La città di Messina ha risposto con grande partecipazione a un evento organizzato esattamente un mese dopo la morte di Sara Campanella, la giovane di 22 anni assassinata a coltellate fuori dai laboratori del Policlinico. L’iniziativa ha visto presenti numerosi cittadini, associazioni, e istituzioni locali come il Comune e l’Università, in un momento condiviso di testimonianza e solidarietà alla famiglia.
Un evento per mantenere viva la memoria e contrastare la violenza
Il flash mob intitolato “il silenzio uccide, la città fa rumore” si è svolto nel cuore di Messina, coinvolgendo un pubblico vario. L’azione ha avuto l’obiettivo di non lasciare cadere nel dimenticatoio quanto accaduto a Sara. L’iniziativa è nata con l’idea di trasformare il dolore in una forza collettiva che sappia scuotere le coscienze e invitare a una riflessione profonda sui temi della sicurezza e della tutela delle donne.
In piazza, insieme a semplici cittadini, erano presenti rappresentanti istituzionali che hanno ribadito il loro impegno nel garantire giustizia e prevenzione di episodi simili. Il coinvolgimento dell’Università ha dato un valore aggiunto all’assemblea, facendo sentire una voce autorevole sul piano della cultura e dell’educazione contro ogni forma di violenza.
La testimonianza del fratello: un impegno per sara e per la città
Claudio Campanella, fratello di Sara, ha preso la parola davanti alla folla, con una determinazione palpabile. Ha promesso che Sara non sarà dimenticata e che lui, insieme a quanti si mobilitano, continuerà a sostenere la memoria della sorella attraverso azioni concrete e prese di posizione. Ha dichiarato: “Saremo la tua voce. Sara vive!”, sottolineando la volontà di trasformare il lutto in un richiamo aperto alla giustizia e al rispetto.
La sua testimonianza ha raccolto non solo il sostegno emotivo del pubblico ma anche un appello diretto alle autorità affinché la vicenda clinchi in un processo che restituisca giustizia a Sara. Le parole di Claudio sono state una chiamata all’attenzione per tutti, a non lasciare che il silenzio avvolga queste tragedie.
L’eco dell’evento nella città e le reazioni delle istituzioni
L’appuntamento con il flash mob ha acceso le luci su una ferita aperta nella comunità messinese. Dai laboratori del Policlinico, teatro della tragedia, fino al centro cittadino, si è diffuso un segnale forte che coinvolge non solo le persone direttamente colpite ma tutta la collettività. Il ricordo di Sara ha trovato un luogo e un momento dove diventare solido e vivo.
Il Comune di Messina ha promesso di sostenere iniziative di sensibilizzazione dedicate al tema della violenza di genere, mentre l’Università ha annunciato l’avvio di incontri formativi e dibattiti che trattino queste problematiche. Non si tratta solo di commemorare Sara, ma di mettere in campo strumenti che possano rendere confermato che la violenza non venga più ignorata o sottovalutata sul territorio. La mobilitazione di ieri ha mostrato come un’intera città possa reagire e chiedere impegno e risposte.