La città di pescara diventa scenario di una rassegna unica che mette in dialogo arte e territorio. Matteo fato, artista nato e cresciuto nella città adriatica, torna dopo sedici anni con una mostra diffusa. Il progetto attraversa luoghi pubblici e museali, creando un ritratto personale e collettivo di pescara. Il percorso invita a riflettere su come l’arte si intrecci con la storia e la vita quotidiana della città, coinvolgendo spazi inusuali e opere che raccontano diversi aspetti della realtà locale.
Il ritorno di matteo fato e il concept della mostra diffusa
Matteo fato sceglie pescara come palcoscenico per il suo nuovo progetto espositivo, a sedici anni dalla sua ultima personale nella stessa città. L’esposizione si svolge tra il 1 luglio e il 27 settembre 2025, con un’apertura prevista nel weekend del 28 e 29 giugno. Il titolo, “Il difficile è dimenticare ciò che si è visto per casa ”, si ispira a due citazioni di ennio fliano, scrittore pescarese, e sottolinea il legame profondo tra identità e memoria.
Ritratto corale e dialogo tra arti
L’idea di fondo è quella di tracciare un ritratto corale e personale di pescara, capace di raccontare le sue trasformazioni, le contraddizioni e il filo invisibile che lega passato e presente. La mostra non si limita a un singolo spazio ma si diffonde in più sedi, attraversando musei, luoghi pubblici e spazi non convenzionali. Fato propone un dialogo tra pittura, installazioni, video e sculture, evidenziando la sua ricerca artistica che si concentra su ritratti, paesaggi e nature morte, ma che si spinge oltre con interventi che contaminano l’ambiente circostante.
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In questo modo, l’artista dimostra come arte e territorio si influenzino a vicenda, andando oltre la mera rappresentazione per stabilire una relazione viva con il contesto urbano e sociale.
Spazi espositivi e opere tra musei, fondazione e luoghi non convenzionali
La mostra si articola in diversi luoghi di pescara e dintorni. Palazzo La Rocca, dove si trova la fondazione che produce l’evento, è il cuore pulsante dell’iniziativa. Qui spazio al Project Space/FLR, una ex rimessa dei pescatori trasformata in una camera delle meraviglie. Fino al 3 agosto, il pubblico potrà immergersi in un archivio che raccoglie materiale disparato: opere pittoriche e scultoree, video-documentazioni e oggetti d’arte, costruendo una narrazione ricca e stratificata.
Dialogo con la storia dell’arte all’ottocento
Al Museo dell’Ottocento la mostra si soffermarà sul rapporto tra fato e la storia dell’arte. Fato si confronta con capolavori dell’arte dell’Ottocento appartenenti alla collezione di venceslao di persio e rosanna pallotta. Attraverso opere d’après, cioè reinterpretazioni di classici, l’artista riflette su come la tradizione influisca sul suo lavoro.
Al Museo delle Genti d’Abruzzo invece, il racconto assume tinte più sociali e culturali. Le tematiche trattate si legano alle radici etniche, alla pastorizia, all’agricoltura e agli aspetti della vita quotidiana tradizionale. In questi spazi, fato sonda i legami della città con il territorio e la storia delle comunità locali, trovando un linguaggio capace di dialogare con il contesto museale specifico.
Infine, un momento particolare è riservato allo zerozerosullivellodelmare, spazio diretto dall’architetto lucio rosato, dove il 29 giugno saranno esposte per la prima volta opere di fato danneggiate nel 2019 dall’allagamento del suo studio. Questo gesto porta la vulnerabilità del lavoro artistico direttamente nello spazio pubblico, ricordandone la fragilità.
Interventi temporanei e progetti performativi nella città di pescara
Le opere di fato non si limitano agli spazi chiusi dei musei e fondazioni. La mostra prevede diversi interventi temporanei e performativi che coinvolgono la città stessa. Manifesti e opere saranno affissi su pareti urbane, edicole e tabaccherie, diffondendo l’arte negli angoli più inconsueti.
Un’installazione in pietra della maiella, con forma di un cavalletto rivolto verso il mare, sarà collocata nell’area del porto canale, creando un segno visibile nel paesaggio urbano. Accanto a questo, una scritta al neon dedicata a ennio fliano illuminerà temporaneamente la facciata della casa natale dello scrittore, nel centro storico.
Il 28 e 29 giugno, il fiume pescara diventa teatro di un’azione performativa: una paranza attraverserà il corso d’acqua trasportando una vela alta sette metri costruita con stracci usati per la pulitura dei pennelli, conservati dall’artista per quasi dieci anni. Questa opera porta con sé un racconto di tempo, memoria e pratica artistica che si diffonde nel cuore della città.
Anche il convento michetti di francavilla al mare ospiterà incursioni di fato, ampliando il raggio d’azione della mostra e la sua capacità di spostarsi tra luoghi carichi di storia e significato. Il progetto mette in scena, così, una contaminazione continua tra arte, vita e territorio, stimolando nuove modalità di relazione con lo spazio urbano.
Matteo fato con questa mostra diffusa restituisce a pescara non solo un’immagine artistica, ma un racconto che attraversa i luoghi e le memorie. Ogni opera e ogni luogo contribuiscono a far emergere le molteplici sfaccettature di una città in cui storia e contemporaneità si intrecciano continuamente. La timeline dell’evento e la varietà di spazi coinvolti offrono un’esperienza ampia, capace di coinvolgere pubblici diversi, invitando a scoprire pescara da prospettive nuove e stratificate.