La pace internazionale resta una sfida cruciale nel mondo contemporaneo, dove conflitti regionali mettono a rischio le relazioni diplomatiche consolidate. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affrontato il tema durante un intervento all’Associazione Rondine Cittadella della Pace di Arezzo. Ha tracciato un quadro del ruolo che l’Unione europea deve giocare per mantenere e promuovere un sistema di regole e riferimenti condivisi tra i paesi, sottolineando la necessità di ritrovare unità e forza nel dialogo globale.
La pace come sistema di rapporti internazionali basato su regole condivise
Sergio Mattarella ha messo in evidenza che la pace non può limitarsi a una semplice assenza di conflitti, ma si realizza solo ricostruendo un sistema di rapporti internazionali fondato sul rispetto delle regole. Il presidente ha riferito all’Associazione Rondine il bisogno che l’Europa diventi un perno nello scenario mondiale per facilitare il dialogo e mediazioni indispensabili. Ha indicato che l’Unione europea deve resistere agli attacchi che provengono sia dall’interno sia dall’esterno. Questa resistenza è cruciale per poter rappresentare un modello di coesistenza più solido e riconosciuto a livello globale.
Mattarella ha sottolineato che, per questo compito, l’UE deve mostrarsi unita e capace di interventi efficaci. Solo così avrà la forza necessaria per ridisegnare un nuovo sistema capace di contrastare i pericoli di tensioni e guerre. Il riferimento è esplicito all’attuale clima internazionale, segnato da conflitti e violazioni del diritto internazionale. La sfida proposta è quindi di ricostruire, attraverso scelte condivise, un quadro di norme e relazioni robuste.
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L’ue: un risultato storico e un progetto di pace inscritto nella costituzione italiana
Il presidente ha poi ricordato come la costruzione dell’Unione europea sia una svolta storica, descritta come “epocale” e “rivoluzionaria”. Ha richiamato l’articolo 11 della Costituzione italiana, che esprime un chiaro impegno per la pace e per collaborazioni tra popoli. Mattarella ha precisato che tale impegno è nato da un sentimento collettivo maturato in un’Italia uscita dalla guerra, dove l’uso delle armi è stato solo un mezzo per respingere la violenza, non un fine in sé.
Il progetto europeo si inserisce in questo percorso e incarna il tentativo di trasformare i confini prima percepiti come segni di divisione in luoghi di incontro. Secondo il presidente, questa visione ha consentito finora di garantire 70 anni senza guerre tra gli stati membri, dando libero accesso a studio, lavoro e movimento all’interno dell’Unione.
Il compito attuale dell’ue tra dialogo internazionale e mediazione
Mattarella ha evidenziato che la stabilità globale non si basa solo su equilibri militari, ma anche sulla ricostruzione di un rapporto di fiducia tra nazioni. Ha specificato che l’Unione deve lavorare per ripristinare l’osservanza delle regole internazionali e la piena autonomia degli stati senza sovrapposizioni di potere.
Nel suo discorso rivolto all’Associazione Rondine, ha fatto riferimento al rischio di abbandonare i principi che hanno garantito la pace, citando i recenti scenari di guerra in Europa e nei suoi confini come esempi preoccupanti. Questi eventi dimostrano il ritorno a logiche di potere e dominio che contrastano con la cooperazione e la sicurezza collettiva. L’UE, ha detto, deve allora farsi un punto di riferimento per disegnare un nuovo sistema di collaborazione internazionale capace di sciogliere tensioni e promuovere la convivenza.
La pace come intento condiviso tra cittadini e istituzioni nate dopo la guerra
Il presidente Mattarella ha ribadito che la pace nasce sempre da un progetto condiviso tra cittadini e istituzioni, un processo che ha caratterizzato la genesi della Repubblica italiana e della sua Costituzione. Ha ricordato come il legame tra società e governo si costituisca proprio dopo periodi di crisi, dove esiste la necessità di stabilire nuovi principi comuni.
L’esempio storico offerto dalla nascita della Repubblica mostra come la spinta a costruire una convivenza pacifica e regolata sia la base per lo sviluppo di istituzioni legittime. Questa origine collettiva evidenzia che la pace resta un equilibrio fragile, ma raggiungibile, attraverso la partecipazione attiva di tutti.
Modelli di comportamento e responsabilità: citazione di sant’agostino
Mattarella ha concluso il suo intervento citando Sant’Agostino: “I tempi siamo noi”. Ha spiegato che la storia si modella sulle azioni e sulle scelte dei cittadini, richiamando alla responsabilità di ognuno nel costruire il presente e il futuro.
Ha richiamato la fine della seconda guerra mondiale come momento in cui molte persone hanno deciso di rimodellare l’Europa. Per loro, ha detto, i confini non dovevano essere barriere, ma punti di incontro. Questa visione ha posto le basi per un nuovo modo di concepire i rapporti tra vicini, senza conflitti o contrasti. Lo scenario attuale mette alla prova queste fondamenta e torna a spingere verso la necessità di impegnarsi per un modello internazionale che eviti l’escalation di tensioni e guerre.