Un’inchiesta recente a prato ha portato all’indagine di tredici persone coinvolte in un complesso schema di evasione fiscale basato su fatture false. I protagonisti sono sia italiani sia cinesi, legati al noto distretto tessile della città. La procura insieme alla guardia di finanza ha chiuso l’indagine, notificando l’avviso di conclusione a tutti i sospettati. L’operazione conferma l’impegno delle autorità locali contro le truffe fiscali nel settore produttivo.
Il sistema di fatture false e i ruoli degli indagati
L’indagine apre una finestra sulle modalità con cui veniva portata avanti l’evasione fiscale nel tessile. Sette indagati italiani sono stati identificati come organizzatori, perché titolari di società “cartolari”. Queste società esistevano solo sulla carta e servivano a emettere fatture inesistenti. Le fatture erano poi utilizzate da sei imprenditori, fra cui due italiani e quattro cinesi, impegnati in imprese manifatturiere del distretto tessile di prato. Questi ultimi facevano capo ad aziende reali, che beneficiavano dei crediti d’imposta generati dalle fatture fittizie.
Due livelli di coinvolgimento nell’evasione
Il sistema era strutturato in due livelli: da un lato le società cartolari che creavano documenti falsi, dall’altro le aziende operative che li utilizzavano per sottrarre fondi al fisco. Questa distinzione ha permesso alla procura di definire con precisione i ruoli e individuare i movimenti economici illeciti. Il meccanismo ha portato a una riduzione delle imposte da pagare, oltre a illeciti vantaggi fiscali sul valore aggiunto.
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I reati contestati: da fatturazione inesistente a riciclaggio dei proventi
Le accuse nei confronti dei tredici indagati coprono diverse fattispecie penali. Si parte dall’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, un reato che colpisce la veridicità dei documenti fiscali. A questo si sommano infedele e omessa dichiarazione fiscale. Entrambi i reati sono disciplinati dal decreto legislativo 74 del 2000 e riguardano la mancata comunicazione dei redditi in dichiarazione.
Riciclaggio e autoriciclaggio
L’inchiesta ha inoltre fatto emergere operazioni di riciclaggio e autoriciclaggio. I proventi provenienti dall’evasione venivano “ripuliti” attraverso vari metodi. Alcune volte erano gli stessi indagati a reimmettere il denaro nel circuito economico, altre volte venivano coinvolti soggetti terzi estranei alla frode per movimentare ulteriormente i fondi. Queste pratiche illecite puntavano a nascondere l’origine dei guadagni ottenuti con i documenti falsi.
La scoperta della società estero vestita e il quadro investigativo
Un elemento rilevante dell’indagine riguarda la scoperta di una società “esterovestita”. Si tratta di un’impresa registrata formalmente in Bulgaria ma che operava effettivamente in italia. Questo tipo di società viene spesso impiegato per evadere il fisco italiano, sfruttando regimi fiscali più favorevoli all’estero pur mantenendo attività sul territorio nazionale.
Il fenomeno delle estero vestizioni ha destato particolare attenzione negli ultimi anni, soprattutto in contesti produttivi come il distretto tessile di prato. Le autorità hanno indicato che l’operazione si inserisce in un quadro più ampio di controlli e collaborazioni fra procura, guardia di finanza e agenzia delle entrate. Nel 2024 era stato siglato a prato un protocollo d’intesa per contrastare efficacemente tali frodi, e questa indagine costituisce un risultato concreto dell’accordo.
Il risarcimento all’erario e le prime conseguenze dell’indagine
In seguito alle contestazioni, l’erario ha già recuperato 533.000 euro provenienti dalle prime adesioni agli accertamenti fiscali. Questi fondi derivano da verbali redatti dalla guardia di finanza a seguito degli accertamenti dell’agenzia delle entrate. La restituzione rappresenta il primo impatto economico dell’operazione, con l’obiettivo di limitare i danni causati dall’evasione.
L’attività investigativa ha coinvolto diverse istituzioni e ha portato alla luce un sistema esteso e ben articolato. L’obiettivo rimane la tutela delle imprese oneste nel distretto tessile e la punizione dei comportamenti fraudolenti. La notifica dell’avviso di conclusione delle indagini segna una fase cruciale nel procedimento. La vicenda ora si sposterà in ambito giudiziario per ulteriori sviluppi e accertamenti.