Nasce il primo osservatorio nazionale per il turismo equestre a Firenze

Nasce il primo osservatorio nazionale per il turismo equestre a Firenze

Firenze lancia il primo Osservatorio Nazionale del Turismo con il Cavallo, mirato a sviluppare un turismo equestre sostenibile, valorizzare il territorio e affrontare le sfide legislative del settore.
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Nasce il primo osservatorio nazionale per il turismo equestre a Firenze - Gaeta.it

Firenze si prepara a fare da apripista per un’iniziativa che punta a rivoluzionare il turismo legato al mondo del cavallo. Ieri, presso il Dipartimento di Agricoltura dell’Università di Firenze, si è svolto un incontro tra istituzioni, università e operatori del settore, volto a istituire il primo Osservatorio Nazionale del Turismo con il Cavallo. Questo progetto ambizioso mira a raccogliere dati, analizzare criticità e delineare nuove opportunità per un settore in crescita che, tuttavia, necessita di una maggiore strutturazione sia normativa che economica.

Un punto di riferimento per il turismo equestre

L’Osservatorio si propone come un centro nevralgico per il settore equestre, toccando diversi ambiti tra cui il turismo lento, le fattorie didattiche, la terapia assistita con animali e la formazione di professionisti qualificati. Non è solo un modo per scoprire nuove strade della penisola italiana, ma anche una strategia per valorizzare il territorio rurale, preservare le tradizioni locali e stimolare nuove economie. Gli operatori del settore vedono il cavallo non solo come strumento di svago, ma come un mezzo per promuovere un turismo sostenibile e responsabile, che possa diversificare l’offerta turistica e attirare nuovi visitatori.

La creazione di un Osservatorio rappresenta un passo importante per stabilire una rete di cooperazione tra ricercatori, università, centri di studio e aziende. L’obiettivo è quello di sviluppare indicatori e modelli analitici utili per comprendere le dinamiche del turismo sostenibile legato all’equitazione. L’Osservatorio intende anche monitorare il flusso turistico e le politiche di mobilità, sia nelle aree urbane che in quelle rurali, per garantire uno sviluppo turistico equilibrato.

Riconsiderare i flussi turistici in Italia

Una delle questioni più urgenti emerse durante l’incontro è la necessità di ripensare l’attuale distribuzione dei flussi turistici. Federico Massimo Ceschin, presidente di Simtur, ha fornito dati inquietanti: solo il 2% del territorio italiano gestisce quasi tutti i flussi turistici, con una crescita annuale del 10%. Questa concentrazione di visitatori non solo mette a rischio l’equilibrio delle destinazioni più popolari, ma complica anche la possibilità di garantire un’accoglienza all’altezza per tutti i turisti.

Parallelamente, l’Italia affronta un arresto demografico significativo, con previsioni di una perdita di 5 milioni di abitanti nei prossimi anni a causa di emigrazione giovanile e invecchiamento della popolazione. Ceschin ha evidenziato l’importanza di vedere il turismo come uno strumento per riequilibrare il territorio e favorire uno sviluppo sostenibile. Sottolinea che il cavallo rappresenta un mezzo idoneo per scoprire e valorizzare le aree interne, molte delle quali sono state escluse dai circuiti turistici tradizionali.

Le sfide legislative per l’ippoturismo

Un tema cruciale emerso nel dibattito riguarda le difficoltà legislative che ostacolano la crescita del settore ippoturistico. Gianluca Bambi, della Scuola Agraria di Firenze, ha evidenziato come le normative attuali favoriscano principalmente l’allevamento, lasciando in secondo piano attività turistiche e di addestramento. Ottenere la qualifica di guida ambientale equestre è un’ulteriore complicazione per gli operatori del settore. Per superare queste barriere, molti sono costretti a registrarsi come fattorie didattiche o associazioni. Bambi ha chiesto una semplificazione delle normative, affinché sia più facile aprire nuove strutture dedicate all’equitismo.

Potenzialità del settore e patrimonio culturale

Diego Petrucci, consigliere regionale della Toscana, ha rimarcato l’importanza del legame tra la regione e il cavallo, evidenziando il patrimonio culturale dei butteri e le razze locali come il Maremmano. Queste razze sono particolarmente adatte per l’ippoterapia e per l’educazione dei giovani. Petrucci ha messo in luce come il turismo equestre rappresenti un’opportunità per far conoscere le tradizioni italiane, seducendo i visitatori con esperienze autentiche e significative.

L’Osservatorio si prefigge anche l’obiettivo di creare una rete tra istituzioni, operatori e stakeholder per coordinare iniziative e strategie di sviluppo. Massimo Guasconi, presidente di Unioncamere Toscana, ha sottolineato il potenziale economico del comparto. Attualmente, in Italia ci sono 32 razze equine e 3 milioni di appassionati, con un impatto significativo sul settore dell’accoglienza agrituristica. Unioncamere intende lavorare per rafforzare la collaborazione con le Camere di Commercio per promuovere la crescita di questo settore.

Una proiezione verso il futuro

Martina Elmi, dell’Università di Firenze, ha presentato un’analisi approfondita delle strutture equituristiche in Italia, rivelando che il 45% di esse è gestito da privati, mentre solo il 17% è riportato nel settore agricolo. Ciò rimarca la necessità di un riconoscimento formale per la figura professionale dell’operatore equituristico, richiedendo percorsi formativi adeguati e un’ottimizzazione della regolamentazione fiscale.

L’Osservatorio supporterà anche progetti di successo, come quello di Capannori, che ha creato un circuito di itinerari legati alla Via Francigena. Altri comuni, come Monteriggioni e Radicondoli, si stanno avviando verso la creazione di proprie reti di itinerari equesti, mostrando grande interesse per questa nuova forma di turismo.

Maurizio Rosellini, presidente di Final Furlong, ha fatto notare che il mercato globale del turismo equestre è stimato in 1,32 miliardi di dollari nel 2023 e prevede di raggiungere i 2,51 miliardi di dollari entro il 2030, con una crescita annuale del 10,1%. Tale crescita è alimentata dall’interesse crescente dei consumatori per esperienze di viaggio uniche. Questa stima considera solo viaggi e attività ricreative connessi all’equitazione, escludendo le attività sportive, il che rende cruciale sviluppare strategie condivise tra gli operatori del settore.

La creazione dell’Osservatorio Nazionale del Turismo con il Cavallo è un passo decisivo per il riconoscimento e lo sviluppo di un settore che ha un potenziale enorme per il turismo, l’economia e la sostenibilità del territorio italiano. Con questo progetto, il cavallo potrebbe diventare un protagonista fondamentale nella rinascita del turismo italiano, da parte di operatori di livello internazionale.

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