Il Milano Pride è iniziato in una giornata ricca di partecipazione e colori. La partenza dal punto nevralgico di via Vittor Pisani, nelle vicinanze della stazione centrale di Milano, ha visto un flusso di persone che si sono unite per celebrare i diritti e rilanciare la visibilità delle comunità LGBTQ+. La manifestazione, come da tradizione, ha radunato diversi rappresentanti di associazioni, partiti e gruppi civili, dando vita a un corteo che si snoda tra solidarietà, proteste e momenti di festa.
La partenza del corteo e la presenza delle famiglie arcobaleno
La partenza del Milano Pride è avvenuta tra un’atmosfera di attesa e partecipazione. In testa al corteo, un trenino di famiglie arcobaleno si è fatto largo con energia e vivacità. Alice Redaelli, presidente di Arcigay Milano, ha guidato la carica con lo striscione “resistenza arcobaleno“, un messaggio che racconta ancora il percorso di lotta e riconoscimento della comunità LGBTQ+. Le famiglie rappresentano un punto cruciale della manifestazione, mostrando valori di inclusione e sostegno, e sottolineano la necessità di leggi che garantiscano i diritti di genitori e figli in contesti non tradizionali.
La presenza di tanti partecipanti, già dalle prime battute, conferma la voglia di visibilità e dialogo. L’energia del corteo è palpabile, e l’andirivieni di colori, bandiere e striscioni dà corpo a un coro collettivo che si muove per le strade di Milano. È visibile anche l’impegno di gruppi di giovani e adulti, un mix generazionale che racconta come la lotta per i diritti abbia radici profonde ma guardi anche al futuro.
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Il ruolo dei partiti politici e scricchiolii istituzionali al milano pride
Dietro al trenino delle famiglie si sono disposti i partiti politici, i sindacati e le aziende che partecipano come sponsor alla parata. Il PD, come l’anno precedente, ha scelto un modo molto simbolico per farsi riconoscere. Sul loro carro compariva un cartonato del governatore lombardo Attilio Fontana, avvolto da una bandiera arcobaleno. L’azione era un gesto chiaro: evidenziare l’assenza totale di rappresentanti ufficiali della Regione Lombardia al pride.
La mancanza di figure istituzionali lombarde al corteo si conferma un dato di fatto significativo. La Regione Lombardia non ha inviato rappresentanti né ha partecipato con alcun simbolo ufficiale, un’assenza che non è passata inosservata a chi assisteva alla manifestazione. La presenza invece del PD punta a tenere accese le discussioni sui diritti civili nella politica regionale e nazionale. Alcuni membri del Movimento 5 Stelle hanno fatto capolino anche loro, portando la loro voce nel gruppo dei partiti.
Questa disposizione degli schieramenti politici racconta molto delle tensioni ancora vive attorno al tema delle libertà di genere e dell’uguaglianza. La manifestazione funge da specchio per osservare i rapporti tra istituzioni e società civile, mettendo in evidenza le distanze fra chi partecipa attivamente alle rivendicazioni e chi preferisce mantenersi defilato.
Messaggi e simboli di protesta lungo il percorso della parata
Non mancano mai momenti di critica e satira nei pride, e anche l’edizione 2025 ha dimostrato quanto la contestazione sociale rimanga parte integrante della parata. Sul carro di AVS si è visto lo striscione con la scritta “No Pride in Genocide“, accompagnata da bandiere della Palestina. Questo ha portato al corteo una denuncia precisa: un legame tra la lotta per i diritti LGBTQ+ e altre mobilitazioni internazionali di carattere umanitario e politico.
Nel corso della manifestazione si sono viste anche diverse forme di protesta e ironia espressa sul posto. Alcuni cartelloni nella folla sono stati decisamente pungenti, uno dei quali recitava “meglio figli unici che Fratelli d’Italia“. Questi slogan svelano in modo netto la critica nei confronti del governo e di alcune posizioni politiche percepite come poco inclusive o apertamente ostili alle richieste di diritti.
L’insieme di simboli, bandiere e slogan ha tracciato un panorama variegato che mescola festeggiamenti e rivendicazioni dure. Questo aspetto è una componente non trascurabile dell’intera manifestazione, dove convive la voglia di celebrare e quella di chiedere cambiamenti nei fatti concreti.
La partecipazione popolare e l’atmosfera in città durante il milano pride
Milano, nel cuore della primavera, si è vestita di arcobaleno per questa occasione. Le vie intorno alla stazione centrale e oltre hanno accolto migliaia di persone. L’atmosfera è stata caratterizzata da un mix di festa e tensioni, elemento tipico degli eventi che affrontano temi sociali accesi.
La città ha risposto con interesse e ha visto molta gente di ogni età arrivare per dimostrare solidarietà. Tra la gente è palpabile una sintonia particolare verso le richieste di inclusione e il desiderio di rilanciare un dibattito aperto sui temi LGBTQ+. Sono stati momenti intensi e partecipati, con dialoghi tra passanti, partecipanti e organizzatori.
L’impatto del pride su Milano si avverte anche nella mobilità, nella vita commerciale e nella percezione che si ha degli spazi urbani. Strade affollate, piazze animate, personaggi pubblici e gente comune che salgono sul palco o sfilano. La manifestazione si porta dietro tanto lavoro organizzativo e tanta voglia di far sentire una voce che finora ha lottato per trovare cittadinanza.
Le migliaia di persone presenti segnano un passo importante per Milano e per le lotte civili. Nella cornice moderna di una città che cerca di farsi spazio nei grandi eventi internazionali, la parata offre un momento dove si intrecciano passioni, richieste sociali e un sentire collettivo. Il tutto si muove sulle note di un corteo che si snoda, lento ma deciso, tra sorrisi, striscioni e richieste di diritti.