La seduta dei mercati azionari in Asia e Pacifico lascia un quadro incerto nel secondo giorno dei negoziati tra Stati Uniti e Cina a Londra sui dazi. Gli investitori mantengono alta la concentrazione sull’inflazione americana, di cui è attesa la pubblicazione domani. I mercati oscillano tra guadagni e perdite, mentre i future europei mostrano un andamento contrastato e quelli americani si mantengono in territorio positivo.
Andamento dei mercati asiatici mentre si negozia tra usa e cina a londra
Le principali borse dell’area Asia-Pacifico chiudono in modo variegato. Tokyo mostra un aumento moderato dello 0,32%, mentre Taiwan evidenzia una crescita significativa, superiore al 2%. Anche Seul e Sidney segnano rialzi rispettivamente dello 0,41% e 0,84%. Tra i mercati che restano aperti, Hong Kong perde lo 0,35%, Shanghai arretra dello 0,6%, Mumbai rimane pressoché stabile con un +0,07% e Singapore cala dello 0,25%. Questa diversità di risultati riflette la cautela degli operatori, legata alla tensione sui negoziati commerciali tra le due potenze e all’attesa delle prossime rilevazioni economiche statunitensi.
Performance di titoli chiave a tokyo con differenze marcate tra i settori
La borsa di Tokyo presenta segnali differenti a seconda dei comparti. I produttori di semiconduttori mostrano performance variegate: Tokyo Electron scende dello 0,71%, Advantest avanza dello 0,34% mentre Renesas Electronics sale del 2,56%. Nel settore automobilistico la giornata è positiva, con Isuzu +1,53%, Subaru +0,77% e Toyota +0,75%. Sony, invece, manifesta un calo dell’1,2%, mentre Nikon guadagna l’1,17%. Il settore bancario presenta maggiori difficoltà, con Nomura in lieve calo , Mitsubishi Ufj a -1,16% e Mizhuo in calo netto dell’1,98%. Questi risultati indicano una dinamica di raffronto tra le industrie più legate all’export e quelle finanziarie, sotto osservazione per l’evoluzione dei mercati globali.
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Il differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi scende a 92,1 punti base. Il rendimento del Btp italiano si riduce di 0,7 punti, attestandosi al 3,48%, mentre quello del Bund si porta al 2,56%, in calo di 0,5 punti. Sul fronte valutario, il dollaro recupera terreno contro euro e sterlina, rispettivamente a quota 0,88 e 0,74, mentre si mantiene debole nei confronti dello yen giapponese a 144,46. Nel settore delle materie prime, l’oro sale dello 0,4% arrivando a 3.328 dollari l’oncia. Anche il petrolio, nella versione Wti, segna un progresso dello 0,31% a 65,51 dollari al barile. In contrazione invece il gas naturale, che perde lo 0,24% a 35,52 euro per MWh, a causa di una domanda più bassa in Cina. Questi movimenti combinano il sentire del rischio con le dinamiche macroeconomiche internazionali.
Un quadro ancora fluido per i mercati finanziari
Il quadro rimane quindi piuttosto fluido, con mercati e valute sotto pressione per l’attesa dei dati sull’inflazione americana, evento chiave che potrebbe spostare gli equilibri commerciali globali. I prossimi giorni saranno decisivi per valutare l’impatto degli incontri di Londra tra Stati Uniti e Cina sulle tensioni tariffarie che influenzano il commercio mondiale.