Un nuovo murale è stato inaugurato a torre del greco, nella zona di via san giuseppe alle paludi, dedicato alla legalità e alla memoria delle vittime della criminalità. L’opera raccoglie immagini di figure simbolo dell’impegno contro mafia e camorra, integrate da volti di giovani uccisi in città negli ultimi anni. L’iniziativa nasce in un quartiere segnato da episodi di microcriminalità e vuole offrire un messaggio forte di resistenza e ricordo.
Il murale della legalità: storia e immagini che parlano contro la criminalità
Il murale, realizzato a torre del greco, concentra volti noti per la loro lotta al crimine e per il sacrificio personale contro le mafie. Tra i protagonisti della composizione spicca Peppino Impastato, giornalista siciliano ucciso nel 1978 a soli 30 anni dalla mafia. La sua frase “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà” è riportata sull’opera e sintetizza la forza culturale contro la criminalità.
Accanto a Impastato figurano il giudice Giovanni Falcone e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, entrambi assassinati dalla mafia siciliana. La scelta di rappresentarli non è casuale: Falcone e Dalla Chiesa incarnano la lotta istituzionale e l’azione diretta contro le organizzazioni criminali. Completa il quadro don Giuseppe Diana, sacerdote ucciso per mano della camorra, simbolo della resistenza civile in territorio campano.
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Il murale contiene anche volti più recenti legati a tragedie di violenza tra giovani cittadini di torre del greco: Giovanni Guarino, accoltellato durante una sera della domenica delle palme di tre anni fa, e Giovanbattista Cutolo, musicista morto in un agguato in piazza del municipio nell’agosto del 2023. Questi volti sottolineano come la violenza si rinnovi, toccando spesso persone comuni e infrangendo sogni di nuova generazione.
Infine, c’è la presenza di papa Giovanni Paolo II, figura universale associata a messaggi di pace e giustizia. La sua immagine richiama la dimensione morale e spirituale del contrasto alla criminalità organizzata, che va oltre la politica e la giustizia penale.
Le persone dietro l’iniziativa: volontà civile e supporto istituzionale
Dietro la realizzazione del murale c’è un impegno condiviso tra chiesa e amministrazione locale. L’opera è stata voluta dal parroco di zona, don Daniele Izzo, che ha promosso un messaggio di speranza in un quartiere spesso descritto per episodi di micro e macrodelinquenza. La chiesa locale si fa così portavoce di un valore civico, provando a costruire punti di riferimento per chi vive quotidianamente in contesti difficili.
L’amministrazione comunale di torre del greco, guidata dal sindaco Luigi Mennella, ha supportato concretamente il progetto. La presenza di rappresentanti come il vicesindaco Michele Polese e la vicepresidente del consiglio regionale Loredana Raia ha accompagnato la cerimonia in modo ufficiale. Il sostegno istituzionale si esprime con la partecipazione alle iniziative che richiamano l’attenzione sulla legalità e sul rispetto delle regole.
Durante l’evento, anche le forze dell’ordine della città hanno dato il loro contributo. La loro presenza conferma l’importanza di una collaborazione multidimensionale tra enti civili e sicurezza per contrastare fenomeni criminali radicati. Questa sinergia è un elemento chiave in molte realtà del sud Italia, dove la criminalità assume spesso forme radicate e continuate.
L’arcivescovo di Napoli, Mimmo Battaglia, ha benedetto il murale, sottolineando il carattere spirituale dell’opera e la necessità di un impegno morale in questa battaglia. Costruire memoria collettiva è il passo iniziale per evitare che la violenza e la paura si impadroniscano delle comunità.
La cerimonia e la partecipazione della comunità locale
La presentazione del murale è avvenuta attraverso una cerimonia sobria ma solenne, con momenti di alta partecipazione civica. A guidare la manifestazione è stata la fanfara dei carabinieri, che ha suonato l’inno nazionale e accompagnato un corteo nelle strade vicine all’opera. Questo ha richiamato l’attenzione dei residenti e indicato la scelta di un percorso pubblico per la memoria condivisa.
Il momento liturgico è stato affidato al cardinale Battaglia, che ha celebrato la messa conclusiva. L’incontro tra momenti civili e religiosi sottolinea un approccio integrato nella lotta contro la violenza. La presenza di autorità militari e civili ha aperto spazi di dialogo sulle condizioni sociali e culturali del quartiere.
Le strade di via san giuseppe alle paludi, teatro della realizzazione, hanno vissuto una giornata diversa, dove la memoria si unisce all’impegno. In un contesto spesso segnato da microcriminalità, il murale diventa simbolo di lotta e un invito ad alimentare la cultura della legalità.
Una manifestazione capace di coinvolgere istituzioni, cittadini, giovani e forze dell’ordine si propone di cambiare la percezione di un’area urbana che da anni convive con episodi di violenza. Il murale, oltre a celebrare chi ha sacrificato la vita, spinge verso una nuova sensibilità collettiva.