Medico licenziato dopo un attacco cardiaco subito durante il servizio al punto di primo soccorso di Ca' Savio

Medico licenziato dopo un attacco cardiaco subito durante il servizio al punto di primo soccorso di Ca’ Savio

Un medico del punto di primo soccorso di Ca’ Savio subisce un attacco cardiaco durante il turno, viene licenziato dalla Croce Verde e avvia una causa legale per difendere la propria reputazione professionale.
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Un medico del punto di primo soccorso di Ca' Savio è stato licenziato dopo essersi allontanato dal turno per un elettrocardiogramma durante un attacco cardiaco, scatenando una causa legale contro la Croce Verde per condizioni di lavoro critiche e carenza di personale. - Gaeta.it

Un medico impegnato in un turno al punto di primo soccorso di Ca’ Savio, sul litorale veneziano, ha subito un grave attacco cardiaco mentre era in servizio. Nonostante la situazione critica e la totale assenza di personale di supporto, il medico ha deciso di allontanarsi brevemente per eseguire un elettrocardiogramma, gesto che ha portato al suo licenziamento pochi giorni dopo. La vicenda, avvenuta nel febbraio scorso, ha suscitato clamore e ha originato una causa di lavoro promossa dal medico contro la Croce Verde, sua datrice di lavoro privata.

Il contesto dell’attacco cardiaco durante il turno di servizio

Il fatto è avvenuto nel luogo di lavoro abituale del medico, un punto di primo soccorso gestito dalla Croce Verde a Ca’ Savio, zona nota del litorale veneziano. Il medico in questione, che era stato sottoposto a quattro bypass coronarici ed era noto per problemi cardiaci, durante un suo turno ha avvertito forti dolori toracici riconducibili ad un attacco cardiaco. Quel giorno l’infermiere di turno si era allontanato momentaneamente e un altro collega era impegnato fuori struttura con un’ambulanza, lasciando il medico solo a fronteggiare il malore.

Un momento di solitudine e difficoltà

La mancanza di personale sul posto ha contribuito ad aggravare la situazione. Non avendo nessuno vicino che potesse intervenire tempestivamente e, nonostante il dolore, il medico ha tentato di gestire la situazione usando i mezzi a sua disposizione. Ha atteso il ritorno dell’ambulanza per un soccorso più adeguato ma, vedendo che non rientrava e che mancava poco alla fine del suo turno, ha preso la decisione di allontanarsi per sottoporsi ad un elettrocardiogramma presso una vicina struttura medica utilizzando la propria auto. Questo episodio ha segnato l’inizio della sua battaglia legale con la Croce Verde.

Il punto di vista del medico e le azioni intraprese dopo l’attacco

Il medico ha raccontato in prima persona quei momenti di difficoltà. Ha spiegato di aver comunicato al direttore della Croce Verde l’allontanamento per effettuare l’esame necessario, dettato dall’urgenza medica e dalla mancanza di supporto in ambulatorio. Dopo l’episodio ha preso un periodo di riposo consigliato, poiché le condizioni di salute non miglioravano subito.

Nonostante la situazione, pochi giorni dopo il medico è stato informato della cessazione del rapporto di lavoro. Questo licenziamento improvviso lo ha spinto a ricorrere a vie legali per tutelare la propria reputazione professionale e ottenere giustizia per una decisione che considera ingiusta. Il suo avvocato, Luca Pavanetto, ha diffuso la storia ai media locali denunciando l’accaduto e seguendo il caso con attenzione in sede giudiziaria.

Implicazioni e criticità emerse nel servizio di primo soccorso locale

La vicenda pone in evidenza alcune criticità nei servizi di emergenza territoriali, specie nei presidi sanitari più piccoli e periferici come Ca’ Savio. La carenza temporanea di personale, rischiosa in qualsiasi ambiente medico, ha avuto conseguenze gravi in questo caso. La scelta del medico di allontanarsi per un esame urgente riflette la difficoltà a garantire il supporto necessario durante turni in cui è possibile trovarsi soli davanti a un’emergenza.

Riflessioni sul ruolo della croce verde

L’episodio solleva interrogativi sul funzionamento della Croce Verde locale e sulla tutela degli operatori sanitari. Garantire la sicurezza di chi presta assistenza sanitaria richiederebbe una gestione più attenta e la presenza costante di personale sufficiente, per evitare che chi soffre un malore debba agire da solo o correre rischi maggiori. Di fatto, il caso di Ca’ Savio sottolinea come condizioni di lavoro poco sorvegliate possano aggravare situazioni già critiche, con ripercussioni sulla salute e anche sulla carriera di chi opera sul campo.

La reazione delle istituzioni e gli sviluppi legali in corso

Finora, la Croce Verde non ha fornito risposte dettagliate sulla decisione di licenziare il medico, mentre la vicenda ha attirato attenzione mediatica. L’avvocato Pavanetto segue la causa di lavoro proponendo di dimostrare le circostanze dell’evento e la correttezza dell’operato del professionista medico, puntando a far valere diritti che ritiene violati.

Il caso arriva in un momento in cui la gestione delle emergenze sanitarie resta un tema delicato in molte parti d’Italia, tra carenze di personale e strutture sovraccariche. La situazione vissuta dal medico di Ca’ Savio può diventare esempio per altre vertenze simili e spingere verso un controllo più attento delle condizioni di chi lavora in prima linea, in ambulatori e servizi di pronto intervento.

La causa continua a svilupparsi nei tribunali, mentre la vicenda rimane al centro del dibattito locale, alimentando discussioni sulla sicurezza sul lavoro e la responsabilità delle organizzazioni che gestiscono servizi sanitari.

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