Un uomo di 24 anni, cittadino ucraino residente a Napoli, è stato fermato dai carabinieri dopo aver messo a segno due truffe ai danni di anziani utilizzando il metodo del falso incidente. L’episodio si è svolto in provincia di Biella, ma ha visto la sua prima vittima in Valle d’Aosta. La dinamica della truffa è già nota alle forze dell’ordine, ma anche oggi ha ingannato due persone, spingendo a un inseguimento ad alta velocità e all’arresto del ragazzo.
La tecnica del falso incidente: come funziona e perché colpisce gli anziani
La truffa consiste nel chiamare una persona anziana fingendo un incidente stradale con coinvolgimento di un parente stretto della vittima. L’inganno si basa su un racconto allarmante, in cui un finto avvocato o un intermediario richiede subito un pagamento in contanti o in gioielli per risolvere la situazione ed evitare danni legali o medici. Il truffatore s’inventa un’emergenza per far scattare la paura e la fretta, e così inganna la vittima che consegna i soldi o i preziosi senza poterli controllare.
Questo schema prevedeva anche un emissario che ritirava il denaro per completare la truffa senza lasciare tracce dirette. Nonostante negli ultimi anni questa pratica sia molto diffusa e denunciata, resta efficace soprattutto contro anziani che non riescono a verificare immediatamente la situazione dei propri familiari. Da qui il pericolo più grande per questa fascia di popolazione, spesso emarginata dalla tecnologia e dalle comunicazioni rapide.
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La sequenza degli eventi da valle d’aosta a biella
Giovedì mattina la prima truffa è stata messa a segno in Valle d’Aosta, dove il giovane ucraino ha approfittato della vulnerabilità di una vittima anziana con la sua tecnica collaudata. Poco dopo, la stessa scena si è ripetuta a Biella con una seconda persona caduta nella stessa trappola. In entrambi i casi, testimoni hanno notato una Volkswagen T-Roc sospetta allontanarsi velocemente e hanno avvisato i carabinieri.
La segnalazione ha permesso alla compagnia carabinieri di Biella di attivare controlli e bloccare l’auto sulla strada provinciale 143, vicino a Salussola, nel primo pomeriggio. Il truffatore però ha ignorato l’alt imposto dai militari e ha tentato di fuggire con un inseguimento che si è sviluppato tra strade e campi. Alla fine ha lasciato la macchina abbandonata col motore acceso e ha cercato di scappare a piedi, ma è stato catturato dopo pochi minuti.
Prove e indagini: monili, soldi e chat che ricostruiscono l’attività criminale
All’interno dell’auto i carabinieri hanno trovato mille euro in contanti e diversi oggetti in oro, tra cui medaglie religiose riconosciute dalla seconda vittima. Questi elementi hanno confermato senza dubbi il collegamento diretto tra il truffatore e i colpi messi a segno. Il cellulare dell’uomo ha fornito ulteriori prove: chat e chiamate salvate fanno pensare a un gruppo organizzato dietro il suo ruolo esecutivo. Le indagini proseguono per capire se fosse parte di una rete più ampia.
Il giovane è stato tratto in arresto per truffa aggravata. La procura sta valutando se contestargli anche reati come furto con destrezza e ricettazione. L’indagine si estenderà a casi simili in Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia, viste le modalità simili e la concentrazione geografica. Le forze dell’ordine vogliono capire la dimensione reale del fenomeno e trovare possibili complici.
L’allarme truffe agli anziani: numeri e iniziative
Le truffe rivolte ad anziani rappresentano un problema rilevante in Italia. Nel 2024 sono state denunciate oltre 23.000 truffe con vittime over 65 secondo il Ministero dell’Interno. Il Piemonte figura tra le zone più colpite, soprattutto nei comuni di dimensioni medie. Qui la rete familiare è meno solida e gli anziani rischiano di essere più isolati e indifesi.
Le forze dell’ordine insistono molto sul ruolo della prevenzione assieme all’azione repressiva. Diverse caserme organizzano incontri con parrocchie, centri anziani e associazioni per diffondere consigli pratici come non aprire a sconosciuti, non fidarsi di telefonate con richieste urgenti di denaro e segnalare situazioni sospette. Sono misure che in passato hanno evitato molte truffe, e che adesso restano fondamentali per arginare il fenomeno.
La risposta delle istituzioni e il futuro delle indagini sul caso biella
L’arresto del giovane ha suscitato attenzione e sollievo nelle autorità locali. L’assessore comunale ha elogiato la rapidità e l’efficacia dei carabinieri nel fermare il truffatore. Ha ricordato che tentativi simili non sono nuovi nel biellese, ma stavolta la sollecita segnalazione ha impedito ulteriori danni. La collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine resta la chiave per affrontare queste truffe.
Il ragazzo si trova adesso in custodia cautelare, in attesa che il tribunale esamini la convalida dell’arresto. La procura ha richiesto approfondimenti sul contenuto del suo smartphone e degli oggetti sequestrati, per identificare eventuali complici e stabilire se questa azione sia collegata a un’organizzazione più estesa. Le indagini sono aperte e non si esclude il coinvolgimento in altri episodi analoghi in zona.