In Emilia-Romagna a fine marzo 2025 risultano oltre 1.300 minori stranieri non accompagnati, con una presenza significativa di giovani provenienti dall’Ucraina. La regione si colloca al quarto posto in Italia per numero di questi minori, con caratteristiche demografiche e territoriali precise. Le autorità regionali stanno valutando interventi per migliorare il sistema di accoglienza.
Dati aggiornati sulla presenza dei minori stranieri non accompagnati in emilia-romagna
Al 31 marzo 2025, in Emilia-Romagna si contano 1.362 minori stranieri non accompagnati. La maggioranza proviene dall’Ucraina, con 556 giovani, seguiti da Tunisia , Egitto e Gambia . Questi dati posizionano la regione al quarto posto nazionale per concentrazione di minori non accompagnati, mentre in Italia il totale si attesta a 16.187.
La fascia di età prevalente è quella tra i 16 e 17 anni, che rappresenta oltre il 66% del totale. Il genere maschile invece domina la popolazione, con il 79,3%. Questa distribuzione evidenzia come i giovani spesso arrivino in modo autonomo o accompagnati solo parzialmente, in cerca di protezione o migliori condizioni.
Leggi anche:
La distribuzione territoriale in emilia-romagna
Dal punto di vista territoriale, le province che ospitano la maggioranza di questi ragazzi sono Bologna, con oltre un terzo del totale regionale, Ravenna intorno al 10% e Modena circa il 9%. Infine, 80 minori risultano coinvolti in procedimenti penali, un dato che sottolinea la necessità di attenzione particolare nei percorsi di inserimento.
Interventi e criticità nel sistema regionale di accoglienza
L’assessora al Welfare Isabella Conti ha portato in commissione Politiche per la salute e politiche sociali un quadro preciso sulle condizioni attuali e le criticità del sistema regionale per l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati. Conti ha evidenziato come il numero degli arrivi sia in diminuzione da qualche anno, con un calo del 24% nell’ultimo anno, trend che segue quello nazionale.
“Nonostante questo, è necessario riflettere sul sistema vigente. Le procedure d’accoglienza non sono sempre chiare, manca un monitoraggio centralizzato sugli arrivi e quindi non c’è una visione complessiva e aggiornata delle presenze e delle esigenze di questi minori.” ha affermato Conti.
In quest’ottica, la Regione vuole intervenire per rendere più efficace la gestione delle comunità educative e garantire una migliore raccolta di dati, per rispondere tempestivamente a eventuali criticità. Si evidenzia anche la necessità di aumentare la collaborazione fra istituzioni e soggetti che operano a vari livelli sul territorio.
Proposte di intervento da parte della regione
Fra le iniziative annunciate dall’assessora Conti c’è la creazione di un nucleo di monitoraggio regionale dedicato alle comunità educative. Questo nucleo avrebbe il compito di sorvegliare in modo continuativo la situazione, aggiornare i dati e segnalare tempestivamente problemi o emergenze.
Un’altra proposta è l’istituzione di un tavolo regionale permanente che coinvolga direttamente Regione, Anci, autorità giudiziarie, garanti per l’infanzia, Prefetture e organizzazioni del Terzo Settore. L’obiettivo è facilitare un dialogo costante e una collaborazione più stretta tra tutte le componenti.
In parallelo, si vuole potenziare il sistema di affido familiare sul territorio. Verranno avviati micro-progetti distrettuali che mettano in rete famiglie disponibili, servizi sociali, scuole e comunità locali con l’intento di offrire un ambiente più stabile e vicino ai minori.
Queste misure vogliono rispondere alle sfide di un’accoglienza complessa e garantire percorsi di supporto più puntuali e umani per i ragazzi stranieri soli.
Campagne di comunicazione per contrastare narrazioni distorte e stimolare empatia
Per accompagnare le azioni pratiche, l’assessora Conti ha sottolineato l’importanza di una campagna di comunicazione. Si punta a superare le narrazioni allarmistiche o distorte, spesso diffuse da certi mezzi di informazione o dai social media.
La Regione intende raccontare le storie reali di questi giovani, evidenziando percorsi di crescita, integrazione e opportunità. L’obiettivo è mettere in luce la dimensione umana dietro i numeri, mostrando le difficoltà e le speranze di ciascun ragazzo.
“Con questa strategia, la Regione Emilia-Romagna vuole favorire una percezione più consapevole del fenomeno e spingere a una risposta collettiva che tenga conto delle vite concrete di questi minori, valorizzandone il potenziale futuro e il contributo possibile nelle comunità di accoglienza.”