Negli ultimi anni la collaborazione tra il ministero della Cultura e la Guardia di Finanza ha portato a importanti risultati nella lotta alle frodi fiscali legate agli incentivi nel settore culturale. Lavorando insieme, hanno scoperto irregolarità per milioni di euro riguardanti crediti d’imposta e contributi pubblici. Nel 2025, questo rapporto si è rafforzato ulteriormente grazie a un nuovo protocollo firmato dai vertici delle due istituzioni. Questo accordo vuole garantire controlli più rapidi e approfonditi per proteggere la legalità nel mondo della cultura.
Un protocollo per intensificare la collaborazione tra mic e guardia di finanza
Il 2025 ha visto la firma di un protocollo che rinnova e amplia l’intesa tra il ministero della Cultura, guidato da Alessandro Giuli, e la Guardia di Finanza, comandata da Andrea De Gennaro. L’obiettivo è creare un sistema di collaborazione più stretto a differenti livelli, in modo da contrastare con maggiore efficacia le frodi fiscali e le truffe che affliggono il settore culturale.
Questo protocollo prevede uno scambio costante di informazioni, incontri di confronto periodici e la realizzazione di corsi di formazione mirati per migliorare le competenze del personale coinvolto in questi controlli. Si punta a un’azione coordinata, rapida e incisiva, capace di individuare e bloccare operazioni fraudolente attraverso strumenti di vigilanza condivisi.
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Vigilanza sui bandi e riconoscimenti fiscali
Le attività della Guardia di Finanza e del ministero comprenderanno anche un monitoraggio più serrato dei bandi e dei riconoscimenti fiscali legati alla produzione audiovisiva, ai crediti d’imposta e ad altre agevolazioni, per evitare abusi e irregolarità.
Risultati concreti nella lotta alle frodi e ai crediti d’imposta indebitamente percepiti
Negli ultimi anni la collaborazione ha permesso di scoprire frodi per oltre 6,2 milioni di euro relativi a crediti d’imposta falsi o non spettanti nel settore audiovisivo. Questi crediti rappresentano incentivi destinati a sostenere la produzione culturale legittima, spesso usati in modo illecito con dichiarazioni false o documentazione contraffatta.
L’intesa ha inoltre portato a smascherare truffe collegate alla cosiddetta 18App, un bonus rivolto ai giovani per l’acquisto di prodotti culturali. Sono stati individuati contributi indebitamente richiesti e percepiti per più di 21 milioni di euro. La Guardia di Finanza ha denunciato ben 335 persone coinvolte in questo tipo di illeciti.
Un mercato culturale sotto osservazione
Questi numeri evidenziano che dietro a strumenti pensati per agevolare la cultura si nasconde spesso un sistema di frodi che sottrae risorse pubbliche importanti. Il controllo congiunto permette di mettere in luce queste situazioni e impedire che si proliferi un mercato culturale basato sulla truffa e sull’evasione.
Formazione e scambio d’informazioni per un controllo sempre più efficace
Il protocollo firmato include anche momenti di aggiornamento professionale per entrambe le parti. Sono previsti corsi di formazione dedicati agli operatori del ministero e agli ufficiali della Guardia di Finanza. Questi appuntamenti hanno lo scopo di approfondire le normative fiscali, le tecniche investigative e le novità in materia di incentivi culturali.
Il dialogo tra le due istituzioni permette uno scambio continuo di informazioni utili all’individuazione di potenziali frodi e alla verifica delle pratiche di accesso ai contributi pubblici. Questo lavoro consente anche di aggiornare le procedure di controllo per adattarle alle nuove forme di illecito che si vanno sviluppando.
Un modello per la trasparenza nel settore culturale
La collaborazione si conferma un modello per la gestione trasparente e rigorosa degli incentivi al mondo della cultura, un settore fondamentale per l’identità e lo sviluppo del paese.
Un impegno condiviso per la tutela della legalità e dei lavoratori onesti
La firma del protocollo rappresenta un segnale chiaro sul valore che il ministero della Cultura e la Guardia di Finanza attribuiscono alla legalità come base imprescindibile per sostenere il lavoro culturale. Nei loro interventi, i vertici delle due istituzioni hanno sottolineato come la cultura non sia solo un insieme di linguaggi e strumenti, ma anche un insieme di comportamenti coerenti e rigorosi.
Il ministro Giuli ha richiamato il senso del dovere, la disciplina e il rispetto verso le istituzioni che devono guidare tutte le azioni nelle due realtà coinvolte. Questa collaborazione diventa un presidio contro chi sfrutta il sistema per interessi personali a scapito di chi opera onestamente nel campo culturale.
Il protocollo conferma che la tutela dei contributi pubblici e il contrasto alle truffe sono necessari per garantire un ambiente di lavoro più giusto e trasparente per professionisti e operatori del settore. La cultura, in questo senso, esige un’etica ferma e condivisa per concretizzare i suoi scopi civili e morali.