La questione dei migranti continua a suscitare ampie discussioni in Italia, e l’intervento del vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana , Mons. Francesco Savino, aggiunge un’importante dimensione etica a questo dibattito. Durante un’intervista con ANSA, il vescovo di Cassano all’Jonio ha sottolineato l’importanza di considerare i migranti come esseri umani dotati di dignità e diritti, piuttosto che come oggetti da spostare senza una vera considerazione per le loro condizioni e la loro vita. L’intervento del Monsignore non è solo una critica alle politiche attuali, ma rappresenta anche un appello alla società civile e ai responsabili politici a riflettere sulla direzione in cui ci si sta muovendo.
La dignità dei migranti: oltre il dibattito politico
Mons. Savino, parlando dell’attuale situazione dei migranti in Italia, ha affermato che “i migranti sono fratelli e sorelle con la loro dignità”. Questo richiamo sottolinea l’importanza di vedere le persone in fuga da guerre, povertà e persecuzioni come protagonisti delle loro storie, anziché ridurli a semplici “pacchi” da gestire. La dignità umana dovrebbe essere al centro di ogni politica migratoria, e il vescovo ha messo in evidenza come la recente evoluzione delle leggi sull’immigrazione, dalla Bossi-Fini al decreto Cutro, abbiano orientato il settore verso una visione quasi criminalizzante dei migranti.
Savino mette in luce un crescente “atteggiamento securitario” che trascende la mera questione dei confini e della legge, evidenziando come tali politiche portino a una disumanizzazione delle persone coinvolte. È fondamentale interrogarsi su come questi approcci possano influenzare la società e il tessuto umano del Paese, proprio quando i bisogni e le sofferenze di milioni di persone richiedono un’attenzione più umana e compassionevole.
Il rischio per la democrazia: il conflitto tra i poteri
Durante l’intervista, Mons. Savino ha espresso preoccupazione per il conflitto tra i poteri, sottolineando che “quando i poteri non si rispettano reciprocamente, il cuore della democrazia è a rischio”. Queste parole risuonano particolarmente nel contesto attuale, in cui il dibattito sull’immigrazione è caratterizzato da scontri tra diverse istituzioni e fazioni politiche. Il vescovo ha esortato a mantenere un dialogo costruttivo tra i diversi livelli di governo e a promuovere un rispetto reciproco che possa garantire una gestione più equa e giusta dei temi migratori.
Il riferimento all’esternalizzazione dei migranti in Albania, considerata una misura controversa, è una testimonianza di questa tensione. Savino ha condiviso la sua opinione sui “sacrifici richiesti” e sulla frustrazione per i “soldi buttati via”, evidenziando la necessità di un approccio più razionale e umano nell’affrontare i problemi legati all’immigrazione.
Un appello alla società civile e ai responsabili politici
Infine, l’intervento del vescovo Savino si propone non solo come una critica alle attuali politiche migratorie, ma come un invito all’azione per la società civile. È fondamentale promuovere una cultura di accoglienza e di rispetto dei diritti umani, che possa contrastare le narrative di paura e divisione. Le parole del Monsignore rappresentano una chiamata a tutti, dai cittadini comuni ai leader politici, affinché possano unirsi in un impegno condiviso per la dignità di ogni persona, specialmente di coloro che si trovano in condizioni di vulnerabilità.
L’approccio della Chiesa, come evidenziato dall’intervento di Mons. Savino, pone al centro le questioni umane e invita a riflettere su cosa significhi realmente essere una società democratica, inclusiva e rispettosa del valore intrinseco di ogni individuo.
Ultimo aggiornamento il 20 Ottobre 2024 da Sara Gatti