Mostra ardita invenzioni a napoli celebra l’architetto sanfelice con fotografie contemporanee

Mostra ardita invenzioni a napoli celebra l’architetto sanfelice con fotografie contemporanee

Federica Gioffredi presenta a Napoli una mostra fotografica in bianco e nero dedicata a Ferdinando Sanfelice, celebrando il 350° anniversario della nascita e l’innovazione nell’architettura settecentesca.
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Federica Gioffredi presenta a Napoli una mostra fotografica in bianco e nero dedicata all’architetto settecentesco Ferdinando Sanfelice, valorizzandone le innovative opere architettoniche fino al 30 settembre 2025 nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. - Gaeta.it

Federica Gioffredi presenta a Napoli una collezione fotografica dedicata a Ferdinando Sanfelice, protagonista dell’architettura settecentesca cittadina. La mostra si svolge nella chiesa di Santa Maria delle Grazie fino al 30 settembre 2025 e offre uno sguardo originale e intenso sulle opere più significative dell’architetto attraverso immagini in bianco e nero. L’esposizione omaggia il 350esimo anniversario della nascita di Sanfelice e riporta al centro l’importanza delle sue invenzioni architettoniche.

Il contesto storico e culturale dell’architettura napoletana nel settecento

Tra il 1704 e il 1734, Napoli visse un momento di grande impulso edilizio durante la dominazione dei viceré austriaci. Il sistema urbano e architettonico si rinnovò grazie a interventi di alto livello creativo, animati da figure chiave come Ferdinando Sanfelice. Era l’epoca in cui la monumentalità dei palazzi e l’impatto dei loro portali rappresentavano uno status, un segno di prestigio e potere. Proprio in questo contesto, Sanfelice si distinse per la capacità di innovare e riorganizzare gli spazi urbani.

Un architetto tra tradizione e innovazione

L’architetto, a metà tra tradizione barocca e sperimentazioni più moderne, introdusse soluzioni che modificarono l’aspetto e la funzionalità degli edifici napoletani. Le sue opere non furono semplici costruzioni, ma vere trasformazioni della città, che si riflettevano anche nella vivacità decorativa e prospettica degli ambienti.

In questi decenni, il volto di Napoli cambiò in modo rilevante. Da un lato, le nuove corti e residenze nobiliari si imposero visivamente, dall’altro, la presenza di elementi architettonici originali stimolò l’attenzione di chi abitava o visitava la città. Il lavoro di Sanfelice rappresenta uno degli esempi più chiari e accessibili di questo fermento.

Le fotografie di federica gioffredi: uno sguardo nuovo sulle idee di sanfelice

La mostra “ardite invenzioni” propone scatti rigorosi e intensi firmati da Federica Gioffredi, fotografa napoletana che interpreta le architetture di Sanfelice con grande cura. Il bianco e nero aiuta a isolare dettagli spesso trascurati, come le linee delle scale, la trasparenza delle pareti traforate o le forme geometriche delle strutture.

Attraverso questa serie fotografica, Gioffredi riesce a trasmettere la sensazione di uno spazio in movimento, dove la luce, le piante, le strutture si sovrappongono creando visioni multiple e complesse. La sua lente si sofferma su elementi che svelano la genialità dell’architetto, in particolare sulle scale, rese famose per la loro energia visiva e per la capacità di dialogare con l’ambiente circostante.

Un racconto di geometrie e trasparenze

Di fatto, la fotografa dà vita a un racconto che scava dentro l’idea di spazio di Sanfelice, un architetto attratto dalla trasparenza, dalla sovrapposizione e dall’elementarità delle forme. La scelta del bianco e nero esalta contrasti e texture, offrendo una lettura contemporanea di un patrimonio storico spesso relegato a un semplice sfondo urbano.

Le opere più rilevanti e simboliche di sanfelice a napoli e dintorni

Tra i lavori più noti di Sanfelice spicca senza dubbio la famosa scala che definisce lo stile che porta il suo nome. La scalinata del palazzo Sanfelice è un esempio per chi studia architettura: le sue pareti traforate permettono di intravedere i giardini nascosti, unendo l’edificio al paesaggio in un gioco di trasparenze e linee spezzate.

Il palazzo Pignatelli di Monteleone si distingue invece per le colonne con capitelli decorati da mascheroni apotropaici. Questi dettagli riflettono la volontà di Sanfelice di legare elementi decorativi con la funzione e la simbologia protettiva, presenza comune nelle residenze nobiliari del tempo.

Scale centrali della vita architettonica

Un’altra opera fondamentale è la scalinata di palazzo Cassano Ayerbo d’Aragona, in cui si riconoscono forme geometriche semplici ma inserite in un contesto vibrante, capace di suscitare molteplici punti di vista affiancati sia da simmetrie che da asimmetrie. Queste scale non erano semplici vie di passaggio ma centri attivi della vita architettonica, attraversati da luce e movimento.

I legami tra sanfelice e la chiesa di santa maria delle grazie a mondragone

Oltre all’attività legata ai palazzi civili, Sanfelice lavorò anche a opere di carattere religioso. La chiesa di Santa Maria delle Grazie a Mondragone ospita altari progettati dall’architetto dove si manifesta un decoro molto curato e dettagliato, che testimonia l’attenzione per la funzione liturgica.

Radici familiari e committenze religiose

Il rapporto tra Sanfelice e questa chiesa è reso più stretto grazie ai legami familiari. Sua sorella Anna era badessa del ritiro di Mondragone fino al 1747, mentre suo fratello Antonio ricopriva il ruolo di vescovo di Nardò. La famiglia commissionò e curò personalmente le opere, esaltando la qualità del progetto.

Tra gli elementi che arricchiscono la mostra, spiccano anche i ricami di seta dell’apparato liturgico, recentemente restaurati e messi in esposizione. Questi oggetti testimoniano la capacità di Sanfelice di legare architettura e decorazione in modo coeso, valorizzando anche gli spazi interni con dettagli sofisticati.

Quest’attenzione ai rapporti tra artisti, committenti e luoghi religiosi racconta molto della Napoli settecentesca, dove l’arte non era solo funzione estetica ma parte di reti umane e culturali con radici profonde.

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