Meloni contro la riduzione dei tempi per la cittadinanza in Italia, posizione ferma al giorno de La Verità

Meloni contro la riduzione dei tempi per la cittadinanza in Italia, posizione ferma al giorno de La Verità

La premier Giorgia Meloni conferma il mantenimento dei cinque anni minimi per la cittadinanza italiana, puntando a migliorare solo l’efficienza burocratica senza modificare i requisiti legali attuali in Italia ed Europa.
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La premier Giorgia Meloni conferma il no alla riduzione dei tempi per ottenere la cittadinanza italiana, sottolineando l’importanza di mantenere i requisiti attuali e migliorare solo l’efficienza burocratica. - Gaeta.it

Il dibattito sulla legge della cittadinanza in Italia torna a protagonista con le dichiarazioni della premier Giorgia Meloni, che ha ribadito il suo dissenso rispetto a proposte di riduzione dei tempi necessari per ottenere la cittadinanza italiana. Nel corso dell’evento “Il giorno de La Verità” a palazzo Brancaccio, Roma, Meloni ha spiegato le ragioni della sua posizione, sottolineando la necessità di distinguere tra diritto e rapidità burocratica.

La legge sulla cittadinanza italiana e il confronto con l’europa

Secondo Meloni, la normativa italiana sulla cittadinanza risulta già piuttosto ampia e inclusiva, posizionandosi tra le più generose in Europa. L’Italia concede un elevato numero di cittadinanze ogni anno rispetto a molti altri paesi europei. Questo porta a considerare la legge attuale adeguata e sufficientemente aperta nei criteri per l’accesso. L’attenzione non deve quindi essere sul restringere o modificare i requisiti temporali per ottenere la cittadinanza, bensì su altri aspetti.

L’Italia si colloca tra le nazioni che concedono più cittadinanze, e questo dato dimostra come la normativa vigente già permetta l’inserimento di diverse categorie di stranieri. Tuttavia, questo flusso non significa che il processo possa o debba essere abbreviato sul piano temporale, in particolare quando si parla di tempi minimi per maturare il diritto.

Differenza tra diritto alla cittadinanza e iter burocratico

Meloni ha chiarito che accorciare i tempi per maturare il diritto alla cittadinanza non è una sua linea politica. Per lei, il diritto stesso ha bisogno di mantenere una durata minima di cinque anni per preservare certe garanzie e criteri. Al contrario, l’efficienza delle procedure burocratiche è un punto su cui si può e si deve intervenire, per accelerare la gestione delle domande di cittadinanza senza modificare i requisiti di accesso.

La distinzione è netta tra due passaggi diversi: il diritto alla cittadinanza, che richiede una permanenza minima nel paese e determinate condizioni; e la burocrazia, che può risultare lenta a elaborare le pratiche pur a fronte di un diritto già consolidato. Migliorare la rapidità di questo secondo aspetto può evitare attese inutili senza però intaccare le tempistiche fondamentali stabilite dalla legge.

La posizione politica di meloni sul referendum e le conseguenze per l’iter di cittadinanza

La premier ha annunciato esplicitamente che non sosterrà il referendum che propone di ridurre da dieci a cinque anni i termini per l’ottenimento della cittadinanza da parte degli stranieri presenti in Italia. La sua contrarietà è motivata dal rischio di snaturare i criteri attuali. Questa decisione segna un punto fermo nell’agenda di governo rispetto a un tema molto sensibile e dibattuto.

Scegliendo di non contribuire al referendum, Meloni chiude la strada a eventuali modifiche rapide o semplificate sul fronte dei requisiti temporali. L’Italia manterrà quindi i cinque anni richiesti come termine minimo per accedere alla cittadinanza, consolidando un approccio che tiene conto di elementi complessi come integrazione, permanenza e legami con il territorio.

Impatti sulle comunità straniere e riflessi sulla società italiana

La decisione di mantenere i tempi attuali per la cittadinanza avrà ricadute dirette sulle persone straniere residenti in Italia. Molti vedono nella cittadinanza non solo uno status giuridico ma un passo fondamentale verso una vita stabile e riconosciuta pienamente all’interno della società. Allo stesso tempo, una buona parte della popolazione teme che abbreviare i tempi possa generare tensioni o mettere in discussione criteri ritenuti importanti per la coesione sociale.

Nel contesto attuale, la scelta del governo punta a bilanciare esigenze diverse, tenendo conto anche delle spinte politiche e sociali emerse negli ultimi anni. La rapidità nell’acquisizione della cittadinanza rimane un obiettivo ma legato a miglioramenti amministrativi, più che a cambiamenti nei requisiti legali base.

Roma, 2025 – nel corso dell’iniziativa “Il giorno de La Verità”, la premier Meloni ha fornito un quadro chiaro della sua visione sulla cittadinanza, sottolineando continuità e fermezza sulla normativa esistente e rifiutando modifiche sostanziali attraverso strumenti come il referendum.

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