complicata la gestione quotidiana e la sicurezza all’interno delle strutture. La mancanza di agenti in numero adeguato porta a situazioni di disagio e rischi maggiori sia per il personale che per i detenuti. Il Sappe chiede misure urgenti per mitigare questi ostacoli, compreso un riconoscimento per gli agenti che affrontano le difficoltà con impegno costante.

Le preoccupazioni del segretario generale donato capece

Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha definito quasi routine i sequestri di telefoni cellulari e droga all’interno delle carceri italiane, di cui l’episodio di Castrogno sarebbe l’ennesimo esempio. Secondo Capece, questi ritrovamenti confermano la necessità di intervenire rapidamente per migliorare le condizioni di lavoro e la sicurezza nelle carceri. La sua richiesta coinvolge le istituzioni politiche e amministrative a vario livello, affinché vengano messe in atto azioni concrete a tutela degli agenti.

Come evidenzia Capece, l’uso e la diffusione di telefoni vietati rappresentano un grave problema nel controllo delle attività illecite dentro e fuori dal carcere. Questi dispositivi possono facilitare la comunicazione tra detenuti e complici esterni, ostacolando le indagini e la prevenzione di reati. La sua posizione porta l’attenzione su un punto spesso sottovalutato: il supporto al personale per evitare che simili episodi si moltiplichino.

Le richieste del sindacato restano aperte, mentre Castrogno continua a registrare episodi legati a oggetti proibiti e comportamenti irregolari. Le prossime settimane saranno decisive per capire se arriveranno risposte concrete alle sollecitazioni avanzate, ma la vicenda segna l’urgenza di un intervento mirato nel sistema penitenziario teramano.

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