Primo Amadio si è spento all’età di 97 anni lasciando un’eredità forte nella comunità di San Maurizio e oltre. La sua vita ha attraversato momenti cruciali del Novecento italiano, dalla Resistenza antifascista alle battaglie civili e politiche del dopoguerra. La sua scomparsa ha riunito in un ultimo saluto una folla commossa, pronta a ricordare non solo l’attivismo ma l’uomo che ha incarnato quei valori fino alla fine.
Primo amadio, radici e prime esperienze nella resistenza partigiana
Nato nel 1927 a San Stino di Livenza, in provincia di Venezia, Primo Amadio ha vissuto il fascismo sin dall’infanzia, segnato dalla difficile condizione della sua famiglia. Negli anni Trenta, la famiglia Amadio venne deportata a Nizza a causa delle attività politiche del padre Giuseppe, e al loro ritorno affrontarono dure condizioni economiche. La guerra e le repressioni portarono a un coinvolgimento diretto di Primo nella lotta partigiana del Friuli: ancora molto giovane, non aveva raggiunto l’età per la leva militare ma decise comunque di unirsi ai garibaldini come portaordini e staffetta.
La detenzione e il salvataggio di primo amadio
Nel dicembre 1944, la sua partecipazione attiva lo portò a essere arrestato insieme allo zio Umberto dopo una delazione. La detenzione nella caserma Manin di Venezia fu caratterizzata da torture, tra cui scariche elettriche. Fu l’intervento di Giovanni Battista Gianquinto, avvocato e membro del Comitato di liberazione nazionale, a garantire la sua fuga. Questo passaggio della sua vita racconta non solo la crudeltà del regime ma la rete di resistenza che riuscì a salvare vite anche nelle situazioni più drammatiche.
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Impegno politico e sociale negli anni del dopoguerra e la vita a san maurizio
Dopo la fine della guerra, Primo Amadio tornò a lavorare nei campi, affiancando il padre nella difesa dei diritti dei lavoratori agricoli contro i tentativi dei latifondisti locali di emarginarlo dal dibattito politico. Nel 1957 si trasferì a San Maurizio, in Piemonte, dove costruì una famiglia insieme alla moglie Vilma. I due rimasero uniti per tutta la vita, e secondo chi li ha conosciuti, il loro legame fu sempre un punto fermo e fonte di orgoglio per Amadio.
Attività politica e sindacale
La sua attività politica prese slancio nella comunità locale, con oltre vent’anni trascorsi come consigliere comunale per il PCI. Nel 1984 Amadio fu protagonista nella fondazione della lega locale del Sindacato Pensionati Italiani, un passo fondamentale per la tutela degli anziani. Questo lavoro quotidiano non avvenne mai sotto i riflettori ma lasciò un segno concreto: Amadio ascoltava chiunque avesse bisogno, interveniva con azioni precise e risposte tangibili, sempre pronto a mettersi a disposizione della collettività.
Ruolo dirigente nell’anpi e ricordo dei valori costituzionali
Negli ultimi decenni, Amadio ha mantenuto una posizione di rilievo nella sezione Anpi “Giuseppe Ferrero”, che comprende San Maurizio e San Francesco al Campo. Qui ha continuato a custodire la memoria dei partigiani caduti e a difendere i valori della Costituzione italiana. La sua presidenza era caratterizzata da un impegno nel promuovere iniziative culturali e commemorative con particolare attenzione ai giovani, per evitare che la storia fosse dimenticata.
Testimonianza di valeria aimaretti
Valeria Aimaretti, attuale presidente dell’Anpi locale, ha sottolineato quanto Amadio abbia svolto un lavoro instancabile per far crescere nelle nuove generazioni la conoscenza dell’antifascismo. La sua presenza non si limitava a ricordi del passato: rappresentava un richiamo vivo a quei principi fondamentali, diffondendo consapevolezza e incoraggiando il rispetto per la democrazia.
L’ultimo saluto a primo amadio e il significato del canto finale
Il funerale di Primo Amadio si è svolto nella parrocchiale di San Maurizio, gremita di persone commosse. Il feretro è stato accompagnato da medaglieri dell’Anpi, bandiere della Cgil e tanti volti segnati dalla gratitudine. Tra i momenti più toccanti c’è stato il ricordo della nipote, Ilaria, che ha ripercorso con affetto i suoi pomeriggi d’infanzia al fianco del nonno. Ha raccontato la semplicità e la calda presenza che hanno lasciato un segno profondo nei suoi ricordi.
A chiudere la cerimonia, il canto corale di “Bella ciao” ha raccolto tutti i presenti, trasformandosi in un ringraziamento collettivo. Questo canto, noto simbolo della Resistenza, ha collegato un passato difficile con un presente che ancora lo riconosce. Primo Amadio rimane così un punto di riferimento concreto, che ha scelto di vivere con coerenza e dedizione le battaglie per la giustizia e la memoria civile.