La miniserie dedicata a Rosario Livatino, magistrato ucciso dalla mafia nel 1990 e beatificato nel 2021, si prepara a debuttare con la firma di Michele Placido come regista. Tra incontri con papa Bergoglio e un approccio narrativo inedito, il progetto promette di offrire un ritratto intenso di una figura che ha segnato la lotta contro la criminalità organizzata.
L’incontro con papa Bergoglio e il valore del sostegno morale
Michele Placido racconta di un momento che ha segnato profondamente il percorso della nuova serie su Rosario Livatino. Due o tre anni fa, papa Bergoglio lo ha chiamato per parlare del progetto. L’attesa conversazione, iniziata per pochi minuti, si è prolungata fino a un’ora. Quel colloquio ha rappresentato molto più di un semplice scambio: ha conferito alla produzione un appoggio etico e spirituale di peso, cruciale per affrontare un tema delicato e carico di significati come quello della vicenda di Livatino.
L’attore e regista sottolinea come il “sostegno morale” di papa Bergoglio serva a orientare con responsabilità il racconto, cercando di essere all’altezza del testimone che la serie intende celebrare. Il riferimento alla beatificazione di Livatino, primo magistrato riconosciuto come santo, aggiunge un valore ulteriore a questa storia di fede e giustizia. Placido rimarca l’importanza del riconoscimento religioso come segno di un percorso unico, che ha pochi precedenti nel mondo del diritto italiano, soprattutto considerando figure di rilievo come Falcone e Borsellino.
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Un crime che racconta un uomo di fede e la realtà della mafia
La nuova miniserie si propone di distinguersi rispetto al film “Il giudice ragazzino” uscito nel 1994. Placido definisce quella pellicola come un buon lavoro, ma fatto troppo vicino ai fatti, senza poter sviluppare pienamente la complessità della vicenda. Questa volta il racconto si allontana dal semplice biopic per concentrarsi su un formato crime, che svela meccanismi poco noti della criminalità organizzata emersi solo con uno studio più profondo e più tempo a disposizione.
L’obiettivo è mettere in luce la figura di Livatino non soltanto come magistrato coraggioso, ma come uomo di fede che ha sacrificato tutto per difendere la giustizia. Il racconto mostrerà le connessioni intricate tra la stidda e altri gruppi criminali, evidenziando come Livatino seppe scoprire e denunciare queste dinamiche invisibili ai più. In questo senso, la serie da sedici ore totali offrirà nuove chiavi di lettura e dettagli inediti rispetto alle produzioni precedenti.
Il protagonista, al momento, resta top secret. Placido anticipa solo che si tratta di un attore molto bravo, con già esperienza in film di registi come Emilio Amelio, segno che il casting punta a un livello di recitazione elevato.
Michele placido e il racconto televisivo sulla mafia, da la piovra a oggi
Nel corso del festival Italian Global Series, Michele Placido ha avuto modo di ripercorrere la sua lunga carriera legata alle storie di mafia nella tv italiana. Partendo da La Piovra, serie che ha conosciuto un successo internazionale e ha cambiato il modo di raccontare la criminalità organizzata sul piccolo schermo.
Placido attribuisce grande merito a Damiano Damiani, regista della prima stagione, che credette fin da subito nel progetto e nel suo ruolo come commissario Cattani, figura rassicurante per il pubblico. La Piovra è stata una svolta per la tv di quegli anni, aprendo la strada a nuove narrazioni basate su temi forti e storie di impegno civile.
Nonostante la popolarità della serie, Placido confessa un certo esaurimento personale dopo la quarta stagione. L’uscita di scena del personaggio Cattani toccò anche la stampa internazionale, come dimostra l’attenzione riservata dalla Pravda con una prima pagina dedicata al personaggio e alla serie.
Attualmente Placido si concentra sul ruolo di regista e non esclude un ritorno sulla scena teatrale come attore. Il legame con le storie di mafia resta centrale nel suo percorso, con nuovi progetti che confermano l’interesse verso racconti che affrontano temi di giustizia e lotta alla criminalità, come nel caso del giudice Livatino.
La miniserie su Rosario Livatino si prepara a entrare in produzione dopo mesi di lavorazione e attente riflessioni. L’impegno nel portare un racconto ricco di dettagli e caratterizzato dal sostegno di figure come papa Bergoglio, rende interessante seguire la realizzazione e la diffusione di questo progetto sullo schermo italiano.