Mosca annuncia lista di 339 minori da riportare in Ucraina e nega deportazioni

Mosca annuncia lista di 339 minori da riportare in Ucraina e nega deportazioni

Mosca riceve da Kiev una lista di 339 minori destinati a tornare in Ucraina, nega deportazioni illegali e sottolinea il ruolo umanitario mentre la Corte penale internazionale accusa Putin.
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Mosca respinge le accuse di deportazione illegale di minori ucraini, affermando di aver ricevuto da Kiev l’elenco di 339 bambini destinati a tornare in Ucraina, mentre la Corte penale internazionale accusa Putin di trasferimenti forzati in violazione del diritto internazionale. - Gaeta.it

Mosca ha dichiarato di aver ricevuto da Kiev un elenco contenente 339 nomi di minori destinati a tornare in Ucraina, respingendo contestualmente le accuse di deportazioni illegali di bambini. Queste accuse risalgono a due anni fa, quando la Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto contro Vladimir Putin. Le dichiarazioni sono state riportate dall’agenzia Interfax, coinvolgendo direttamente le tensioni diplomatiche e umanitarie nella crisi in corso.

La versione di mosca sulla vicenda dei minori

Il capo della delegazione russa ai colloqui di Istanbul, Vladimir Medinsky, ha fornito la versione ufficiale di Mosca riguardo ai bambini coinvolti nel conflitto. Secondo lui, nessuno di quei 339 minori è stato rapito o sottratto con la forza. Medinsky ha sottolineato che i bambini sarebbero stati «salvati» dai soldati russi, a volte rischiando la vita. La delegazione russa, ha spiegato, è impegnata nel ritrovare i genitori dei minori e nel riportare a casa quelli i cui genitori si presentano per riprenderli.

Queste affermazioni arrivano in un contesto delicato, dove il governo ucraino e numerosi osservatori internazionali accusano Mosca di aver preso con la forza diverse migliaia di minori ucraini e di averli trasferiti illegalmente in Russia o in territori controllati dalle forze russe. Kiev denuncia questi atti come rapimenti e deportazioni, violazioni gravi del diritto internazionale umanitario e dei diritti dei minori.

Il mandato d’arresto della corte penale internazionale e le accuse contro putin

Il mandato d’arresto nei confronti di Vladimir Putin, emesso due anni fa dalla Corte penale internazionale , include accuse di deportazioni illegali di bambini ucraini tra i capi d’imputazione. La CPI ha raccolto testimonianze e prove che sostengono l’ipotesi di trasferimenti forzati e di separazioni di massa di minori dalle loro famiglie, in violazione delle convenzioni internazionali sui diritti dell’infanzia.

Questa accusa ha pesanti implicazioni legali e politiche a livello globale. La Russia, però, nega ufficialmente ogni coinvolgimento in pratiche di rapimento e trasferimento illegale dei minori. Mosca ritiene le accuse parte di una campagna di disinformazione volta a screditare la sua posizione nello scenario internazionale. Nel frattempo, la CPI continua a monitorare la situazione e a raccogliere elementi utili per valutare i casi.

Il contesto dei colloqui di istanbul e l’importanza della questione umanitaria

I colloqui tenutisi a Istanbul rappresentano un tentativo di mediazione tra Mosca e Kiev, con il coinvolgimento di attori internazionali. Nel confronto è emersa la questione dei minori come punto cruciale, soprattutto per l’impatto sulle famiglie divise dalla guerra. La presenza di Vladimir Medinsky come capo delegazione russa ha portato a una dichiarazione diretta sulla questione, segnalando la volontà di Mosca di affrontare la situazione in modo diplomatico.

La trattativa resta però complicata da profonde divergenze e dalla mancanza di fiducia reciproca. Le famiglie ucraine continuano a denunciare episodi di rapimenti e sottrazioni forzate di bambini, mentre Mosca insiste sulla narrativa di protezione e salvataggio. Sul piano umanitario, questa disputa coinvolge organismi internazionali, organizzazioni per i diritti umani e agenzie che operano nei territori di conflitto.

Le implicazioni per i minori coinvolti e la risposta internazionale

I minori oggetto di questa questione vivono una situazione particolarmente delicata. Essere separati dalla famiglia in contesti di guerra può avere conseguenze gravi sulla salute psicologica e fisica. La presenza di una lista ufficiale, come quella annunciata da Mosca, rappresenta un passo per cercare di mettere ordine nella situazione, ma permane la preoccupazione per l’effettiva tutela dei diritti dei bambini.

L’Unione europea, le Nazioni unite e diverse organizzazioni internazionali hanno sollecitato trasparenza e accesso ai bambini da parte delle strutture umanitarie. La risposta mondiale è attenta a ogni indicazione che possa garantire il ritorno sicuro dei minori nelle loro case e famiglie. Nel contesto della guerra, la sorte dei bambini resta un tema doloroso che richiama l’attenzione di molti governi e ong.

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