La prevenzione sanitaria in Italia torna al centro del dibattito pubblico con un appello forte del ministro della salute, Orazio Schillaci, durante l’apertura degli Stati generali della prevenzione a Napoli. Con un sistema sanitario pubblico riconosciuto fra i più solidi, il governo punta a invertire la tendenza attuale, sottolineando l’urgenza di aumentare gli investimenti nella prevenzione per allungare la vita in buona salute e contenere i costi futuri delle cure.
Disparità regionali e sfide culturali nella prevenzione
Il ministro Schillaci ha sottolineato una spaccatura ancora marcata tra Nord e Sud Italia nell’adesione ai programmi di screening oncologici, una differenza che definisce «inaccettabile». A Napoli, luogo simbolo di questa sfida, Schillaci ha voluto mandare un messaggio chiaro: ogni cittadino deve avere pari opportunità di accesso ai controlli gratuiti offerti dal servizio sanitario nazionale.
Una ricerca condotta dall’Istituto Piepoli ha rivelato dati preoccupanti, soprattutto al Sud. Circa un cittadino su cinque non è al corrente della gratuità degli screening, mentre un’ulteriore quota significativa, sempre nell’ordine del 20%, riceve l’invito ma rinuncia a sottoporsi ai test. Fra le motivazioni prevale la mancanza di tempo o la convinzione di stare bene, mentre molti ammettono una certa pigrizia.
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Schillaci ha chiamato tutti a collaborare per aumentare la consapevolezza e l’attenzione verso la prevenzione, evidenziando il ruolo centrale non solo delle istituzioni e del personale sanitario, ma anche degli operatori della comunicazione e delle scuole. Le scuole, in particolare, rappresentano un terreno importante per promuovere buone abitudini e stili di vita sani nelle nuove generazioni.
Adesione agli screening oncologici e iniziative in corso
Il servizio sanitario nazionale offre programmi gratuiti di screening oncologici, ma la partecipazione rimane insufficiente e presenta chiaramente un divario territoriale. Nel 2023, quasi 16 milioni di persone sono state invitate a sottoporsi ai test, ma solo circa la metà ha usufruito della possibilità.
Percentuali di adesione e differenze regionali
Entrando nei dettagli, lo screening per il cancro della cervice uterina registra un’adesione al 41% con un divario importante tra Nord e Sud e isole . Analogamente, il mammografico coinvolge il 55% delle donne, sempre con notevoli differenze regionali, mentre quello per il tumore colorettale raggiunge solo il 34%, con un 20% al Sud e nelle Isole. I programmi puntano a intercettare in tempo malattie che, in particolare per il tumore al colon-retto, si presentano oggi anche a età più giovani.
Il ministero ha inoltre finanziato la Rete italiana per lo screening polmonare. Finora, quasi 10.000 esami con tomografia computerizzata hanno permesso di individuare casi in fase precoce. Sono in fase di valutazione attività per lo screening anche sul cancro della prostata. Il coinvolgimento della popolazione diventa fondamentale per superare paure e diffidenze, con ogni cittadino chiamato a diventare protagonista del proprio percorso di salute.
Stili di vita, obesità e l’urgenza di una maggiore educazione sanitaria
L’attenzione al cambiamento degli stili di vita si conferma cruciale nella strategia di prevenzione indicata dal ministro. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, il 40% degli adulti italiani è in sovrappeso o obeso, con una concentrazione più alta in alcune regioni del Sud, come Campania, Molise, Basilicata e Puglia. Anche l’obesità infantile rimane un problema serio: quasi un bambino su cinque presenta sovrappeso e quasi il 10% soffre di obesità, includendo una quota di gravissima.
Questi problemi di peso si accompagnano a patologie croniche che gravano non solo sulla vita dei singoli, ma anche sulla spesa sanitaria pubblica. Il ministro ha ricordato come la sedentarietà riguardi quasi un quarto degli italiani, con una percentuale più alta nel Meridione, e che spesso manchi l’attenzione degli operatori sanitari nel promuovere attività fisica, anche tra persone con problemi di peso o malattie croniche.
L’impegno per migliorare l’alimentazione e diffondere attività motoria è inserito nel Piano nazionale della prevenzione. Le Regioni hanno già attivato progetti formativi nelle scuole per studenti, insegnanti e famiglie. Il piano si aggiornerà puntando su nuove tecnologie e sull’assistenza territoriale, spingendo verso un modello di salute che tenga conto anche dell’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale, nota come One Health.
L’importanza della prevenzione per il sistema sanitario italiano
Il ministro Schillaci ha messo in luce il ruolo fondamentale della prevenzione come pilastro per garantire continuità e sostenibilità al servizio sanitario nazionale. Nel corso del suo intervento, ha evidenziato che solo il 5% del Fondo sanitario nazionale viene oggi destinato ad attività di prevenzione. Questo dato sottolinea una forte sottovalutazione di un settore che potrebbe ridurre notevolmente le spese future per le cure mediche.
Secondo Schillaci, investire di più nella prevenzione significa consentire al sistema sanitario di liberare risorse da destinare all’innovazione e alla ricerca. Ha ricordato come i progressi scientifici abbiano reso possibile affrontare patologie un tempo considerate incurabili. La prevenzione deve essere vista come un investimento concreto, non come una spesa.
La sostenibilità del sistema passrà anche attraverso nuove regole di bilancio che consentano di considerare gli interventi preventivi come veri e propri investimenti, grazie anche a un dialogo aperto con il ministero dell’Economia e finanze e alle normative europee in materia di spesa sanitaria.
Criticità sul personale sanitario e tensioni politiche
Il ministro Schillaci si è espresso sulle difficoltà legate al rinnovo dei contratti per i medici cosiddetti ‘gettonisti’ che coprono i turni nei reparti ospedalieri e pronto soccorso. La scadenza al 30 luglio rischia di mettere in crisi l’organizzazione di alcune strutture. Il ministro ha annunciato che il governo intende discutere con le Regioni per trovare soluzioni condivise senza compromettere l’assistenza ai cittadini.
Infine, Schillaci ha replicato alle critiche mosse dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, sull’organizzazione degli Stati generali della prevenzione a Napoli. Ha preferito evitare polemiche e ricordare che l’evento rappresenta un’occasione importante a disposizione di tutti, ribadendo l’obiettivo comune di migliorare il sistema di prevenzione nazionale.