Merck Italia lancia a Napoli la campagna per prevenire il cancro con sport e umanizzazione delle cure oncologiche

Merck Italia lancia a Napoli la campagna per prevenire il cancro con sport e umanizzazione delle cure oncologiche

Merck Italia presenta a Napoli l’iniziativa “Non giriamoci intorno” per promuovere sport e prevenzione oncologica, con un manifesto sull’umanizzazione delle cure e innovazioni nella rete oncologica campana.
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Merck Italia ha presentato a Napoli un’iniziativa che promuove il legame tra sport e prevenzione oncologica, accompagnata da un manifesto per l’umanizzazione delle cure. L’evento ha evidenziato i progressi nella rete oncologica campana e l’uso di tecnologie digitali per migliorare diagnosi e terapie personalizzate. - Gaeta.it

La prevenzione oncologica resta una sfida centrale in Italia, dove ogni giorno si registrano oltre mille nuove diagnosi di tumore. A Napoli, a piazza Plebiscito, è stata presentata un’iniziativa di Merck Italia dedicata al legame tra sport e salute, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sulle malattie oncologiche. Durante l’evento è stato presentato anche un manifesto sull’umanizzazione delle cure in oncologia, frutto di un impegno condiviso tra medici, associazioni di pazienti e istituzioni. Qui sotto si approfondiscono i temi legati alla ricerca di nuovi trattamenti, all’importanza dell’attività fisica nella prevenzione, alla riorganizzazione della rete oncologica campana e al ruolo delle tecnologie digitali nella gestione delle cure.

Iniziativa merck a napoli per il binomio sport e salute nella prevenzione oncologica

A febbraio 2025, piazza Plebiscito a Napoli ha ospitato una iniziativa organizzata da Merck Italia chiamata “non giriamoci intorno”. L’evento ha visto la partecipazione di principali figure dell’oncologia italiana: Sandro Pignata, primario all’istituto tumori “Pascale” e responsabile della rete oncologica campana, Paolo Ascierto, esperto mondiale di melanoma, Fortunato Ciardiello della Vanvitelli e altri specialisti come Amr Adel e Ugo Trama. L’obiettivo principale è stato sottolineare come l’attività fisica rappresenti uno strumento concreto per prevenire molte forme di tumore, affiancando così la ricerca clinica e i programmi di screening. È stato presentato un manifesto per l’umanizzazione delle cure, che punta a integrare l’attenzione al benessere globale del paziente durante tutto il percorso terapeutico.

Sport come strumento di prevenzione

Il rapporto tra sport e prevenzione oncologica è certificato da studi clinici che mostrano come muoversi regolarmente influisca positivamente sui fattori di rischio, dal controllo del peso corporeo alla regolazione dei livelli ormonali. Gli esperti presenti hanno sottolineato la necessità di campagne informative mirate e di sistemi sanitari che facilitino l’accesso ai programmi di screening, fondamentali per la diagnosi precoce. L’iniziativa ha raccolto anche il sostegno di associazioni di pazienti come Ailar, Walce e Palinuro, coinvolte nella promozione di una cultura della salute più partecipata e consapevole.

Il manifesto per l’umanizzazione delle cure oncologiche e la sfida della ricerca in italia

Il manifesto presentato da Merck Italia a Roma e poi rilanciato a Napoli nasce dalla consapevolezza che la cura del paziente oncologico deve guardare oltre i protocolli tradizionali. Il documento invita a considerare il benessere psicologico, sociale e fisico dei malati come parte integrante di ogni terapia. L’umanizzazione delle cure si traduce in un approccio multidisciplinare e personalizzato che considera ogni aspetto della vita del paziente, non solo la patologia biologica.

Numeri e innovazioni nella ricerca

Paolo Ascierto, uno dei curatori della proposta, ha ricordato i numeri italiani del 2024: 390.000 nuove diagnosi di tumore, con un impatto differenziato tra uomini e donne. Ha evidenziato come la ricerca abbia aperto scenari innovativi, specie in campo immunoterapico e con farmaci biologici. Questi trattamenti stanno rivoluzionando le possibilità di cura, portando a risultati diversi anche nei tumori più aggressivi, come il melanoma. Merck ha sottolineato di aver introdotto in Italia fin dal 2004 farmaci specifici per il carcinoma del colon-retto e di continuare a investire in ricerca per ampliare le opzioni disponibili.

