Ministro Valditara sul tema maturità 2025: responsabilità, voto in condotta e divieto smartphone alle superiori

Ministro Valditara sul tema maturità 2025: responsabilità, voto in condotta e divieto smartphone alle superiori

Il ministro Giuseppe Valditara sottolinea l’importanza del voto di condotta, il divieto di smartphone e il valore della responsabilità per la maturità 2025, incoraggiando gli studenti a valorizzare i propri talenti.
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Il ministro Valditara sottolinea l’importanza della maturità 2025, valorizzando responsabilità, talento e serenità degli studenti, rafforzando il ruolo del voto di condotta e confermando il divieto di smartphone per favorire autonomia e crescita personale. - Gaeta.it

La maturità 2025 si avvicina e il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha espresso alcune riflessioni sul ruolo dell’esame, con particolare attenzione al peso del voto di condotta e al divieto di smartphone nelle scuole superiori. Le sue parole si rivolgono direttamente agli studenti chiamati ad affrontare la prima prova del tema di italiano, un momento cruciale per molti giovani. Valditara richiama il valore della responsabilità e della libertà personale, indicando come questi concetti siano centrali nel percorso di crescita degli studenti.

Il valore dei talenti studenti e l’approccio al tema di italiano

Giuseppe Valditara ha voluto incoraggiare gli studenti che si preparano per l’esame di maturità a far emergere i propri talenti. Secondo il ministro, ogni ragazzo possiede capacità e punti di forza diversi, e proprio questa varietà rappresenta la loro forza. “I ragazzi hanno dentro di loro tanti talenti e la loro grande bellezza sta proprio nella diversità dei talenti”, ha detto. Il momento della prova di italiano diventa quindi un’occasione per valorizzare queste capacità individuali.

Serenità e preparazione

Chiusi nella tensione dell’esame, gli studenti sono chiamati a esprimersi con serenità, soprattutto se si sono preparati con attenzione. Valditara ha sottolineato come un atteggiamento sereno possa derivare dalla consapevolezza del proprio studio, facendo pesare meno ansia e timori legati alla prova. Ha ricordato il suo percorso personale, con qualche dettaglio che aiuta a capire l’importanza dell’esame nel cammino di crescita, come il tema su Carlo Porta, poeta milanese del passato. Anche l’orale con Euripide è rimasto per lui un ricordo positivo, che segna una fase di preparazione e fiducia. Dopo quell’esperienza, Valditara racconta di aver viaggiato per la Spagna, un modo per allargare gli orizzonti dopo gli studi.

Il messaggio è chiaro: studiare è importante, ma riconoscere il proprio valore e sentirsi pronti permette di affrontare con meno timore questo momento dello studio.

Il voto di condotta come strumento per insegnare responsabilità

Il ministro ha voluto ribadire quanto il voto in condotta assuma un ruolo più importante nell’ammissione all’esame di maturità 2025. Ha definito questa decisione come un modo per educare gli studenti al concetto di responsabilità, ovvero rispondere delle proprie azioni davanti a compagni, insegnanti e comunità scolastica. Valditara ha spiegato che l’accento sul voto di condotta serve ad aiutare i ragazzi a capire che diventare adulti significa anche accettare le conseguenze dei propri comportamenti.

Il rispetto reciproco e la cura per i beni pubblici sono segnali che riflettono la maturità degli studenti e, secondo il ministro, chi dimostra tale rispetto difficilmente otterrà un giudizio negativo sul comportamento. In questo modo, il sistema scolastico intende promuovere la formazione non solo culturale, ma anche civile e sociale, facendo della responsabilità un criterio imprescindibile per la crescita personale.

Questa scelta mette anche in evidenza un’importanza più ampia attribuita agli aspetti comportamentali nel percorso formativo di ogni ragazzo, oltre alle competenze accademiche. La responsabilità diventa così un elemento centrale e tangibile, che impatta direttamente sul risultato finale dell’esame.

Divieto smartphone: libertà e dipendenza alla prova

Uno dei temi più dibattuti nelle scuole oggi riguarda l’uso dello smartphone, e il ministro Valditara ha voluto spiegare le motivazioni alla base del divieto anche negli istituti superiori. La sua posizione è chiara: per essere maturi, gli studenti devono dimostrare di essere liberi da dipendenze di vario tipo, smartphone compresi. Se non si riesce a staccarsi da un oggetto come il cellulare, sostiene il ministro, la libertà personale risulta compromessa e la maturità resta incompleta.

Valditara ha ampliato il concetto di dipendenza includendo non solo i cellulari, ma anche droghe, videogiochi e alcol. Questo allarga ovviamente la riflessione sul rapporto che i giovani hanno con vari fattori che possono condizionare la loro autonomia. Ha citato i “Colloqui con se stesso” di Marco Aurelio, sottolineando come i classici insegnino ancora oggi l’importanza di vincere le dipendenze per raggiungere la vera libertà interiore. Per il ministro, questo è uno dei tratti fondanti che definisce il passaggio all’età adulta.

Il divieto negli istituti superiori mira quindi a favorire situazioni in cui i ragazzi imparano a gestire il proprio rapporto con le tecnologie e con gli altri agenti di distrazione o dipendenza, costruendo così una maggiore consapevolezza e controllo di sé.

Il ritorno al termine ‘maturità’ e il futuro dell’esame di Stato

Infine, Valditara ha anticipato la possibilità di tornare a chiamare l’esame finale “esame di maturità”, recuperando così un termine evocativo che sottolinea il passaggio all’età adulta. Attualmente, la prova è denominata “esame di Stato”, ma il ministro ha detto che si sta pensando a un cambio di nome, che potrà avvenire solo mediante una legge.

Questa riflessione si inserisce in un contesto culturale in cui gli adulti sembrano talvolta mantenere atteggiamenti adolescenziali e i giovani faticano a trovare punti di riferimento stabili. Valditara punta quindi a valorizzare più chiaramente quel concetto di maturità legato a responsabilità, crescita personale e senso civico che dovrebbe guidare tutta la vita scolastica e non solo.

Il nome “maturità” ha un valore simbolico forte, collegato all’idea di diventare cittadini consapevoli e responsabili. Tornare a usarlo può aiutare a ribadire questa missione educativa, accompagnando i ragazzi nel passaggio cruciale verso la vita adulta e il mondo del lavoro.

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