Minacce di morte alla famiglia di santo romano dopo l’omicidio nel vesuviano: denuncia e tensioni social

Minacce di morte alla famiglia di santo romano dopo l’omicidio nel vesuviano: denuncia e tensioni social

La famiglia di Santo Romano, ucciso nel vesuviano da un minorenne, denuncia minacce via social e denuncia gravi falle nelle carceri minorili dove è detenuto l’omicida.
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Il giovane Santo Romano è stato ucciso nel vesuviano da un minorenne durante una lite; la sua famiglia, minacciata sui social, denuncia le gravi falle nel controllo delle carceri minorili dove è detenuto l'omicida. - Gaeta.it

Il caso di Santo Romano, il giovane ucciso nel vesuviano durante una lite scoppiata per motivi banali, torna a far parlare di sé. Dopo l’omicidio da parte di un minorenne armato, la famiglia della vittima ha ricevuto minacce di morte tramite social network. Questa situazione ha spinto i parenti di Santo a rivolgersi nuovamente alle autorità, denunciando l’aggravarsi della situazione. Dietro queste intimidazioni sembrano emergere legami con episodi riscontrati nelle carceri minorili dove è detenuto il presunto omicida.

Il contesto dell’omicidio e la misura cautelare per il minorenne

Santo Romano è stato ucciso nel territorio vesuviano da un altro giovane, minorenne, durante una lite nata da una questione apparentemente banale: un paio di scarpe sporcate. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, la discussione è degenerata fino all’uso di un’arma da fuoco. L’omicida, detenuto in strutture minorili, è stato condannato per il delitto.

Nei giorni successivi al fatto, emerse che il ragazzo era in possesso di oggetti proibiti durante la detenzione. L’avvocato Marco De Scisciolo, legale della famiglia di Santo, ha spiegato che il giovane detenuto aveva con sé due cellulari, non autorizzati, in due carceri diverse. In un’occasione, aveva anche un coltello rudimentale. Questi elementi hanno fatto scattare ulteriori denunce da parte della famiglia, segnalando non solo l’episodio originario ma anche il mancato controllo dentro le strutture.

Le minacce via social e la nuova denuncia della famiglia romano

Le tensioni sono aumentate quando, alcuni giorni dopo, la famiglia ha notato la circolazione di messaggi intimidatori sui social network. In particolare, su TikTok sono apparsi post gravemente minacciosi contro i parenti di Santo, riconducibili probabilmente ai sostenitori del giovane detenuto o allo stesso.

L’avvocato De Scisciolo ha diffuso alcune di queste frasi, spiegando che in un post si leggeva chiaramente: “i vostri nomi sono sulle pallottole della mia pistola”. Questa affermazione ha spinto la famiglia a sporgere una seconda denuncia, definita necessaria di fronte a minacce così dirette e violente.

L’ambiente online si è trasformato così in un luogo di ulteriore pericolo e pressione per chi si trova già coinvolto in un dramma. Le autorità sono state informate e ora indagano su chi ha pubblicato questi contenuti, valutandone la natura e la responsabilità.

Le criticità del sistema carcerario minorile secondo la difesa di santo romano

La scoperta dei cellulari e del coltello in possesso del minorenne all’interno di strutture carcerarie ha acceso un riflettore sulle condizioni di vigilanza in quegli istituti. La famiglia di Santo, tramite l’avvocato, ha denunciato queste falle, sottolineando come la detenzione non stia impedendo l’uso di mezzi per inviare minacce e mantenere contatti esterni.

Questi episodi suggeriscono un problema di controllo all’interno delle carceri minorili, con possibili rischi non solo per la sicurezza del detenuto, ma anche per le persone collegate, come nel caso della famiglia di Santo Romano. Le indagini dovranno accertare come si siano potuti introdurre cellulari e armi improprie in ambienti sorvegliati.

L’episodio conferma quanto la gestione delle misure cautelari per i minori che commettono reati gravi resti un tema delicato e complesso, con implicazioni che superano il momento del processo e influenzano l’intera rete di persone coinvolte.

Le reazioni della famiglia e le prossime mosse giudiziarie

A seguito di quanto accaduto, la famiglia di Santo Romano si è rivolta ancora una volta alle autorità per chiedere che venga garantita la loro sicurezza e che si impediscano nuovi atti intimidatori. La decisione di sporgere una seconda denuncia riflette la gravità del clima di minaccia che si è creato, con messaggi diretti che incutono paura.

Il legale della famiglia ha spiegato che continuerà a seguire la vicenda con attenzione, anche su base giudiziaria, per tutelare i diritti di chi ha perso un caro in circostanze violente e ora si trova a dover fronteggiare anche queste aggravanti.

Le autorità, nel frattempo, intensificano le indagini per individuare gli autori delle minacce, mentre crescono le richieste di controlli più severi all’interno delle strutture minorili. La vicenda rimane sotto osservazione, con sviluppi che potranno emergere nelle prossime settimane.

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