National biodiversity future center lancia un programma per giovani e manager focalizzato su sostenibilità e tecnologia

National biodiversity future center lancia un programma per giovani e manager focalizzato su sostenibilità e tecnologia

Il National Biodiversity Future Center, con Deloitte, Luiss Business School e Cnr, lancia NBFC Upskilling per formare giovani talenti e manager sull’uso di IA, IoT e bioinformatica nella tutela della biodiversità.
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Il National Biodiversity Future Center, in collaborazione con Deloitte, Luiss Business School e Cnr, lancia un programma formativo per giovani e manager focalizzato su biodiversità, sostenibilità e tecnologie avanzate, con finanziamenti per sviluppare startup ambientali innovative. - Gaeta.it

Un’iniziativa nata per supportare giovani talenti e manager dell’innovazione si concentra sulla biodiversità e la sostenibilità ambientale. Il national biodiversity future center, in collaborazione con istituti come Deloitte, Luiss business school e il Cnr, ha aperto un nuovo programma di formazione che punta a sviluppare competenze e progetti concreti. L’intento è stimolare la creazione di startup innovative che mettano al centro la tutela degli ecosistemi, sfruttando tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, l’IoT e la bioinformatica. Più di cento persone parteciperanno, contribuendo a combattere alcune delle sfide più pressanti per l’ambiente.

Il percorso formativo nbfc upskilling e le sue caratteristiche

Il progetto NBFC Upskilling mira a formare figure in grado di progettare soluzioni sofisticate nel campo della conservazione ambientale. Sono coinvolti giovani e manager con interesse per la sostenibilità e il miglioramento della biodiversità. La formazione non si limita alla teoria: i partecipanti lavoreranno su idee concrete da trasformare poi in programmi operativi, in grado di avere un impatto reale. Sono previste risorse tecniche di alto livello e una rete di tutor esperti per accompagnare ogni fase del percorso.

Focus su nuove tecnologie

Il focus su nuove tecnologie rende il programma particolarmente attuale. Intelligenza artificiale e Internet of Things rappresentano infatti strumenti in grado di raccogliere dati, analizzarli e intervenire sulle risorse naturali in modo preciso e mirato. La bioinformatica, da parte sua, permette di studiare e interpretare la complessità degli ecosistemi. Questi strumenti consentono di affrontare problematiche ambientali con approcci più efficaci rispetto al passato. Il risultato è un’accelerazione verso il raggiungimento di obiettivi di tutela dell’ambiente che, fino a pochi anni fa, sarebbero stati complessi e costosi.

I sei percorsi specialistici a disposizione dei partecipanti

La fase di selezione dei 100 aspiranti partecipanti è ormai quasi conclusa. Fra questi, 60 avranno accesso a uno dei sei percorsi formativi strutturati su aree tematiche specifiche. Il primo riguarda il ripristino della biodiversità, interventi volti a recuperare habitat naturali degradati o a rivitalizzare specie animali e vegetali a rischio.

Un secondo percorso punta sul valore dei dati Nbfc, dati cioè raccolti e gestiti dall’istituto con l’obiettivo di migliorare le strategie di conservazione. I corsisti impareranno a interpretare queste informazioni e a farne strumento di decisione.

Biodiversità e benessere psicofisico

Si aggiunge il rapporto fra biodiversità e benessere psicofisico. Questo campo esplora come la tutela degli ecosistemi influisca positivamente sulla salute mentale e fisica delle persone, in contesti urbani e rurali, e come promuovere queste evidenze.

Altra area tematica riguarda la pesca sostenibile: tecniche e politiche per preservare le risorse acquatiche minimizzando l’impatto ambientale e mantenendo l’equilibrio degli habitat marini e lacustri.

La comunicazione gioca un ruolo cruciale. Un modulo specifico si concentra su come diffondere informazioni e sensibilizzare l’opinione pubblica, i cittadini e i decisori, sulle tematiche legate alla biodiversità.

Infine, il monitoraggio della biodiversità, con metodi di raccolta dati sul campo, sistemi di controllo e analisi per mantenere sotto osservazione gli ecosistemi. Un lavoro che aiuta a intervenire prontamente in caso di emergenze o di cambiamenti dannosi.

Sostegno economico e opportunità di sviluppo per i progetti selezionati

Ciascuno dei partecipanti selezionati riceverà un contributo finanziario di 30mila euro, destinato a rafforzare le proprie competenze e consentire la realizzazione dei progetti ideati nel corso della formazione. Questa somma facilita l’accesso a risorse, strumenti e collaborazioni indispensabili per sviluppare soluzioni concrete.

Al termine delle attività, tutti presenteranno le idee a una giuria composta da esperti e professionisti del settore. Le proposte ritenute migliori guadagneranno un premio aggiuntivo di 30mila euro, per supportare la crescita sul mercato e favorire l’ingresso nel mondo dell’imprenditoria ambientale.

Questo doppio sostegno economico crea una spinta verso la concretizzazione e la diffusione delle innovazioni. Si tratta, in pratica, di un investimento che lega formazione e impresa, offrendo a chi partecipa la possibilità di trasformare una visione in un’attività produttiva, a vantaggio dell’ambiente e della società.

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