Un ragazzo di 13 anni è deceduto dopo essere stato accoltellato lo scorso 16 maggio in viale Vittorio Veneto a Milano. La vicenda ha scosso la città e ha portato all’arresto di un uomo di 27 anni. Il giovane era stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Fatebenefratelli, ma dopo due settimane di lotta non ha superato le ferite riportate. L’indagine in corso ha modificato l’imputazione dell’uomo, passando da tentato omicidio a omicidio volontario.
I fatti avvenuti il 16 maggio in viale vittorio veneto
La sera del 16 maggio un ragazzo di 13 anni è stato aggredito in viale Vittorio Veneto, una delle strade di Milano che collega quartieri residenziali e aree commerciali. L’aggressione è avvenuta in un punto frequentato da giovani e adulti, ma la violenza imprevista ha cambiato il volto di quella zona. La vittima è stata raggiunta da una coltellata che gli ha provocato una ferita grave.
Sul posto sono intervenuti immediatamente i carabinieri, allertati da alcuni testimoni. Subito dopo, il ragazzo è stato trasportato all’ospedale Fatebenefratelli dove è stato ricoverato in condizioni critiche. Le autorità hanno avviato le indagini cercando di ricostruire la dinamica e individuare il responsabile.
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Arresto e quadro giuridico dell’aggressore
Poche ore dopo l’aggressione i carabinieri hanno fermato l’autore dell’accoltellamento, un uomo di 27 anni di origine cubana. Il 27enne era noto alle forze dell’ordine per attività illegali legate allo spaccio di sostanze stupefacenti, come riportato dagli investigatori. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio.
La posizione giuridica del sospettato è stata al centro di un aggiornamento dopo la morte del ragazzo. La procura, attraverso la pm Francesca Crupi, ha formalizzato una nuova accusa: omicidio volontario. Questo cambiamento riflette la gravità dell’evento e la presa d’atto del decesso.
Situazione sanitaria e ricovero all’ospedale fatebenefratelli
Il 13enne ferito è stato subito ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli di Milano, una struttura con reparto di emergenza e terapia intensiva. I medici hanno lavorato per stabilizzare il ragazzo, ma la profondità della ferita da coltello ha complicato la situazione.
Per due settimane il giovane ha lottato tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione. I tentativi di stabilizzazione sono stati accompagnati da una continua valutazione dei danni interni provocati dal taglio. Lo staff medico ha monitorato costantemente le condizioni, ma il quadro clinico si è aggravato progressivamente.
L’ospedale ha confermato la morte il 30 maggio, comunicando il decesso ai familiari e alle autorità. L’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nelle zone centrali di Milano, specialmente in aree con presenze di attività illecite.
Implicazioni e sviluppi legali dopo la morte del ragazzo
La morte del ragazzo ha portato a una svolta nelle indagini. Il pm Francesca Crupi ha disposto il cambio dell’accusa nei confronti del 27enne, da tentato omicidio a omicidio volontario. Questo passaggio richiede una revisione delle prove e delle testimonianze raccolte.
Le autorità stanno interrogando testimoni e analizzando le immagini delle telecamere presenti in viale Vittorio Veneto. Le indagini proseguono anche per comprendere se ci siano altre persone coinvolte o responsabilità indirette.
Il caso ha attirato l’attenzione anche sulle dinamiche delle attività di spaccio in città e su come questi fenomeni possano coinvolgere indirettamente minori e adolescenti. Nei prossimi giorni si attendono aggiornamenti da parte della procura e sviluppi nei confronti dell’imputato.
L’attenzione pubblica resta alta sulla sicurezza urbana e sull’efficacia delle misure di controllo da parte delle forze dell’ordine nelle aree centrali di Milano, dove questi episodi, seppur rari, segnano profondamente la comunità locale.