La città di Marsala ospita dal 24 maggio al convento del carmine una mostra dedicata all’amicizia tra due figure chiave della cultura siciliana del Novecento: piero guccione e leonardo sciascia. L’esposizione si concentra sul legame che unì per quasi vent’anni il pittore e lo scrittore, intrecciando pittura, lettere e riflessioni sul contesto storico dell’isola. Il progetto, curato da sergio troisi e promosso dall’ente mostra di pittura contemporanea “città di marsala”, riunisce una selezione di opere che raccontano un periodo ricco di scambi culturali e personali.
L’amicizia tra guccione e sciascia attraverso arte e scrittura
La mostra offre un’occasione unica per esplorare la relazione tra guccione, noto pittore siciliano, e sciascia, autore e intellettuale di spicco. Il loro legame si sviluppò in una stagione di grande fermento culturale e attraversò la dimensione visiva e quella letteraria. Circa cinquant’anni fa, grazie anche alla mediazione del fotografo giuseppe leone, amico comune, il confronto tra le loro sensibilità diede vita a una collaborazione ricca e duratura.
Al centro dell’esposizione ci sono una cinquantina di opere pittoriche di guccione, tra dipinti a olio, pastelli e disegni, provenienti da collezioni private italiane. Queste testimonianze visive vengono affiancate da testi e prefazioni di sciascia, scritti a corredo di mostre e pubblicazioni in cui l’autore commentava il lavoro del pittore. Accanto alle immagini, si trovano lettere autografe scambiate dai due intellettuali, un carteggio che svela anche il lato più intimo di questa relazione personale e professionale.
Questo intreccio di linguaggi racconta non solo la sintonia artistica ma anche la comune attenzione per la complessità della Sicilia: un luogo segnato da contraddizioni storiche, aspetti culturali e bellezze paesaggistiche che hanno nutrito la loro ispirazione. Ogni opera e ogni parola si inserisce in questo contesto, con una particolare attenzione ai paesaggi da Agrigento fino all’altopiano ibleo, un’area geografica ricorrente nelle loro riflessioni e nei loro lavori.
Il contributo di giuseppe leone e l’attenzione alla fotografia come mezzo narrativo
La mostra rende omaggio anche a giuseppe leone, fotografo ragusano scomparso nel 2024, figura cardine per il rapporto tra guccione e sciascia. Leone era un amico stretto di entrambi e fu presenza essenziale nel loro incontro e scambio creativo. La rassegna propone inoltre una selezione di dieci fotografie di leone, incentrate sul paesaggio degli iblei, un territorio che ha rappresentato una fonte di ispirazione per tutta la loro attività.
Nel 1984, leone espose proprio alla galleria “la tavolozza” di palermo una mostra dedicata al dialogo fra pittura e fotografia, molto influenzata dallo stimolo e dalla sensibilità di sciascia. Queste immagini non solo testimoniano una lettura visiva della regione siciliana ma sottolineano anche l’importanza di un approccio multi-sensoriale e interdisciplinare nella produzione culturale del tempo.
La presenza di queste fotografie nel percorso espositivo permette di ampliare il discorso artistico offrendone una prospettiva più ricca e articolata. In questo modo si comprende come l’arte visiva non sia solo riproduzione, ma strumento di lettura critica del territorio e dei suoi molteplici significati, un tema caro a tutti e tre i protagonisti.
L’approccio critico di sciascia alla pittura di guccione
Il curatore sergio troisi spiega come sciascia guardasse al lavoro pittorico di guccione con attenzione non banale, usando la sua arte per verificare una propria riflessione sull’arte figurativa. Sciascia aveva una posizione chiara nei confronti dell’astrazione e delle sperimentazioni artistiche dell’avanguardia, spesso lontano da quelle tendenze. Osservava invece nell’operato di guccione un dialogo con la realtà e con la rappresentazione, un tratto distintivo della sua poetica critica.
Questo confronto rimanda a modelli storici molto conosciuti in Sicilia e in Italia: antonello da messina, caravaggio, o anche pietro d’asaro detto “il monocolo” di racalmuto. Per sciascia questi nomi rappresentavano riferimenti fondamentali per comprendere un modo di fare arte che non rinuncia alla figurazione ma che la usa per mettere in evidenza contraddizioni e dettagli storici oltre che culturali.
Guccione, dal canto suo, mostrava nelle proprie opere uno sguardo particolare sulla Sicilia, un’isola che attraversava con le sue tele in una continua ricerca di espressione figurativa che riuscisse a raccontare anche aspetti meno visibili. Lo scrittore e il pittore condividevano questa volontà, un punto di incontro che ha reso solida la loro amicizia e che ancora oggi viene riconosciuto e studiato.
La mostra a marsala tra storia e memoria artistica
L’evento al convento del carmine di marsala si colloca nell’ambito di un’attenzione ritrovata per la cultura siciliana del Novecento, con particolare riguardo a figure che hanno rappresentato uno spaccato della vita intellettuale isolana. L’esposizione rimarrà aperta fino al 19 ottobre 2025, offrendo ai visitatori materiali inediti e un percorso coinvolgente che coniuga arte, letteratura e vita privata.
Marsala diventa in questa fase un luogo di memoria e racconto, capace di riportare alla luce un dialogo di valore tra pittura e parole, incarnato da due personalità che hanno segnato profondamente il vissuto culturale del tempo. La rassegna riflette su un modo di fare cultura connesso con la storia dell’isola, la sua complessità e la sua bellezza senza tempo.
Per più di vent’anni guccione e sciascia hanno costruito un rapporto solido, scandito da incontri, lettere, viaggi e scambi personali che ancora oggi interessano storici, critici e appassionati. La mostra a marsala offre la possibilità di vedere queste testimonianze, permettendo di approfondire aspetti poco noti delle loro rispettive opere e della loro vita privata, restituendo un ritratto d’autore a tutto tondo.