Ministero della salute insiste su equità regionale e nuove misure per la rete oncologica in italia nel 2025

Ministero della salute insiste su equità regionale e nuove misure per la rete oncologica in italia nel 2025

Il ministro della Salute Orazio Schillaci evidenzia le disparità regionali nell’accesso alle cure oncologiche in Italia e presenta nuove misure, tra cui il Registro unico nazionale delle Breast Unit, per migliorare l’assistenza.
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Il ministro Schillaci sottolinea l'urgenza di eliminare le disparità regionali nelle cure oncologiche in Italia, promuovendo reti integrate, il coinvolgimento delle associazioni di pazienti e nuovi investimenti per migliorare diagnosi e trattamenti. - Gaeta.it

L’accesso ai servizi oncologici rappresenta una sfida cruciale in molte regioni italiane. Nel 2025, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha ribadito l’importanza di eliminare le disuguaglianze territoriali nell’assistenza oncologica, sottolineando i ritardi di alcune aree nella creazione di reti integrate per i pazienti. Durante la presentazione alla Camera del 17esimo Rapporto sullo stato dei malati oncologici curato dalla Favo, sono emersi dati che mostrano come l’inadeguatezza delle strutture e la mancanza di continuità tra ospedale e territorio pesino ancora sulle persone affette da tumori.

Disparità regionali nell’accesso alle cure oncologiche

Il ministro Schillaci ha posto l’attenzione sulla persistente difficoltà di garantire a tutti i pazienti l’assistenza necessaria senza che debbano spostarsi fuori dalla propria regione. Alcune regioni italiane, ha evidenziato, non hanno ancora completato l’implementazione di reti oncologiche che assicurano continuità nelle cure, una componente essenziale per offrire trattamenti adeguati, coordinazione tra strutture e rispetto dell’equità. La rete oncologica rappresenta un modello fondamentale, perché permette di integrare ospedale e servizi territoriali, assicurando che il trattamento segua il paziente senza interruzioni. Tuttavia, ritardi nella sua attuazione causano disparità che ricadono pesantemente sui pazienti, in particolare quelli più fragili.

Condizioni di partenza diseguali e impatto sui pazienti

Ne derivano condizioni di partenza diseguali, che mettono a rischio la qualità delle cure. L’81% dei pazienti oncologici dichiara difficoltà negli spostamenti e nella continuità assistenziale se costretti a rivolgersi a strutture fuori regione. Secondo il rapporto Favo, alcune aree del Sud e del Centro Italia segnalano lacune significative nell’organizzazione delle reti, in contrasto con realtà del Nord che hanno già sistematizzato i servizi e ridotto i tempi di attesa. Questi divari limitano i diritti fondamentali del malato oncologico e mettono a rischio i risultati clinici.

Ruolo e coinvolgimento delle associazioni nei processi decisionali sanitari

Il 2025 ha segnato una novità legislativa importante, riconosciuta dal ministro Schillaci: la legge di Bilancio ha sancito per la prima volta un ruolo formale alle associazioni di pazienti nei processi decisionali in campo sanitario. Questa svolta include il coinvolgimento diretto delle realtà che rappresentano i cittadini malati nel confronto e nella definizione degli interventi strutturali e normativi. Le associazioni, grazie al contatto stretto con i malati e le loro famiglie, raccolgono dati preziosi sulle difficoltà pratiche incontrate lungo il percorso di cura.

Impegno del ministero e dell’aifa

Il ministero della Salute e l’Aifa si sono impegnati a definire regole precise per disciplinare questo coinvolgimento, garantendo che le istanze dei pazienti siano tenute in conto in modo trasparente e strutturato. Questo approccio mira a migliorare la qualità delle decisioni prese sulle politiche sanitarie, creando un dialogo diretto e continuo tra istituzioni e cittadini. Si tratta di un passaggio che cambia profondamente l’assetto tradizionale in cui la programmazione sanitaria era limitata solo agli esperti e ai tecnici, introducendo una voce che nasce dall’esperienza personale e comunitaria.

Nuove misure per potenziare la lotta contro il cancro e la rete dei servizi

Tra gli interventi introdotti quest’anno, il ministro ha illustrato alcune misure inserite in legge di Bilancio che puntano a rafforzare la risposta oncologica nazionale. Una di queste è l’istituzione del Registro unico nazionale delle Breast Unit. Queste unità rappresentano centri specializzati per il trattamento del tumore al seno, già all’avanguardia in alcune regioni italiane. Il registro permetterà di uniformare i criteri di qualità e di garantire la presenza delle Breast Unit su tutto il territorio nazionale, evitando disparità di accesso e contribuendo a standard più alti di cura.

Investimenti e risorse dedicate

Sono state inoltre stanziate risorse dedicate per il Registro dei tumori. Il monitoraggio puntuale dei casi permette di capire meglio diffusione e caratteristiche delle malattie oncologiche, facilitando interventi mirati e valutazioni precise degli esiti terapeutici. Infine, si segnala il rifinanziamento della Rete per lo screening del tumore al polmone, che conta tra i più frequenti e letali in Italia. Le attività di screening in via sperimentale si concentrano su popolazioni a rischio per intercettare la malattia nelle fasi iniziali. Sono stati destinati fondi anche al Fondo per i test di Next-Generation Sequencing, tecniche avanzate per individuare mutazioni genetiche utili a personalizzare la terapia. Questi investimenti puntano a migliorare la diagnosi precoce e l’efficacia dei trattamenti oncologici.

Lo sforzo del ministero della Salute si concentra nell’azzerare le differenze territoriali, nell’aggiornare strutture e procedure, assicurando così un sistema ospedaliero e territoriale che risponda ai bisogni dei pazienti in tutta Italia. La presentazione del rapporto Favo a Roma ha restituito un quadro complesso ma chiaro delle sfide ancora aperte. L’attenzione ora si rivolge alle prossime mosse legislative e operative per mettere in pratica le innovazioni volte a migliorare l’assistenza oncologica.

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