L’Emilia Romagna vede la nascita di un’iniziativa significativa nel mondo vitivinicolo: l’associazione ‘I Custodi del Lambrusco‘. Questa realtà fondata da 26 produttori, che rappresentano varie dimensioni aziendali, ha l’obiettivo principale di difendere e promuovere il Lambrusco, un vino che ha rappresentato per lungo tempo un simbolo del territorio ma che è stato spesso sottovalutato. L’idea centrale è quella di riunire le forze per raccontare la storia e la cultura di questo vino, superando le divisioni territoriali.
Unione di produttori per un obiettivo comune
L’associazione è nata dall’esigenza di consolidare le diverse esperienze e background dei viticoltori locali, nel tentativo di creare un messaggio forte e coeso. “I viticoltori hanno scelto di unirsi per raccontare il Lambrusco in modo inclusivo. Non vogliamo più divisioni geografiche tra i vari produttori,” spiegano i membri fondatori. Questo approccio comune permette di costruire una narrazione più ampia e significativa sul Lambrusco, che vada oltre gli schemi tradizionali in cui è stato frequentemente relegato.
Valorizzare e riscrivere la percezione del Lambrusco
Il progetto dei ‘Custodi del Lambrusco’ mira non solo a risolvere questioni legate alla tutela del vino, ma anche a mettere in luce la sua importanza culturale e storica. “Ciò che intendiamo fare è un’affermazione, non solo una protezione,” fanno sapere gli ideatori. Fabio Altariva, presidente dell’associazione, sottolinea: “Il Lambrusco è essenza di storia, cultura e identità di un territorio, e merita di essere riconosciuto come tale.” L’associazione si propone quindi di riscrivere il destino di questo vino, restituendogli il posto che gli spetta nell’olimpo dei grandi vini internazionali.
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Una missione per il futuro del Lambrusco
I Custodi del Lambrusco si pongono una missione chiara, che consiste nell’esaltare il valore autentico di questo prodotto senza scendere a compromessi. L’idea è di permettere non solo ai produttori, ma anche ai consumatori, di ri-connettersi con il Lambrusco, che non è semplicemente un prodotto da tavola, ma rappresenta una parte significativa della tradizione emiliana. Questi viticoltori si sentono responsabili di proteggere e raccontare una storia, quella del Lambrusco, per le generazioni future.
Riconoscere l’identità territoriale
Evidentemente, il vino non è solo una bevanda, ma è intimamente legato alla cultura e alla vita quotidiana di un intero popolo. La volontà dei Custodi del Lambrusco è quella di ricondurre il rispetto e la valorizzazione a questo vino, non solo fra gli esperti ma anche fra i neofiti, consapevoli che ogni bottiglia racconta un pezzo del territorio. “Vogliamo che il Lambrusco torni a brillare,” afferma Altariva, evidenziando la determinazione a riposizionare questo vino nella mente e nel palato di chi lo degusta.
Con questo nuovo progetto, l’Emilia Romagna si prepara a rinvigorire la sua tradizione vitivinicola, portando il Lambrusco ad essere un vero ambasciatore del patrimonio culturale della regione.