Minibus sbarcato ad ancona con 160mila euro nascosti in un bagaglio: intervento di dogane e finanza

Minibus sbarcato ad ancona con 160mila euro nascosti in un bagaglio: intervento di dogane e finanza

Un controllo al porto di Ancona ha portato alla scoperta e sequestro di circa 160mila euro nascosti su un minibus proveniente dalla Grecia, grazie all’intervento della Guardia di Finanza, Agenzia delle Dogane e il cane Isabel.
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Al porto di Ancona, Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane hanno sequestrato circa 160mila euro nascosti in un minibus proveniente dalla Grecia, superando il limite legale di trasporto senza dichiarazione, nell’ambito di controlli contro il traffico illecito di denaro. - Gaeta.it

Un controllo mirato nel porto di Ancona ha portato alla scoperta di una somma ingente di denaro nascosta all’interno di un minibus arrivato dalla Grecia. I finanzieri e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane hanno imposto una sanzione e proceduto alla requisizione del denaro, rafforzando così i controlli sui flussi valutari al porto. Questo episodio fa parte di un’attività di vigilanza regolare nel porto dorico, punto nevralgico per i traffici internazionali dell’Adriatico.

La scoperta del denaro nascosto sul minibus proveniente dalla grecia

Il viaggio del minibus è terminato sul suolo italiano, al porto di Ancona, dopo una traversata via motonave dalla Grecia. All’arrivo, i controlli approfonditi hanno coinvolto i militari del Comando provinciale di Ancona insieme ai funzionari dell’Ufficio Adm Marche 1 dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il conducente aveva dichiarato di non trasportare nulla da segnalare, ma il suo atteggiamento nervoso ha spinto gli operatori a proseguire con un’ispezione precisa.

Il ruolo del cane isabel e l’individuazione del denaro

Il cane Isabel, specializzato nel fiutare valuta, ha aiutato gli agenti a individuare il nascondiglio. Il denaro era occultato nella parte posteriore del veicolo, all’interno di un bagaglio nel bagagliaio. La quantità rilevata sfiorava i 160mila euro, cifra ben oltre il limite consentito per il trasporto senza obbligo di dichiarazione. L’azione ha quindi confermato i sospetti nati dall’atteggiamento del conducente e dalla perquisizione meticolosa.

La sanzione e la requisizione dell’importo eccedente i limiti legali

Al momento della scoperta, il personale ha proceduto immediatamente a contestare una sanzione legata alla normativa sul controllo dei trasferimenti valutari. Il limite di legge per il trasporto di denaro contante senza dichiarazione si ferma a 10.000 euro. L’eccedenza rispetto a questa soglia, pari a circa 150mila euro, è stata quindi sottoposta a sequestro.

La procedura applicata segue le norme vigenti, che prevedono la confisca totale dell’importo che supera la soglia stabilita. Così, l’intervento ha bloccato una somma considerevole, impedendo che circolasse senza controllo all’interno del territorio nazionale. L’episodio dimostra l’importanza di sanzioni tempestive per frenare movimentazioni di denaro non dichiarate e circostanze potenzialmente legate a irregolarità economiche o criminali.

Le norme vigenti sul controllo del denaro contante

La normativa in vigore stabilisce limiti precisi per il trasporto di denaro contante tra paesi, con obblighi di dichiarazione oltre soglie definite. Questo permette alle autorità di monitorare flussi sospetti e prevenire attività illegali quali riciclaggio o finanziamento illecito.

L’attività di controllo nel porto di ancona e il ruolo delle autorità coinvolte

Questo caso si colloca all’interno di una più ampia attività di contrasto sviluppata dalle autorità portuali e della Guardia di Finanza ad Ancona. Nell’anno in corso, i controlli hanno già portato a intercettare oltre 1,5 milioni di euro nascosti o trasportati senza documentazione corretta. Il porto di Ancona, come punto cruciale per traffici e scambi sul bacino adriatico, richiede una sorveglianza costante.

La sinergia tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane porta a controlli mirati su passeggeri, conducenti e veicoli in transito. L’obiettivo è bloccare i flussi di denaro da attività illegali, proteggendo così la stabilità del sistema finanziario e il corretto sviluppo economico. L’operazione appena conclusa ribadisce come il presidio del porto dorico serva a mantenere una vigilanza stringente sui movimenti sospetti e a difendere l’ordine pubblico nel contesto commerciale della regione.

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