L’attenzione al paziente richiede però conoscenza diretta dei suoi bisogni, cosa resa possibile solo attraverso una collaborazione stretta tra clinici, istituzioni e associazioni. L’umanizzazione significa anche ridurre le distanze tra il malato e il sistema sanitario, migliorare comunicazione e supporto durante le cure. Il manifesto propone azioni precise per aggiornare protocolli e prassi, valorizzando il ruolo dei professionisti e coinvolgendo le reti oncologiche regionali.

La rete oncologica campana e il salto in avanti nella gestione dei pazienti

La rete oncologica campana ha mostrato nel rapporto sulle performance del 2024 un significativo miglioramento arrivando al terzo posto rispetto al quinto dell’anno precedente. Sandro Pignata ha spiegato che la complessità dei percorsi oncologici richiede un’organizzazione capillare, in grado di garantire diagnosi tempestive e trattamenti efficaci a circa 6 milioni di abitanti. La Campania registra 33.000 nuove diagnosi di tumore ogni anno, un numero che pesa anche sui tassi di mortalità, tradizionalmente più alti rispetto alla media nazionale.

Struttura e risultati della rete oncologica

La ROC è nata nel 2016 come network integrato tra 11 centri oncologici, 7 ASL e case di cura accreditate, con lo scopo di uniformare e potenziare le risposte cliniche. In ogni struttura sono attivi gruppi oncologici multidisciplinari che definiscono i percorsi diagnostico-terapeutici sulla base di linee guida regionali. Questi percorsi sono 21 e mirano a ottimizzare la presa in carico del paziente, evitando ritardi e dispersioni. La rete ha ridotto la mobilità passiva, ovvero la fuga dei pazienti verso altre regioni per curarsi, un fenomeno storicamente radicato in Campania.

I gruppi multidisciplinari collaborano per valutare ogni caso, indirizzando verso terapie adeguate secondo protocolli aggiornati. La rete usa una piattaforma digitale che consente di condividere informazioni cliniche, monitorare i dati e correggere eventuali ritardi nelle procedure. Questa digitalizzazione ha reso l’intero sistema più trasparente e veloce, permettendo di gestire con maggiore attenzione ogni fase della cura.

Tecnologie digitali e moduli innovativi per la gestione delle cure oncologiche

L’adozione di piattaforme tecnologiche all’interno della rete oncologica campana rappresenta un passo importante verso percorsi terapeutici più efficaci e personalizzati. Il sistema digitale permette la raccolta standardizzata dei dati clinici e la loro condivisione tra specialisti, agevolando le decisioni in tempo reale. Questo è stato fondamentale per aumentare la capacità di presa in carico e ridurre i tempi d’attesa, aspetti critici per la buona riuscita delle terapie.

Innovazioni per il miglioramento delle cure

Tra le nuove tecnologie si segnala l’introduzione del modulo CICERO, progettato per monitorare le performance della rete e facilitare la comunicazione tra le strutture e i medici. Questa innovazione punta a migliorare ulteriormente la tempestività delle diagnosi e la personalizzazione delle cure sulla base delle caratteristiche del singolo paziente. L’attenzione si concentra anche sui percorsi di assistenza dopo la terapia, per garantire un supporto continuativo a chi affronta la malattia.

Sandro Pignata ha rimarcato che le critiche che mettono in dubbio la qualità di questa riorganizzazione non trovano riscontri nei dati e rischiano di sminuire il lavoro quotidiano degli operatori. La sfida resta complessa, ma la rete campana continua a evolversi nel tentativo di assicurare risposte concrete ai bisogni oncologici di una regione densamente popolata e con ambiti di vulnerabilità sanitaria specifici. Le tecnologie digitali sono parte integrante di questo percorso, destinato a consolidarsi nei prossimi anni.

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