Un gruppo di parlamentari italiani ha appena concluso una missione nella capitale degli Stati Uniti per rinsaldare i legami bilaterali e confrontarsi su temi cruciali come commercio, sicurezza e geopolitica. La trasferta, organizzata dalla sezione bilaterale di amicizia Italia-Stati Uniti dell’Unione interparlamentare, ha portato i deputati e senatori italiani a Washington tra eventi istituzionali e talk con rappresentanti americani. A emergere è stata una posizione comune sulla solidità dei rapporti tra i due paesi, anche in un periodo caratterizzato da molte incognite a livello globale.
La festa dell’ambasciata italiana: un momento di dialogo e rilancio dei rapporti diplomatici
Il 2 giugno è stata celebrata con grande partecipazione la festa nazionale italiana all’ambasciata di Washington, un evento che ha richiamato quasi duemila persone dalla politica, dalla diplomazia e dal mondo economico americano. L’ambasciatrice Mariangela Zappia ha nel suo discorso ribadito l’importanza della relazione con gli Stati Uniti, citando anche il messaggio del presidente Sergio Mattarella rivolto a questa occasione. Questa serata ha sancito la predisposizione positiva che esiste nella classe dirigente americana verso l’Italia, confermata dalla presenza sia di deputati e senatori di entrambi gli schieramenti politici, sia da rappresentanti del mondo imprenditoriale.
Festa e politica si intrecciano
Giangiacomo Calovini, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Affari esteri, ha sottolineato come questo evento non fosse solo una celebrazione, ma anche un’opportunità per rafforzare i legami politici e culturali. L’atmosfera di fiducia emersa ha gettato le basi per un dialogo continuativo, lontano da contrapposizioni ideologiche e concentrato sulla collaborazione. Il riferimento alla festa nazionale italiana ha rappresentato un richiamo all’identità e ai valori condivisi, elementi che sembrano ancora alla base del rapporto italo-americano.
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Incontri con i think tank e i parlamentari americani: confronto su economia e scenari geopolitici
Durante la missione, la delegazione ha avuto modo di confrontarsi con think tank di rilievo come American First, Atlantic Council e Heritage Foundation. Questi incontri si sono focalizzati su temi economici, in particolare sulle tensioni commerciali legate ai dazi che interessano l’Europa e gli Stati Uniti. Calovini ha riferito di un clima di “cauto ottimismo” per la possibilità di arrivare a soluzioni condivise, con l’Italia vista come un interlocutore chiave nel contesto europeo per affrontare queste sfide.
Dialoghi con il congresso
L’aspetto commerciale ha fatto da sfondo anche ai colloqui con rappresentanti del Congresso, tra cui Brian Mast, presidente del comitato per gli affari esteri della House republicans. Questi confronti hanno permesso di chiarire le diverse posizioni politiche, dimostrando un impegno comune a mantenere aperti i canali di comunicazione. La cooperazione su questioni politiche ed economiche è infatti considerata un elemento fondamentale per una relazione durevole. Gli incontri con i congressman degli schieramenti democratico e repubblicano hanno confermato come il dialogo in materia di politica estera e commercio rimanga prioritario per entrambe le parti.
Le visioni divergenti sulle crisi ucraina e mediorientale: la prospettiva americana
Il tema della guerra, con riferimento soprattutto ai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, è stato uno dei più delicati affrontati dalla delegazione italiana. Dal racconto di Calovini emerge che, negli ambienti politici e diplomatici di Washington, la scelta degli Stati Uniti di sostenere l’Ucraina non viene mai messa in discussione. Il sostegno appare saldo, anche di fronte alle pressioni di Vladimir Putin. L’attenzione americana si concentra sulla ricerca di un equilibrio possibile, in grado di contenere l’escalation bellica senza compromettere le posizioni strategiche dell’Occidente.
Differenze nel dibattito pubblico
Questa narrazione appare differente rispetto a alcune letture diffuse in Italia, dove i dibattiti pubblici mostrano varie sfumature di opinione sulla gestione del conflitto. Invece, a Washington, la posizione resta ferma e condivisa tra i partiti politicamente influenti, con un focus chiaro sulla protezione degli interessi di sicurezza nazionale. Anche riguardo al Medio Oriente, il discorso si mantiene orientato alla stabilità delle alleanze e alla presenza militare come elemento di deterrenza. La missione ha così permesso di percepire pienamente questa distanza nella percezione degli eventi tra le due sponde atlantiche.
Il riarmo europeo e le tensioni sui budget militari: lo sguardo degli stati uniti
Un nodo importante emerso nel corso delle discussioni è rappresentato dall’aumento delle spese militari europee, tema che in Italia ha acceso un dibattito politico interno. A Capitol Hill e presso diversi think tank americani la questione è stata vista nel contesto della Nato, con chiaro riconoscimento che gli investimenti europei in difesa si inseriscono all’interno della sicurezza collettiva dell’alleanza. Già durante una riunione dei ministri della Difesa Nato, e nella stessa giornata dell’incontro a Palazzo Chigi tra i vertici politici e i ministri chiave, il tema delle risorse destinate al settore militare è risultato centrale.
Posizione italiana e confronto con gli Usa
Il ministro Guido Crosetto ha confermato la posizione dell’Italia favorevole a rinviare a dopo il 2035 gli obiettivi richiesti per la capacità militare, seguendo il modello inglese. La prospettiva indicata per il bilancio della difesa italiana punta al 3,5% del Pil, anche se rimangono perplessi alcuni partiti come la Lega, che non vogliono scostamenti di bilancio. Il confronto con gli americani si è concentrato proprio su questa ridefinizione delle priorità e sulle tempistiche, con la consapevolezza che la Nato rimane il fulcro delle strategie comuni. Questi temi saranno cruciali anche ai prossimi vertici internazionali, come il G7 e l’incontro Nato previsto all’Aia tra il 24 e 25 giugno.
Ritorno in Italia tra sensazioni positive e progetti futuri di collaborazione
Dopo la tre giorni americana, la delegazione italiana ha fatto ritorno con la consapevolezza di un rapporto ancora saldo e di ampio respiro con gli Stati Uniti. In particolare, la serata del 2 giugno all’ambasciata ha lasciato un’impressione positiva, grazie anche agli interventi ufficiali del vicesegretario di Stato Usa, Christopher Landau, e altre figure chiave come Michael Faulkender e Keith Kellogg.
Cultura e sport per rafforzare i legami
L’occasione è stata accompagnata da momenti di cultura con performance artistiche, tra cui quella del Washington Ballet diretta dal coreografo italiano Mimmo Miccolis. Presentato anche il video dedicato ai Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026, evento che vedrà l’Italia protagonista su scala globale. Questo clima di scambio e collaborazione sembra indicare che, nonostante le difficoltà e le sfide internazionali, le relazioni tra Italia e Stati Uniti continueranno a svilupparsi su basi solide, tra dialogo istituzionale e scambi culturali.