Migliorano le condizioni della donna accoltellata a san secondo, marito muore in incidente stradale subito dopo

Migliorano le condizioni della donna accoltellata a san secondo, marito muore in incidente stradale subito dopo

La donna di 48 anni ferita a San Secondo da Dhahri Abdelhakim mostra miglioramenti in ospedale Maggiore di Parma; il marito è morto in un incidente stradale, mentre i figli ricevono supporto psicologico.
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Una donna di 48 anni è stata accoltellata dal marito a San Secondo (Parma) e ricoverata in rianimazione con miglioramenti. Il marito è morto in un incidente stradale poco dopo l’aggressione. I figli sono sotto protezione e assistiti da psicologi. - Gaeta.it

Le condizioni della donna di 48 anni ferita ieri a San Secondo, in provincia di Parma, mostrano segni di miglioramento dopo l’aggressione subita in casa dal marito. La 48enne era stata colpita con più fendenti ed è ricoverata in rianimazione all’ospedale Maggiore. Intanto, il marito è deceduto in un incidente stradale verificatosi poco dopo il gesto violento. I dettagli degli eventi sono al vaglio delle autorità competenti.

La donna accoltellata, ricovero e primi miglioramenti

La vittima ha ricevuto almeno sei colpi di coltello mentre si trovava nella propria abitazione con i figli piccoli. I fendenti l’hanno raggiunta all’addome, al collo e alle braccia. Ha perso una quantità significativa di sangue ed è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Maggiore di Parma. Il suo stato era grave, tanto da richiedere il ricovero nel reparto di rianimazione.

Nelle ore successive al ricovero, la donna ha mostrato un quadro clinico stabile e ha risposto alle prime domande poste dai carabinieri che indagano sull’aggressione. Il personale medico valuta di trasferirla presto in un reparto meno critico, vista la stabilizzazione delle sue condizioni. Se i miglioramenti saranno confermati, nel pomeriggio potrebbe anche incontrare i figli, la cui presenza è stata finora impedita per motivi di sicurezza e di salute.

Nonostante i segnali positivi, la prognosi rimane riservata trattandosi di ferite gravi a organi vitali e a causa della perdita di sangue. I medici monitorano ogni parametro con attenzione, consapevoli che la situazione può mutare in breve tempo. L’ospedale mantiene quindi un regime di osservazione intensivo.

Il marito morto in un incidente poco dopo l’aggressione

L’uomo autore dell’aggressione, Dhahri Abdelhakim, 53 anni, è morto poco dopo l’evento violento, in seguito a un incidente stradale verificatosi alle porte di San Secondo. L’uomo, alla guida della sua auto, si è scontrato contro un furgone mentre percorreva un rettilineo sulla strada principale. L’impatto è stato violento e non gli ha lasciato scampo.

Testimoni presenti sul luogo hanno riferito di una guida spericolata. L’auto dell’uomo avrebbe invaso la corsia opposta per diverse decine di metri, procedendo a velocità elevata. Sul camioncino che il veicolo ha urtato si trovavano due muratori, entrambi rimasti lievemente feriti. Le circostanze dell’incidente ora sono al vaglio della polizia locale incaricata di ricostruire la dinamica.

L’ipotesi che l’impatto sia stato un gesto volontario non è esclusa dagli inquirenti, considerato il contesto della vicenda e la rapidità con cui l’uomo si è diretto contro il veicolo. L’autopsia e ulteriori accertamenti chiariranno se si è trattato di un incidente casuale o di un atto volontario.

La situazione dei figli e il supporto psicologico attivato

I due figli minori della coppia, di 8 e 10 anni, sono stati i primi a chiedere aiuto lanciando l’allarme verso i vicini di casa subito dopo l’aggressione. Per la loro sicurezza, hanno trascorso la notte in una struttura protetta, lontano dall’abitazione ora posta sotto sequestro per permettere le indagini.

Le due sorelle maggiori, di 14 e 17 anni, si trovano anch’esse in una diversa casa famiglia. Gli operatori hanno attivato un team di psicologi e mediatori culturali per supportare tutti i bambini coinvolti, che vivono ora un momento di forte trauma e sconcerto. Rispondere ai loro bisogni psicologici e aiutarli a elaborare quanto accaduto rappresenta la priorità delle autorità.

L’intervento di mediatori culturali si rivela fondamentale, vista la provenienza della famiglia, per facilitare il dialogo e favorire un clima di fiducia con i bambini. Le strutture diventano un rifugio temporaneo fino a quando non saranno definite le condizioni per un ambiente familiare più sicuro. Gli assistenti sociali seguono costantemente l’evoluzione della situazione.

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