L’integrazione attraverso la conoscenza reciproca e il coinvolgimento diretto dei minori stranieri non accompagnati ha guidato il progetto “I Minori Stranieri Non Accompagnati cittadini attivi della comunità educante”. Avviato dal centro di formazione professionale Civiform, il percorso ha coinvolto enti locali, associazioni, scuole e imprese, con l’obiettivo di costruire una rete efficace attorno ai minori migranti. Selezionato nel programma del fondo contrasto povertà educativa minorile promosso da Con i Bambini, questo progetto ha sviluppato iniziative di formazione e di partecipazione culturale per favorire l’inclusione sociale.
Un progetto condiviso per l’accoglienza e l’integrazione dei minori stranieri non accompagnati
Il progetto ha visto una collaborazione tra diversi attori territoriali: le comunità di accoglienza che ospitano i giovani migranti, i servizi sociali e sanitari, le scuole, i tutori volontari, le associazioni di volontariato e le imprese locali. L’obiettivo è stato quello di mettere in rete queste realtà per integrare le azioni di accoglienza e per condividere le buone pratiche. La centralità dei minori, chiamati a essere protagonisti, è stata una scelta chiara. La direttrice generale di Civiform, Chiara Franceschini, ha sottolineato che il progetto rappresenta un modello da rendere strutturale nel tempo. L’esperienza si è rivelata un’occasione per valorizzare i diversi ruoli degli enti coinvolti e per offrire ai giovani strumenti concreti di partecipazione e crescita personale.
Formazione, laboratori e iniziative culturali per favorire il benessere e l’inclusione
Tra marzo 2023 e giugno 2025 sono stati organizzati circa venti seminari e corsi dedicati agli operatori della rete. Questi incontri hanno coperto tematiche legate alla multiculturalità, al benessere psicofisico, all’educazione e alla comunicazione interculturale. Nel contempo, sono stati attivati una decina di laboratori specifici per i minori stranieri non accompagnati, incentrati su attività espressive, creative e di cittadinanza attiva. Le iniziative hanno coinvolto circa duecento persone tra educatori, insegnanti, rappresentanti istituzionali e tutori volontari. Un elemento distintivo è stata la creazione di un giardino interculturale, pensato come un luogo simbolo di incontro e scambio. Parallelamente, una mostra fotografica ha raccontato le storie dei partecipanti. La varietà delle attività ha contribuito a costruire un ambiente dove i minori potessero sentirsi accolti e protagonisti.
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La performance “radici in movimento”: teatro e partecipazione attiva per raccontare storie migranti
Il progetto ha trovato un momento culminante nel laboratorio teatrale sperimentale “Radici in movimento”. L’iniziativa ha visto la collaborazione tra i minori stranieri non accompagnati, educatori, attori e attrici del laboratorio stabile dell’Accademia della Follia, guidata da Claudio Misculin. Dopo quattro mesi di prove e incontri, la performance è andata in scena il 25 giugno 2025 presso il Civiform di Opicina. La regia di Antonella Carlucci ha coordinato una rappresentazione in cui la voce è stata affidata ad Alice Gherzil e le coreografie a Sarah Taylor. La messa in scena ha offerto un racconto diretto e coinvolgente delle esperienze di migrazione e integrazione, dando voce ai ragazzi e favorendo un dialogo con il pubblico. Questo momento ha rappresentato non solo la conclusione di un percorso formativo, ma anche un’occasione di visibilità per il lavoro collettivo svolto.
Un approccio integrato fra istituzioni, comunità e giovani migranti
L’esperienza del progetto Civiform conferma la rilevanza di un approccio integrato fra istituzioni, comunità e giovani migranti, cercando di ridefinire il concetto di accoglienza anche attraverso la cultura e la partecipazione diretta. Il lavoro coordinato in questi anni apre la strada a possibili nuove iniziative simili sul territorio nazionale.