Morti sul lavoro in Italia in aumento, Acerbo accusa il governo di inerzia e ostacoli ai referendum

Morti sul lavoro in Italia in aumento, Acerbo accusa il governo di inerzia e ostacoli ai referendum

Nei primi mesi del 2025 in Italia cresce dell’8,6% la mortalità sul lavoro, con Abruzzo e altre regioni in “zona rossa”; Maurizio Acerbo critica il governo Meloni per negligenza e ostacoli ai referendum.
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Nei primi mesi del 2025 in Italia aumenta dell’8,6% la mortalità sul lavoro, con forti critiche di Maurizio Acerbo al governo per la scarsa tutela e i ritardi nei controlli; il tema si lega anche al referendum sulla cittadinanza, visto come strumento per proteggere i lavoratori stranieri più vulnerabili. - Gaeta.it

Nei primi mesi del 2025, in Italia si registra un incremento preoccupante dei decessi sul lavoro. Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, ha lanciato un’accusa di grave negligenza al governo centrale. Secondo i dati diffusi, i morti sul lavoro sono cresciuti dell’8,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. L’attenzione si concentra anche sui referendum in programma, ostacolati dalla maggioranza, che secondo Acerbo potrebbero invece contribuire a tutelare i lavoratori più esposti.

Criticità e crescita delle morti sul lavoro in italia nel 2025

I numeri delle vittime sul posto di lavoro nei primi quattro mesi del 2025 mostrano una crescita significativa rispetto allo stesso arco temporale del 2024. Secondo Acerbo, l’incremento si attesta all’8,6%. Questo dato rivela una situazione di grande allarme sul fronte della sicurezza sul lavoro. La problematica riguarda un’ampia varietà di settori: dalle costruzioni all’industria, passando per l’agricoltura. Spesso, gli incidenti accadono in contesti caratterizzati da lavori in subappalto, dove i controlli sono più difficili e le condizioni di sicurezza peggiori.

Differenze regionali preoccupanti

Nelle regioni italiane si registrano situazioni differenziate. Abruzzo entra nella cosiddetta “zona rossa” per mortalità sul lavoro, insieme a Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Sicilia e Campania. In Abruzzo, il tasso di morti supera del 25% la media nazionale. Questo dato evidenzia una distribuzione territoriale delle criticità, che rende necessario un intervento mirato da parte degli enti locali e del governo centrale.

Acerbo e le critiche all’inerzia del governo

Maurizio Acerbo accusa il governo di non aver intrapreso azioni efficaci per frenare l’allarme morti sul lavoro. Secondo il leader di Rifondazione Comunista, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni presta più attenzione alle relazioni internazionali che alla sicurezza interna. Acerbo segnala come sul piano legislativo si stiano approvando norme meno incisive verso infortuni e morti sul lavoro. Fa riferimento all’introduzione di “reati assurdi” nei confronti di chi protesta, mentre viene rifiutato il reato di omicidio sul lavoro.

Altro punto che solleva è la disparità fra investimenti in armamenti e le risorse stanziate per il controllo e la prevenzione in azienda. Mancano circa 5900 ispettori per i controlli nei luoghi di lavoro, cifra che rende difficile contrastare in modo concreto le condizioni di rischio. Il governo, invece di rafforzare la presenza degli ispettori, ha varato una norma che impone la comunicazione con dieci giorni di anticipo ai datori di lavoro in caso di ispezione. Questo sistema diminuisce l’efficacia dei controlli, permettendo eventuali preparativi per ridurre temporaneamente i pericoli.

La questione del referendum sulla cittadinanza come tema lavorativo

Oltre ai temi della sicurezza sul lavoro, Acerbo sottolinea l’importanza di un altro tema cruciale, il referendum sulla cittadinanza. Secondo lui, la maggioranza di destra alimenta paure legate all’immigrazione per ostacolare il voto. Il quesito referendario permette di regolarizzare lavoratori stranieri presenti da anni in Italia, i cui diritti spesso vengono calpestati per la loro condizione di vulnerabilità. I dati dell’Osservatorio Sicurezza sul lavoro Vega confermano che i lavoratori stranieri corrono un rischio doppio rispetto agli italiani: 15,5 morti ogni milione di occupati contro 8,0.

Tra le 291 vittime registrate nei primi mesi del 2025, 58 sono straniere, circa il 20%. Acerbo definisce il referendum non solo una questione di cittadinanza, ma anche un tema fondamentale per la tutela del lavoro e contro lo sfruttamento.

Appelli dalle famiglie e mobilitazione per il voto

Maurizio Acerbo richiama l’attenzione sui messaggi provenienti dalle famiglie di lavoratori morti, come quelli di Luana D’Orazio e Mattia Battistetti. Questi appelli chiedono di non ignorare la drammatica situazione che colpisce i lavoratori e di partecipare attivamente alle consultazioni referendarie. La voce diretta di chi ha perso un proprio caro sul lavoro mette in luce le conseguenze umane della mancanza di adeguate tutele.

Le campagne per il voto puntano a rafforzare i diritti e a evitare nuovi lutti. Gli appelli si diffondono tra la popolazione per sensibilizzare su questa emergenza che, per ora, resta lontana dall’attenzione delle istituzioni e dei media nazionali.

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