Mostra Di Venezia 2025, film in concorso e tensioni sul conflitto di gaza sullo sfondo

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Mostra di Venezia 2025, film in gara tra tensioni per Gaza - Gaeta.it

Laura Rossi

2 Settembre 2025

La Mostra del Cinema di Venezia 2025 riporta al centro dell’attenzione il conflitto israelo-palestinese attraverso opere cinematografiche che raccontano fatti drammatici e tensioni culturali. La selezione di film in concorso e fuori concorso presenta narrazioni legate a eventi recenti e personaggi storici, mentre all’esterno si svolgono manifestazioni e pressioni politiche riguardo alla rappresentazione del conflitto di Gaza. Le polemiche si intensificano soprattutto per la presenza di alcune star contestate, alimentando un acceso dibattito nel contesto artistico e sociale della prestigiosa rassegna.

the voice of hind rajab”: un racconto diretto dalla cronaca di gaza

Il 3 settembre debutta in concorso “The Voice of Hind Rajab”, opera della regista tunisina Kaouther Ben Hania, che racconta il dramma vissuto a Gaza il 29 gennaio 2024. La pellicola ricostruisce la tragica vicenda di Hind Rajab, bambina palestinese di sei anni intrappolata in un’auto durante un attacco nella Striscia di Gaza. I volontari della Mezzaluna Rossa, dopo aver ricevuto la sua chiamata d’emergenza, si impegnano a portare un’ambulanza per salvarla, seguendo con attenzione la telefonata e ogni suo passo. Il film mette in luce i momenti intensi e la disperazione di questa emergenza reale, confermando la vocazione del cinema commemorativo e politico.

Kaouther Ben Hania, nota per la sua capacità di affrontare temi delicati con grande rigore, ha ottenuto un sostegno significativo grazie al coinvolgimento di produttori esecutivi di rilievo internazionale come Brad Pitt, Joaquin Phoenix, Rooney Mara e Alfonso Cuarón. Questo supporto ha raccolto molta attenzione sul progetto, rendendolo non solo un prodotto cinematografico, ma anche un documento di peso culturale. “The Voice of Hind Rajab” rappresenta la proposta tunisina per la candidatura agli Oscar come miglior film internazionale del 2025, segnalando l’importanza del racconto e il riscontro avuto nel panorama mondiale.

La pellicola è programmata per la proiezione nella Sala Grande alle 16.30. Il film non solo riporta la cronaca di un episodio singolare, ma offre una testimonianza diretta della drammaticità vissuta quotidianamente in una delle aree più colpite del conflitto mediorientale. Il progetto intende sensibilizzare e mostrare al pubblico internazionale la realtà di Gaza attraverso la lente umana di una giovane vita spezzata da un evento bellico.

duse di pietro marcello: la vita e l’ultima stagione della diva teatrale

Il secondo film italiano in concorso, “Duse”, presentato alle 18.45 nella Sala Grande, è un ritratto della celebre attrice Eleonora Duse, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi. Il regista Pietro Marcello mostra gli ultimi mesi della “Divina” mentre attraversa un periodo di grande tensione storica, tra gli anni finali della Prima Guerra Mondiale e l’avanzata del fascismo. Il film si focalizza sul ritorno della Duse al palcoscenico dopo anni di assenza, emergendo da uno stato di rassegnazione e malattia, spinta da un richiamo artistico e personale molto forte.

La pellicola non si limita a un biopic classico, ma cattura l’atmosfera intensa di un’Italia segnata da fermenti politici e sociali. Il racconto si concentra sulla fragilità e l’energia di una donna che cerca di riaffermare la propria arte in un contesto agitato, mostrando le sfide di un’epoca cruciale. Il cast, oltre a Bruni Tedeschi, include Fanni Wrochna, Noémie Merlant, Fausto Russo Alesi ed Edoardo Sorgente, che contribuiscono a definire un affresco umano e storico molto preciso.

