I dati sui decessi sul lavoro continuano a preoccupare l’opinione pubblica. Nei primi mesi del 2025, in Italia si sono verificate oltre 200 vittime, con un ritmo di oltre due persone che perdono la vita ogni giorno in ambiente lavorativo. Recentemente la Lombardia ha registrato altre due morti sul lavoro, occasioni che riportano al centro il dibattito sulle condizioni di sicurezza nei cantieri e nei magazzini. Gli episodi che hanno coinvolto un giovane muratore e un autista di camion mostrano come il tema resti urgente e drammatico.
La morte di endrit ademi, il giovane muratore caduto a milano
A Milano, nel quartiere Lambrate, una tragedia ha colpito il mondo dell’edilizia. Endrit Ademi aveva 24 anni, era residente a Rovato in provincia di Brescia, e lavorava come muratore per un’impresa bresciana. Il ragazzo era impegnato nel rifacimento di una facciata al terzo piano di un edificio in via Bassini quando è scivolato e è precipitato da circa 12 metri. Testimoni raccontano che il parapetto del ponteggio non ha retto alla sua caduta, provocando un incidente fatale. È morto sul colpo. I colleghi lo descrivono come un lavoratore attento e instancabile, impegnato a svolgere il proprio compito con rigore.
Le autorità locali, con la polizia locale e i vigili del fuoco, hanno isolato la zona per effettuare i rilievi e garantire la sicurezza del cantiere. L’Ats ha raccolto testimonianze per ricostruire la dinamica dell’incidente. Il sindaco di Rovato, Tiziano Belotti, ha espresso il dolore della comunità: un giovane di 24 anni non dovrebbe perdere la vita sul lavoro, specialmente per un’attività quotidiana come quella che svolgeva Endrit. L’intera città si stringe attorno alla famiglia, colpita da un lutto che lascia sgomenti.
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Indagini in corso a milano
Le indagini coordinate dalla procura di Milano, sotto la guida del pm Maria Cristina Ria, hanno già disposto l’autopsia e aperto un fascicolo per verificare le condizioni di sicurezza sul cantiere e l’adeguatezza delle misure adottate dalla ditta. Endrit era regolarmente assunto e il suo caso rappresenta un’altra drammatica conferma dei rischi ancora presenti nei luoghi di lavoro, nonostante le normative in vigore.
La tragedia al deposito dhl di carpiano, morto un autista di 60 anni
Il secondo incidente recente riguarda Roberto Vitale, 60 anni, deceduto nella zona industriale di Carpiano, in provincia di Milano. L’uomo stava operando nel piazzale del deposito DHL, dove lavorava come autista a tempo pieno dal 2018 per la BS Autotrasporti. Durante la notte, mentre scaricava merce per un’azienda di trasporto bresciana, è stato travolto dalla motrice di un camion guidato da un collega di 62 anni. Stando ai primi accertamenti, il conducente non si è accorto della presenza di Vitale, probabilmente a causa del buio e della fatica accumulata dai due lavoratori.
Il colpo è stato fatale. L’azienda ha rilasciato un comunicato in cui esprime lutto e vicinanza alla famiglia, sottolineando la professionalità e la dedizione dimostrate dal dipendente nel corso degli anni. La procura di Milano ha aperto un’indagine anche su questa morte, per valutare responsabilità e circostanze, in particolare le misure di sicurezza implementate nell’area di carico e scarico.
Rischi nel lavoro notturno e ambienti logistici
Il caso evidenzia nuovamente l’esposizione al pericolo nel lavoro notturno e in ambienti logistici, dove il passaggio di veicoli pesanti richiede attenzione estrema e dispositivi efficaci per prevenire incidenti. Si tratta di un’area in cui servirebbero norme più rigorose e controlli più frequenti, come richiesto dalle associazioni sindacali impegnate nella tutela dei lavoratori.
La denuncia della cgil e la richiesta di maggiori controlli e prevenzione
Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha commentato le ultime tragedie definendole parte di una “strage” e non un’emergenza temporanea. Landini ha spiegato che il problema deriva dalla mancata priorità data alla sicurezza sul lavoro, vista come un costo da evitare, piuttosto che un impegno necessario. Questa mentalità, ha detto, porta a sacrificare vite umane pur di mantenere i profitti.
La CGIL di Milano, con il segretario Vincenzo Greco, ha chiesto un aumento degli ispettori del lavoro, oggi in numero insufficiente , e controlli rigorosi. È necessario, hanno sottolineato, garantire formazione adeguata ai lavoratori, regole chiare e responsabilità precise per evitare che tragici incidenti si ripetano. Greco ha insistito sull’importanza di costruire una cultura del lavoro che dia priorità alla vita e alla salute delle persone.
La richiesta del sindacato è una svolta netta rispetto alla politica degli annunci che finora ha risposto ai casi di incidenti con parole generiche e poche misure concrete. L’obiettivo è che lo stato e le imprese si assumano la responsabilità di proteggere davvero chi opera nei luoghi di lavoro, evitando che ogni morte diventi un nuovo capitolo di una storia troppo triste e conosciuta.
Questi due recenti episodi, che si sommano alle molte vittime già registrate nei primi tre mesi dell’anno in diverse regioni italiane, spingono le istituzioni a riflettere sulla necessità di misure più incisive e immediate, per bloccare una scia di sangue che non accenna a fermarsi.