Nel cuore dell’Abruzzo, a Calascio in provincia dell’Aquila, prende vita una nuova iniziativa formativa rivolta a chi vuole dedicarsi alla pastorizia estensiva. L’obiettivo è mettere al centro le aree interne e le terre alte, valorizzando le tradizioni legate alla pastorizia, custodendo la biodiversità delle razze locali e creando opportunità concrete per chi vuole lavorare in montagna. La scuola si rivolge soprattutto ai giovani interessati a una professione antica ma ancora vitale, in un contesto che cerca di fermare lo spopolamento e rilanciare l’economia delle zone rurali.
Formazione specifica per pastori e professionisti del settore
Questa Scuola di perfezionamento per la pastorizia estensiva, promossa da Slow Food e articolata in otto masterclass, si rivolge a pastori già attivi, aspiranti tali, studenti e professionisti impegnati in discipline agro-ambientali. L’idea è fornire competenze che non siano solo tecniche, ma anche imprenditoriali, filtrando la conoscenza per affrontare le sfide del futuro della montagna abruzzese. Ciò contribuisce a favorire un ricambio generazionale, dato che oggi circa due terzi dei pastori dipendenti in Italia sono immigrati. Tornare a far sì che fare il pastore sia una scelta accessibile anche ai giovani locali rappresenta un passaggio importante per mantenere vive queste tradizioni.
La scuola si rivolge a persone maggiorenni, con priorità per chi ha meno di 40 anni. È aperta anche a dipendenti pubblici e soggetti interessati alle pratiche agro-pastorali, con un programma che affronta aspetti pratici e teorici per migliorare le capacità sul campo ma anche la gestione d’impresa. Per gli abitanti di Calascio e zone limitrofe, l’accesso avviene in forma non residenziale e gratuita, mentre gli studenti e partecipanti fuori regione possono iscriversi pagando una quota che copre vitto e alloggio.
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Un progetto che combina tutela ambientale, tradizione e sviluppo locale
La scuola nasce da un’intesa tra Slow Food Italia e D.R.E.Am. Italia, due realtà che da tempo lavorano su biodiversità e sviluppo delle aree rurali italiane. L’attivazione di questa proposta formativa è legata al progetto pilota “Rocca Calascio – Luce d’Abruzzo“, promosso dal Comune di Calascio e selezionato dalla regione Abruzzo nell’ambito delle iniziative finanziate dal Pnrr, attraverso il ministero della Cultura con fondi europei NextGenerationEU.
Questo progetto mira a rigenerare culturalmente, socialmente ed economicamente un territorio che ha sofferto per via dello spopolamento e della riduzione delle attività tradizionali. La scuola, infatti, si inserisce nel programma di valorizzazione delle comunità montane attraverso la diffusione di saperi legati all’agricoltura e alle produzioni locali, che rappresentano un patrimonio spesso poco conosciuto ma fondamentale per la sostenibilità del territorio e la conservazione della biodiversità animale.
Pastorizia e futuro: un modello per tutto il paese
Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia, sottolinea come questa esperienza formativa non riguardi solo Calascio o l’Abruzzo ma un tema più ampio, che coinvolge tutto il paese. Le questioni affrontate dalla scuola, come il lavoro, il clima, lo sviluppo locale, il turismo e la tutela dell’ambiente, interessano infatti tutte le aree interne italiane.
Il corso aiuta a valorizzare produzioni casearie di qualità e sostiene le comunità che conservano il patrimonio economico, culturale e gastronomico di queste zone. L’esperienza formativa è concepita per rafforzare il legame tra territorio e attività produttive, offrendo nuove opportunità a chi sceglie di restare o tornare a vivere in montagna.
Un patrimonio gastronomico e culturale considerato un elemento chiave nel rilancio del Made in Italy più autentico, che nei prossimi anni potrà giocare un ruolo decisivo nello sviluppo delle aree rurali. La scuola di Calascio rappresenta così un punto di riferimento per chi crede nel valore della montagna e vuole contribuire a mantenere vive le sue tradizioni.