Marcello utilizza materiali d’archivio e ricostruzioni per immergere lo spettatore nel clima drammatico di quegli anni. Il film affronta temi come la memoria, la resistenza artistica e i limiti personali, intrecciandoli con il peso del contagio politico di quegli anni. “Duse” si conferma così come uno dei titoli più attesi per l’omaggio a una figura che ha fatto la storia del teatro italiano ed europeo.

le tensioni politiche e le proteste di venice4palestine alla mostra

L’edizione 2025 della Mostra del Cinema è caratterizzata da forti tensioni riguardo al conflitto a Gaza che si riflettono sia nel programma sia nel contesto sociale. Il gruppo Venice4Palestine ha promosso una campagna di protesta chiedendo alla Biennale di Venezia una presa di posizione contro le azioni israeliane nella Striscia di Gaza. Le mobilitazioni includono raccolte firme, manifestazioni e appelli per escludere dall’evento alcuni artisti considerati filo-israeliani, in particolare Gal Gadot e Gerard Butler, presenti nel film “In the Hand of Dante”.

Questi attori sono stati contestati in quanto percepiti come sostenitori politici di Netanyahu, fatto che ha generato un acceso dibattito nel mondo artistico e culturale della rassegna. Venice4Palestine ha puntato a revocare gli inviti a queste star, provocando divisioni e discussioni tra gli addetti ai lavori. Si è innescato così un confronto sulle responsabilità politiche degli artisti, sul loro ruolo nelle rappresentazioni culturali e sulle scelte della direzione della Mostra.

Il direttore artistico, Alberto Barbera, ha risposto alla pressione evitando schieramenti politici, dichiarando che escludere partecipanti solo per le loro opinioni sarebbe una forma di censura. Questa posizione ha incontrato sia sostegno tra chi ritiene l’arte libera da posizioni obbligate, sia critiche da parte di chi invoca una condanna netta delle violenze in corso a Gaza. Tra i firmatari di appelli e manifestazioni ci sono circa 1500 artisti e cineasti, che hanno spinto per un intervento più deciso della Biennale contro il massacro palestinese.

Queste dinamiche hanno segnato profondamente l’edizione 2025, influenzando il clima di Venezia e il modo in cui si è discusso dei film, soprattutto quelli con contenuti e protagonisti direttamente impattati dalla questione geopolitica.

altri titoli della mostra: in the hand of dante e kabul, between prayers

Oltre ai titoli in concorso, alcuni film fuori concorso attirano l’attenzione per temi forti e cast prestigiosi. Alle 21.30, nella Sala Grande, viene proiettato “In the Hand of Dante” di Julian Schnabel, artista e regista statunitense insignito del Premio Cartier – Glory To The Filmmaker Award proprio durante la Mostra. Il film si basa sull’omonimo romanzo di Nick Tosches e racconta una vicenda che si sviluppa tra presente e passato, intrecciando una ricerca violenta per confermare l’origine di un manoscritto attribuito a Dante Alighieri. La narrazione attraversa 700 anni di storia, mettendo in scena interpretazioni di Oscar Isaac, Gal Gadot, Gerard Butler, Al Pacino, John Malkovich, Martin Scorsese e Jason Momoa.

Questa proiezione, come detto, ha stimolato polemiche per la presenza di attori contestati dalla comunità pro-Palestina. L’opera di Schnabel esplora temi di arte, memoria e conflitto, usando i contrasti temporali come elemento di tensione narrativa.

Nel pomeriggio, alle 14.30 presso la Sala Casinò, viene presentato il documentario “Kabul, Between Prayers” di Aboozar Amini. Il film segue la figura di Samim, un giovane talebano 23enne che affronta una crisi esistenziale tra la sua fede, un impegno militare e i legami familiari. Suo fratello quattordicenne, Rafi, lo ammira ma vive le difficoltà dell’adolescenza e comincia a interrogarsi sulle scelte ideologiche del fratello. Il documentario restituisce uno scorcio della realtà afghana, mettendo in luce i conflitti tra vita personale e aspirazioni religiose in un contesto segnato da violenze e incertezze.

Con queste opere la Mostra propone un mosaico di esperienze umane legate a guerre, ideologie e arte, inserendole nel più ampio dibattito sui conflitti contemporanei e sul loro impatto sulle persone comuni e sugli artisti.


La giornata del 3 settembre conferma la Mostra di Venezia come spazio di confronto sui grandi temi geopolitici e culturali del nostro tempo, tra ricordi, storie recenti e tensioni ancora aperte. Le scelte della selezione ufficiale e le contestazioni esterne riflettono la complessità di un mondo in crisi, dove il cinema continua a tentare di dare voce a chi spesso rimane invisibile.