Milano rischia di perdere slancio post-expo tra inchieste, cantieri fermi e tensioni sociali

Milano rischia di perdere slancio post-expo tra inchieste, cantieri fermi e tensioni sociali

Milano affronta rallentamenti nei cantieri e disagio sociale post Expo 2015; Letizia Moratti critica la gestione del centrosinistra e invita il centrodestra a un cambio di rotta per le elezioni comunali 2027.
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Milano affronta una crisi urbanistica e sociale post-Expo 2015, con opere incompiute e disagio crescente. Letizia Moratti chiede un cambio di rotta e un’urbanistica inclusiva in vista delle elezioni comunali 2027. - Gaeta.it

Milano attraversa una fase complessa dopo Expo 2015, con un rallentamento nei principali cantieri e un crescente disagio sociale. Letizia Moratti, ex sindaca, esprime preoccupazione per la situazione attuale dell’urbanistica cittadina e invita a un cambio di rotta in vista delle elezioni comunali del 2027. Il dibattito si concentra sul rapporto tra amministrazione e cittadini, sulle opere incompiute e sulla necessità di politiche che coinvolgano tutte le fasce della popolazione.

Le eredità di expo 2015 e le infrastrutture milanesi

Expo 2015 è stato un evento che ha dato grande impulso a Milano, portando a interventi infrastrutturali importanti. Tra questi, Moratti cita la realizzazione di arterie come la Pedemontana, BreBeMi e la Tangenziale Est Esterna milanese , oltre all’espansione delle linee metropolitane. Questi lavori hanno cambiato profondamente il volto della città e favorito investimenti in molte zone prima marginali.

Progetti urbanistici dopo expo

Dal punto di vista urbanistico, si ricordano progetti come City Life e Porta Nuova, nati per dare nuova vita ad aree prima degradate. Questi interventi hanno offerto una trasformazione visibile in diversi quartieri. Eppure, secondo Moratti, i successivi anni hanno visto una carenza nel considerare le esigenze sociali collegate a questa crescita. L’attenzione è stata rivolta più a segmenti limitati della popolazione, senza un coinvolgimento esteso che avrebbe potuto prevenire tensioni e abbandono di alcune periferie.

La città ha assistito a un avanzamento sostanziale ma si è arenata nella capacità di integrare questi cambiamenti con un progetto urbano collettivo. Le grandi opere restano spesso incompiute o rallentate, e la difficoltà di portare avanti cantieri si riflette in un disagio crescente tra famiglie e operatori economici.

La crisi politica e le nuove figure per l’urbanistica

Le dimissioni dell’assessore Tancredi hanno creato un vuoto nella gestione dell’urbanistica che il sindaco ha affidato temporaneamente alla vicesindaco Scavuzzo. Moratti sottolinea l’importanza di scegliere un successore con competenze tecniche e indipendenza, capace di ascoltare le esigenze della città e operare con trasparenza.

La guida dell’urbanistica non può restare appannaggio esclusivo di interessi politici o tecnici; serve una persona che sappia coniugare visione e pragmatismo, in grado di confrontarsi con la realtà urbana e sociale. La mancanza di questa figura ha contribuito a far precipitare alcuni cantieri e alimentare il malcontento.

In questo quadro si inserisce il bilancio critico dell’attuale gestione del sindaco Giuseppe Sala, accusata da Moratti di aver sottovalutato troppe avvisaglie di crisi. La risposta ai problemi, complice l’inchiesta che ha coinvolto la giunta, è arrivata con ritardo, aggravando una situazione di immobilismo che pesa sulle famiglie, sulle imprese e sull’intero tessuto cittadino.

Il ruolo della giunta nella crisi urbanistica

Le responsabilità del centrosinistra nella gestione immobili e urbanistica

Moratti rimarca come il centrosinistra abbia concentrato il potere decisionale urbano in poche mani, creando una percezione di distacco rispetto ai cittadini. Questa gestione ha ridotto la partecipazione e generato una distanza ingombrante tra amministrazione e residenti. L’urbanistica è sembrata imporre logiche che poco consideravano le esigenze reali della città.

Nel periodo di Moratti sindaca furono promossi strumenti come il Piano di Governo del Territorio, con attenzione all’ambiente, al verde e alla trasparenza nelle scelte. La partecipazione della cittadinanza aveva un ruolo centrale nel definire priorità e limiti all’espansione.

Purtroppo, negli ultimi quindici anni di amministrazioni di centrosinistra, sostiene Moratti, quel metodo è stato abbandonato. Le difficoltà attuali derivano proprio dalla scarsa attenzione a temi legati alla coesione sociale e a una visione urbana che risponda alle esigenze di tutti i quartieri, centro e periferie compresi.

La corsa alle elezioni comunali del 2027 e il ruolo del centrodestra

La fine del mandato in arrivo apre la sfida per le elezioni comunali che si terranno nel 2027. Moratti auspica che il candidato sindaco del centrodestra unisca competenze civiche, esperienza amministrativa e sensibilità sui temi sociali. Sarà necessario un profilo capace di ascoltare e dialogare con le diverse componenti della città.

Il centrodestra deve agire con coesione e maturità, evitando divisioni interne per costruire una proposta che possa davvero coinvolgere tutti i cittadini. Forza Italia viene indicata come una forza in grado di favorire un percorso unitario e d’ampio respiro, in grado di attrarre figure di talento aperte alle esigenze concrete di Milano.

Le priorità individuate riguardano temi concreti come la casa, la mobilità, il lavoro, la sicurezza e una visione della sostenibilità fondata su scelte operative, non su slogan. La periferia deve tornare protagonista e le istituzioni devono ripristinare un dialogo diretto con i quartieri spesso dimenticati dall’attuale gestione.

Temi prioritari per il futuro di milano

Le sfide sociali e urbanistiche per una milano più inclusiva

La percezione di Milano come città dedicata solo a fasce alte o al centro, deriva da una politica urbanistica che ha aumentato le disuguaglianze. Le periferie restano marginali e si aggravano problemi come chiusura delle attività commerciali, insicurezza e carenza di alloggi per studenti e famiglie.

La situazione di molte case popolari rimaste vuote è indicativa di una gestione inefficace delle risorse e dei bisogni reali. Moratti evidenzia come colmare queste distanze richieda un cambio di metodo e un ritorno a un’urbanistica che unisca, anziché dividere.

Lo sviluppo urbano deve tornare a mettere al centro la persona, partendo dalle sue esigenze quotidiane. L’esperienza di figure storiche milanesi impegnate su temi civici e sociali rappresenta un modello da recuperare. L’attuale crisi può spingere a ripensare politiche più umane che conciliino crescita e inclusione, restituendo fiducia alla città nel suo complesso.

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