L’attenzione della procura di Pavia e dei carabinieri è tornata su Michele Bertani, amico d’infanzia di Andrea Sempio, attualmente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. Bertani si è tolto la vita nel 2016 ma la sua pagina Facebook, rimasta pubblica e accessibile da nove anni, presenta post che potrebbero contenere messaggi cifrati utili alle indagini. Leggere quei contenuti aiuta a ricostruire il rapporto tra i protagonisti dell’inchiesta e la cerchia di amici vicini a Sempio.
Il contesto personale e sociale di michele bertani
Michele Bertani, conosciuto su Facebook come Mem He Shin, un nome che richiama la Cabala e la mistica ebraica, si è tolto la vita nel 2016 a soli 28 anni. La sua pagina social non è mai stata chiusa o nascosta, e tutti possono leggere i suoi post, compresi gli inquirenti impegnati nelle nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi. Bertani era un amico stretto di Andrea Sempio, il 37enne di Garlasco da anni sotto osservazione per la morte della fidanzata.
La sua scomparsa ha rappresentato un punto di svolta nella vita di Sempio, come emerge da alcune intercettazioni successive al suicidio. Bertani aveva utilizzato espressioni suggestive, alcune delle quali potrebbero contenere riferimenti indiretti al caso Poggi o all’ambiente in cui vivevano i due giovani. L’attenzione sugli scritti di Bertani si concentra quindi sull’analisi di possibili codici o messaggi nascosti da decifrare.
Leggi anche:
I post di bertani e la possibile presenza di codici cabalistici
Tra i vari post pubblicati tra il 2015 e il 2016 emergono scritte che alternano lettere maiuscole e minuscole, un espediente stilistico diffuso tra i giovani dell’epoca ma che in certi casi ha attirato l’interesse degli investigatori. In particolare, il 19 gennaio 2016 Bertani ha pubblicato una frase che rimanda a una canzone dei Club Dogo: “La verità sta nelle cose che nessuno sa!!! la verità nessuno mai te la racconterà”.
Questa frase, osservata più attentamente, sembrerebbe nascondere un messaggio cifrato. Un giornalista, Luigi Grimaldi, ha segnalato su X e poi sui media cartacei la possibilità che eliminando le lettere maiuscole rimangano solo quelle minuscole, che trasposte con l’alfabeto ebraico formano la frase: “C’era una ragazza lì che sapeva”.
Non è il solo messaggio di questo tipo. Il giorno prima Bertani scrisse: “?..in tHe CanTinE work in progress…”, uscendo dal normale linguaggio e richiamando un particolare stile grafico. È impossibile, a quasi un decennio dal suicidio, stabilire se quei messaggi fossero semplici esercizi artistici o volessero davvero comunicare informazioni nascoste.
Collegamenti tra bertani e la figura di andrea sempio nelle nuove indagini
Andrea Sempio è l’unico indagato nella recente riapertura del caso Chiara Poggi, che risale a oltre 18 anni fa. L’unico legame diretto che emerge tra Sempio e Bertani è un’intercettazione ambientale registrata nel 2017, un anno dopo la morte di Bertani. Nel dialogo, Sempio si domanda: “perché ti impicchi? adesso che ti sei impiccato che cosa hai ottenuto? sei morto, sei morto”.
In un altro momento, parlando dell’amico, Sempio ricorda come abbiano condiviso la loro vita fino a 18 anni, dicendo: “Da 0 a 18 anni tutte le c… le abbiamo fatte assieme”. Questi elementi confermano una stretta amicizia già nota, ma ora assumono un peso maggiore perché accendono l’interesse per i post lasciati da Bertani, scritti poco prima del suicidio.
Il valore investigativo dei contenuti social di michele bertani
Facebook è diventato una fonte importante per ricostruire realtà personali e relazioni all’interno di una vicenda di cronaca giudiziaria. I post di Bertani rappresentano un archivio accessibile da anni, senza bisogno di richieste ufficiali, che raccontano un punto di vista particolare, a tratti enigmatico.
La possibile presenza di messaggi in codice, basati su riferimenti alla Cabala, apre un filone di studio sul modo in cui il giovane esprimeva pensieri più profondi o nascosti, all’interno di un contesto difficile. Quei testi possono fornire indicazioni precise sugli stati d’animo di Bertani e sui suoi legami con Sempio e altri soggetti.
Il lavoro degli investigatori è concentrato soprattutto su come questi post si inseriscono nella dinamica degli eventi legati all’omicidio di Garlasco, cercando di capire se vi siano informazioni utili sulle frequentazioni, i segreti o i misteri dietro quei fatti. L’uso dei social, in questo caso, arricchisce la ricostruzione della storia personale e sociale di chi è coinvolto nell’inchiesta.
L’attenzione sugli scritti di Bertani resta alta, ma per ora si tratta soprattutto di un tassello in più per conoscere meglio il contesto, senza che emergano prove di responsabilità diretta o di coinvolgimento nell’omicidio. Gli sviluppi saranno legati a ulteriori indagini che potrebbero approfondire relazioni e comportamenti attraverso altri dati e testimonianze.