I dati più recenti sull’andamento della natalità in italia mostrano un fenomeno persistente di diminuzione delle nascite. Nel 2024 il tasso di fecondità è stato record basso, influenzando non solo la dinamica demografica ma anche l’equilibrio economico e sociale del paese. Un nuovo studio, presentato a roma, ha offerto una valutazione approfondita degli effetti futuri basandosi su scenari dettagliati fino al 2050.
Il calo della natalità in italia nel 2024: numeri e contesto
L’istat ha confermato un tasso di fecondità pari a 1,18 figli per donna nel 2024, un livello che non si era mai registrato prima nella storia repubblicana. Questo dato ha comportato una diminuzione delle nascite totali, scese a circa 370 mila. La riduzione degli indicatori demografici riflette tendenze che si prolungano da decenni, complicando la situazione demografica del paese.
Le cause sono molteplici e spesso interconnesse: difficoltà economiche per le famiglie, instabilità lavorativa, ritardi nell’età media al primo figlio ma anche ragioni culturali e sociali. Tutto questo genera una domanda crescente di nuove politiche che supportino la famiglia, recovery decisioni immediate.
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Anche la composizione territoriale delle nascite cambia, con differenze tra regioni settentrionali e meridionali che si accentuano, influenzando i trend di sviluppo locale. Non a caso, le aree con minori servizi e opportunità tendono a registrare i tassi più bassi, mentre in alcune città la natalità mostra segnali di rallentamento più marcati.
Scenari futuri della natalità fino al 2050: ipotesi e previsioni
Lo studio presentato a roma ha elaborato tre possibili scenari fino al 2050 per fotografare le evoluzioni possibili di questo fenomeno. Il primo, quello base, presuppone la stabilità del tasso di fecondità intorno ai livelli registrati nel 2023, indicando un andamento piatto, senza miglioramenti significativi.
Il secondo scenario, più pessimista, si basa sull’andamento storico dal 1952 al 2023 e prevede un ulteriore calo delle nascite. Questo tratteggia uno scenario con conseguenze economiche molto rilevanti: una perdita stimata di 482 miliardi di euro per il sistema economico nazionale, cioè lo 0,8% del Pil annuo. Tale impatto deriva dalla riduzione della popolazione attiva futura e dalla minore domanda interna.
Infine, lo scenario più positivo ipotizza un incremento del tasso di fecondità a 1,39 figli per donna. Questo risultato potrebbe arrivare grazie a interventi mirati: politiche di sostegno alla famiglia, maggiore accessibilità alla procreazione medicalmente assistita e riforme dedicate. In questo caso, la crescita demografica favorirebbe un incremento delle entrate statali pari a 263 miliardi di euro lungo l’arco di tempo considerato.
L’importanza della procreazione medicalmente assistita e delle politiche sulla famiglia
Secondo Paolo Sciattella, docente alla facoltà di economia dell’università di roma Tor Vergata, il rafforzamento dell’accesso alla Pma rappresenta una leva fondamentale per migliorare i dati sulla natalità. Questo strumento, già previsto dai livelli essenziali di assistenza , va applicato con maggiore estensione per abbattere le barriere economiche e burocratiche che ancora oggi limitano molte coppie.
Il sostegno alla genitorialità si concretizza anche in riforme strutturali che incentivino con strumenti concreti la nascita dei figli: servizi di assistenza, miglioramento delle condizioni lavorative e sociali per i genitori, supporto economico mirato. Il quadro attuale richiede interventi immediati e coordinati per evitare ulteriori conseguenze negative sul welfare nazionale.
Da qui deriva l’appello a istituzioni e governi locali per intervenire con misure efficaci, aggiornate alle esigenze delle famiglie moderne. Solo così sarà possibile arginare il declino demografico in atto e garantire la sostenibilità del sistema nel medio-lungo termine.
L’evento a roma e il coinvolgimento degli enti nella discussione sulla natalità
La presentazione dello studio è avvenuta nella capitale durante l’evento istituzionale “Denatalità e sostenibilità del sistema di welfare”, organizzato con il contributo di Cencora Pharmalex, Spher-Social and Public Health Economic Research e Organon. L’iniziativa ha raccolto esperti del settore, ricercatori e rappresentanti istituzionali che hanno confrontato dati e possibili soluzioni, con particolare attenzione agli effetti socioeconomici della crisi demografica.
Questo dialogo ha evidenziato la necessità di politiche integrate e mirate, capaci non solo di affrontare le difficoltà attuali ma anche di migliorare la qualità della vita delle famiglie e la capacità del sistema sanitario e di welfare di rispondere ai nuovi bisogni.
Il quadro delineato rimane complesso, ma la presenza sul tavolo di studi dettagliati e di dati statistici aggiornati potrebbe orientare le scelte future in riferimento a un tema oggi centrale per l’intero paese.