La maturità 2025 sta per entrare nel vivo con la imminente pubblicazione degli elenchi dei commissari esterni, attesi oggi o domani. L’esame di Stato si avvicina tra nuove regole e condizioni diverse per gli studenti, che dovranno rispettare obblighi precisi per accedere e superare la prova finale. Scopriamo i dettagli delle novità più importanti di quest’anno e come cambiano alcune parti fondamentali dell’esame.
Pubblicazione degli elenchi dei commissari esterni e modalità di consultazione
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato che entro oggi o al massimo domani renderà disponibili le liste dei commissari esterni per la maturità 2025. Lo scorso anno, questa comunicazione è arrivata il 5 giugno, quindi la tempistica è in linea con la tradizione. Gli elenchi si potranno consultare attraverso il motore di ricerca dedicato alle commissioni presente sul sito ufficiale del Ministero.
Trasparenza e organizzazione
Questo strumento permette agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie di verificare l’assegnazione dei docenti che valuteranno le prove orali e scritte. Il sistema digitale facilita la trasparenza, fornendo dati precisi su ogni commissione e assicurando chiarezza nella fase preparatoria dell’esame. La pubblicazione segna il passaggio cruciale verso la conclusione dell’anno scolastico, con le ultime settimane dedicate alla preparazione del colloquio e il compito delle commissioni di organizzare i lavori.
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La presenza dei commissari esterni serve a garantire un giudizio meno soggettivo e più uniforme tra le diverse regioni e istituti. Questo meccanismo, in vigore da anni, contribuisce a mantenere un livello riconosciuto di equità tra candidati di diverse scuole del territorio nazionale.
Requisiti minimi di ptco per accedere alla maturità
Un cambiamento importante riguarda l’obbligo di aver completato le ore minime del Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento , il sistema ex Alternanza scuola-lavoro. Da quest’anno, i candidati dovranno attestare il completamento di un numero minimo di ore pari a 90 per i licei, 150 per gli istituti tecnici e 210 per i professionali.
Questa norma è stata prevista dalla legge della Buona Scuola nel 2015, ma è stata posticipata più volte, fino ad arrivare all’effettiva applicazione prevista nel 2025. Il Ptco ha lo scopo di far acquisire agli studenti esperienze lavorative o formative esterne, utili ad integrare il percorso scolastico con competenze pratiche.
La verifica del raggiungimento del monte ore è affidata agli istituti, i quali devono registrare e certificare le esperienze svolte dagli studenti durante l’anno. Questo approccio rende più rigoroso il controllo e pone maggiore attenzione al percorso formativo complessivo e non solo ai voti ottenuti.
Nuovo trattamento del voto in condotta nell’esame di Stato
Un’altra novità interessa il peso del voto in condotta sulla valutazione finale. Se uno studente raggiunge il punteggio minimo di sei, sarà tenuto a preparare un elaborato extra da presentare durante il colloquio orale. Questo elaborato affronterà temi relativi alla cittadinanza attiva e solidale, indicando un’attenzione al comportamento e all’impegno civico. Il lavoro sarà assegnato direttamente dal Consiglio di classe e discusso davanti alla commissione.
Chi invece ottiene un voto in condotta tra sette e otto perde la possibilità di ottenere il massimo dei crediti scolastici, anche se supera la prova. Solo i candidati con almeno nove in condotta potranno puntare al punteggio pieno nell’ambito della valutazione del triennio, che ha un peso determinante nella composizione del voto finale.
Il significato della misura
Questa misura introduce un maggiore controllo sulla dimensione comportamentale degli studenti, evidenziando che l’impegno nel rispetto delle regole e nella partecipazione attiva alla vita scolastica influisce direttamente sul risultato dell’esame. Il voto di condotta esce così dall’essere una valutazione separata e diventa parte integrante del percorso di studi, con conseguenze pratiche importanti.
Imporre di realizzare un elaborato su temi civici serve anche a stimolare la riflessione sui doveri di cittadinanza e sulla partecipazione sociale, aspetti che la scuola ritiene fondamentali per la formazione di nuovi cittadini.
Inserimento dei risultati invalsi nel curriculum dello studente
Dal 2025, anche i risultati delle prove Invalsi entreranno a far parte del Curriculum dello Studente. Questi test, obbligatori soprattutto negli ultimi anni di scuola superiore, misurano le competenze di base in italiano, matematica e inglese. Oltre a svolgere la funzione di monitoraggio nazionale, le prove Invalsi potranno certificare gratuitamente le abilità linguistiche per la lettura e l’ascolto nella lingua inglese.
Gli studenti che raggiungono i livelli B1 o B2, riconosciuti dal Quadro comune europeo, riceveranno un attestato che potrà essere allegato durante la domanda di iscrizione all’università. In questo modo, chi è già in possesso di una certificazione riconosciuta, può evitare di sostenere ulteriori esami di lingua inglese per l’ammissione all’ateneo.
Il valore aggiunto del curriculum ampliato
Il riconoscimento del livello linguistico tramite Invalsi facilita il percorso universitario, valorizzando le capacità certificate durante il percorso scolastico. Il Curriculum dello Studente diventa così un documento più completo, che raccoglie esiti formali e certificazioni acquisite in contesti diversi.
Questa modifica evidenzia come l’attività di certificazione si stia estendendo e il legame tra scuola e università si stia rafforzando per evitare esami ripetuti e snellire le procedure di ammissione. La scelta di utilizzare i dati Invalsi risponde anche a esigenze di trasparenza e tracciabilità delle competenze acquisite nel tempo.