La Procura di Milano ha chiuso le indagini su un gruppo di dieci indagati coinvolti in un’inchiesta legata alla gestione di un progetto immobiliare vicino al Palazzo di Giustizia. Le contestazioni riguardano presunte irregolarità nella costruzione di due edifici residenziali, realizzati al posto di un’autorimessa. Tra gli indagati anche funzionari e dirigenti del Comune, con l’accusa di abuso edilizio, lottizzazione abusiva e falso. La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di controlli sull’urbanistica cittadina ed è ora in attesa della prossima fase, ovvero la richiesta di rinvio a giudizio.
Accertamenti sulla costruzione di due palazzine in via fontana e presunte irregolarità tecniche
Al centro dell’inchiesta c’è il progetto ‘The Nest‘ , ovvero due edifici di sei piani sorti in via Fontana, su un’area dove prima si trovava un’autorimessa. Le palazzine ospitano 39 appartamenti, già venduti, ma secondo la Procura sarebbero state realizzate in violazione delle norme urbanistiche. L’attenzione si concentra sull’uso improprio di una SCIA, ovvero un’autocertificazione, presentata per far sembrare l’opera una ristrutturazione quando invece si tratta di una nuova costruzione. Questa modalità riflette una prassi contestata in più indagini simili sulle trasformazioni edilizie in città.
Nel fascicolo si sottolinea che l’intervento non avrebbe rispettato le procedure formali richieste, di cui fanno parte anche eventuali modifiche al piano urbanistico. Per la Procura non sarebbe stato elaborato un piano attuativo che garantisse i servizi necessari ai residenti e la coerenza con gli spazi pubblici. Il progetto sarebbe stato realizzato tramite un impegno unilaterale del costruttore, che avrebbe dovuto attenersi ai volumi e alle indicazioni della Commissione Paesaggio, senza un’oculata valutazione della compatibilità pubblica.
Persone Coinvolte: funzionari comunali, ex presidente commissione paesaggio e altri responsabili
Tra le dieci persone indagate ci sono vari soggetti che hanno avuto un ruolo diretto nel progetto. Tra questi figurano i rappresentanti legali delle società promotrici dell’opera, come Mirko Paletti di Filcasa, ma anche i professionisti che hanno curato progettazione e direzione dei lavori. Vi sono poi i responsabili delle ditte esecutrici. Alla lista si aggiungono funzionari e dirigenti del Comune di Milano: in particolare, Carla Barone e Francesco Mario Carrillo, già noti alle procure per altri casi urbanistici. Un altro imputato di rilievo è Marco Stanislao Prusicki, ex presidente della Commissione Paesaggio, organo che valuta l’impatto estetico e paesaggistico delle costruzioni.
L’avviso di conclusione indagini, firmato dalla PM Giancarla Serafini del dipartimento diretto da Tiziana Siciliano, dettaglia come siano stati rilevati “plurimi violazioni di legge“. Si fa riferimento a reati contestati a partire dal 2020, tra cui il falso relativo alla “variazione dell’altezza” degli edifici. Per la Procura, la modalità scelta per autorizzare l’intervento non garantisce la tutela degli interessi pubblici, in particolare per quanto riguarda l’incremento del carico urbanistico creato dagli edifici.
Implicazioni legali e sviluppo delle inchieste urbanistiche milanesi
Questa indagine s’inserisce in un quadro più ampio di verifiche sulle opere edilizie in corso a Milano. Sono attese, infatti, a breve la chiusura delle indagini su altri progetti di rilievo, come Scalo House, Residenze LAC e Il Giardino Segreto. Questi casi rappresentano parte di una serie di controlli intensificati intorno a opere che avevano destato sospetti per possibile abuso o irregolarità nell’ottenimento delle autorizzazioni.
L’inchiesta sul ‘The Nest‘ non si limita solo a verificare la regolarità formale dei permessi ma riguarda anche il rispetto delle condizioni poste dalla Commissione Paesaggio, organo che dovrebbe garantire un controllo esterno sulla coerenza architettonica e ambientale delle costruzioni. Il procedimento giudiziario ora si concentrerà sulle responsabilità precise di ogni singolo indagato e sulle eventuali sanzioni previste dal codice penale in materia di edilizia.
Nel frattempo, il comparto immobiliare e gli abitanti della zona osservano con attenzione il proseguo della vicenda, che potrebbe rappresentare un precedete per la gestione di futuri interventi di riqualificazione urbana nel capoluogo lombardo.